Rocca di Vignola. Dove gli affreschi vengono alla luce

Le pitture murali esterne della Rocca di Vignola splendono in piazza come seicento anni fa. Una delicata operazione di restauro incrocia storia e nuove tecnologie per un racconto coinvolgente. E i colori rivivono sulla torre del Pennello.

ORA COME NEL SEICENTO
La prima volta che arrivai in questa piazza era il 1601”: è iniziato proprio così l’intervento di Philippe Daverio durante il dibattito che ha inaugurato i restauri alla torre del Pennello della Rocca di Vignola. La piazza di cui parla il celebre storico dell’arte e divulgatore è la piazza dei Contrari, centro della vita del piccolo comune emiliano ancora oggi, secoli dopo la sua fondazione.
Perché inaugurare gli esiti di una campagna di restauro con un dibattito? Beh, forse perché la disciplina della tutela e della conservazione dei beni culturali è essa stessa un dibattito, un susseguirsi di scuole pensiero, di cambi di rotta, di sguardi in fieri, come giustamente afferma Carla di Francesco del MiBACT. Il programma presentato il 5 settembre a Vignola, che prende il nome di Tutti i colori del pennello, altro non è che il tentativo di raccontare le complesse operazioni, analitiche prima che operative, che hanno portato al consolidamento del bene in questione e alla profonda conoscenza di come il tempo e la storia ci hanno consegnato il bene stesso.

Rocca di Vignola - Achille Lodovisi spiega il ritrovamente degli affreschi originali

Rocca di Vignola – Achille Lodovisi spiega il ritrovamente degli affreschi originali

RESTAURI AD ALTA QUOTA
La Rocca di Vignola viene spesso definita un “castello rinascimentale”. Ciò che al primo impatto potrebbe sembrare un ossimoro, in realtà risulta la migliore definizione per un’architettura stratificata, che passa dalla tradizionale funzione difensiva a quella di prestigiosa residenza. La svolta si deve a Uguccione Contrari, che nei primi decenni del XV secolo avvia i lavori di ampliamento nei quali è compresa la costruzione della torre del Pennello (1416 ca.). Quest’ultima, colpita, seppur non in modo traumatico, dal sisma che ha interessato gran parte del territorio emiliano nel 2012, necessitava di un intervento conservativo.
La Fondazione di Vignola però non si limita a compiere il doveroso compito prescritto nello statuto e da vita al progetto Tracce in luce guidato da Natalia Gurgone. Un pool di esperti (architetti, restauratori, storici) si mette al lavoro per trasformare l’occasione in opportunità, unendo passato e attualità, storia e tecnologia alla ricerca di un risultato non scontato. Le nuove tecnologie di indagine (laser scanner 3D e fotografia da drone) permettono di raggiungere i trenta metri di altezza della torre prima ancora che vengano montati i ponteggi e si mettono al servizio dell’archivio storico per confermare o invalidare tesi, allo stesso tempo sono preziose per valutare lo stato di conservazione e procedere di conseguenza.

Rocca di Vignola - proiezioni

Rocca di Vignola – proiezioni

DALL’ACQUERELLO AL VIDEOPROIETTORE
I dati raccolti sugli affreschi della torre del Pennello dalla società Akhet di Roma vengono incrociati con le informazioni derivate dalle ricerche storico-artistiche. La Rocca nel momento del suo massimo splendore appariva secondo Valerio Massimo Manfredi, presidente della fondazione, come “un vessillo colorato di rosso, bianco e verde (i colori degli Estensi) che dominava l’intera vallata del Panaro”.
Alcuni dei documenti a sostegno di questa tesi sono gli acquerelli realizzati da Ginogiano Modrone negli Anni Trenta, che fanno capolino nella mostra che accompagna la presentazione dei restauri all’interno della Rocca. Queste e altre testimonianze ritrovate e collezionate da Achille Lodovisi hanno permesso di ricostruire con bassissimo margine di errore, l’aspetto delle pitture murali esterne che rendevano “colorato” lo spazio pubblico e fungevano da precisi strumenti di comunicazione del potere.
La ricostruzione finale è stata affidata nuovamente alla tecnica dell’acquerello, questa volta dalle abili mani di Marcella Morlacchi, che ha ridato forma all’intera facciata. I risultati di queste indagini transdisciplinari però non potevano non essere diffusi anche in modalità meno convenzionali, si è deciso pertanto di affidare la loro restituzione alle proiezioni architetturali grazie al supporto di una realtà d’eccellenza nel settore come Apparati Effimeri.

Rocca di Vignola - incisioni nella sala della prigione di CiminoRocca di Vignola - incisioni nella sala della prigione di Cimino

Rocca di Vignola – incisioni nella sala della prigione di Cimino

UNA SETTIMANA DI EVENTI
Per promuovere l’intera iniziativa e dare la possibilità al pubblico di visitare la Rocca e vedere le proiezioni degli affreschi è stato realizzato uno specifico calendario di eventi che fino al 12 settembre vedrà la partecipazione tra gli altri di Francesco Guccini, Vanessa Gravina, lo stesso Manfredi in veste di relatore sull’uso del colore nell’antichità classica.
Inoltre sono stati invitati gli artisti Massimiliano Amati e il duo Elio Castellana con Maurizio Bartolini a realizzare specifici interventi da proiettare sulla Rocca insieme agli affreschi.
Unico neo di questo grande sforzo quasi impeccabile, l’assenza di un curatore o di un esperto per la sezione contemporanea. A parte questo, una doverosa segnalazione va al contesto paesaggistico ed enogastronomico che contribuisce, con la passione e la dedizione di chi lo alimenta e lo fa sopravvivere, a rendere l’esperienza della visita indimenticabile.

Claudio Musso

www.tuttiicoloridelpennello.it
www.fondazionedivignola.it

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Claudio Musso

Claudio Musso

Critico d'arte e curatore indipendente, la sua attività di ricerca pone particolare attenzione al rapporto tra arte visiva, linguaggio e comunicazione, all'arte urbana e alle nuove tecnologie nel panorama artistico. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Archeologia e Storia…

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