L’opera d’arte è una app

Vi raccontiamo tre esempi interessanti di come una app possa essere parte o addirittura la totalità dell’opera d’arte. Tre esempi che provengono da Seoul, Venezia e Whitstable. Luoghi che più diversi tra loro non potrebbero essere…

COLLECTIVE MUSEUM
Questa app è nata per un’installazione al Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Seoul nel 2013 a cura di Tesoc Hah (Scale). Oltre all’installazione vera e propria, che constava di proiezioni interattive, la app permetteva un progetto collaborativo che coinvolgesse la cittadinanza e i visitatori a decidere come dovesse essere un museo ideale. Rimasta online oltre i 91 giorni dell’allestimento (nell’ultimo giorno si sono cristallizzati i risultati che provenivano dal processo collaborativo), l’app rimane fresca perché riesce a far riflettere sul ruolo del museo, sul suo rapporto con lo spazio, con le opere che ospita e con la società civile. Con semplici scelte sul dispositivo avviene una simulazione in cui un’architettura immaginaria si modella a seconda di cosa pensiamo del legame fra museo e ambiente circostante, e con l’esperienza dei visitatori.

http://collective-museum.org
costo: gratis
piattaforme: Android

Jonas Staal, Venice Ideological Guide, 2013

Jonas Staal, Venice Ideological Guide, 2013

VENICE IDEOLOGICAL GUIDE
Il lavoro di Jonas Staal per la Biennale di Venezia del 2013 riesce ancora a incuriosire. L’artista olandese si è cimentato in una guida alla manifestazione che rispecchiasse le ideologie politiche (o presunte tali) delle nazioni rappresentate nella manifestazione. “Coalition of the Willing”, “Former Warsaw Pact”, “Organization of Islamic Cooperation”, “World Bank Debt”, “IMF Debt” sono raggruppamenti arbitrari, ma grazie ad alcune semplici informazioni – l’anno a partire dal quale la nazione ha un padiglione, quali e quanti artisti erano esposti ecc. – si può ancora riflettere sulla storia di questa importante manifestazione in cui “l’hardware geo-politico”, ovvero la disposizione dei padiglioni stessi, rimane ancora per certi versi attuale. Anche se continuerà per sempre a ripetere i curatori e gli artisti dell’edizione del 2013 (in mancanza di aggiornamenti).

www.jonasstaal.nl
costo: gratis
piattaforme: iOS, Android

Biennale di Whitstable

Biennale di Whitstable

WHITSTABLE BIENNALE
Semplice, pulita, con quel gusto un po’ open source che farebbe tanto felici gli organizzatori, ma anche gli sviluppatori, le app che guidano alle edizioni della Biennale di Whistable dovrebbero essere una pietra di paragone per tutti. Forse perché si tratta di un piccolo festival, forse perché ha luogo in una cittadina del Kent, ha tutto quello di cui un disincantato turista-artista ha bisogno. Un calendario aggiornato degli eventi, informazioni sulle opere esposte, e il confettino: la mappa che permette di raggiungere tutto utilizzando solo il GPS. Basta app che pretendono di essere una completa guida artistica-storica-turistica ma hanno gli orari dei vaporetti fissi all’inverno 2014. Basta app a 20 euro con navigatore satellitare che non funziona. Basta guide alle manifestazioni che, senza mappa, presentano gli artisti con foto sbagliate dei loro lavori.

www.whitstablebiennale.com
costo: gratis
piattaforme: iOS, Android

Simona Caraceni

Articolo pubblicato in versione ridotta su Artribune Magazine #25

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Simona Caraceni

Simona Caraceni

Simona Caraceni, giornalista pubblicista, si occupa di nuove tecnologie e multimedialità dal 1994, fondando con Pier Luigi Capucci "NetMagazine" poi "MagNet", la prima pubblicazione elettronica in Italia. Ha insegnato all'Università di Bolzano, Macerata, Firenze, lo IED e la NABA di…

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