A che serve il contemporaneo? L’invito di Pierluigi Sacco

Si svolgerà a Prato dal 25 al 27 settembre sotto il titolo neutro ma combattivo di “Forum dell’arte contemporanea italiana 2015”. Lo promuovono Ilaria Bonacossa, Anna Daneri, Cesare Pietroiusti, Pierluigi Sacco e Fabio Cavallucci, direttore del Centro Pecci. Obiettivo: discutere a carte scoperte di cosa va e soprattutto di cosa non va nel nostro “sistema”. Per trovare soluzioni condivise.

L’ITALIA E LE CELEBRAZIONI POST-MORTEM
In Italia non abbiamo una politica culturale del contemporaneo propriamente detta, e forse non l’abbiamo mai avuta. Per averla, dovremmo partire dalla consapevolezza del fatto che la cultura non serve ad auto-celebrarsi, ma a indagare le nostre fragilità, le nostre debolezze, le nostre contraddizioni, per aiutarci a capire meglio il mondo in cui viviamo.
E di questo tipo di consapevolezza il nostro Paese non ha mai sentito un particolare bisogno, riservando spesso un trattamento piuttosto ruvido a chi la praticava con costanza, salvo poi procedere alla solita santificazione post-mortem, a una celebrazione spesso inappropriata e fuori luogo, con l’unico scopo di volgersi subito, appunto, in auto-celebrazione.

LA COMPULSIONE PER IL PASSATO
Il contemporaneo è spesso scomodo, irriverente, intempestivo, non per maniera, almeno nelle sue espressioni più autentiche, ma per condizione. Tutta l’arte è stata contemporanea, e quando lo era ne ha spesso pagato il costo.
Pensare di investire risorse pubbliche in attività così “inutili” può sembrare quindi a molti una vera follia – peccato però che il nostro celebrato Rinascimento, che piace tanto anche ai benpensanti, anche a quelli che si fanno venire la bava alla bocca per un danzatore nudo che piscia in uno spazio aperto a Santarcangelo di Romagna senza nemmeno porsi il problema di capire come, perché, in che contesto, sia stato possibile solo grazie a una logica di committenza che oggi quegli stessi benpensanti giudicherebbero altrettanto “inutile”, se non di più.
Il rapporto dell’Italia di oggi con la cultura ricorda certi disturbi comportamentali che spingono chi ne è affetto ad alludere continuamente, ossessivamente, all’oggetto delle proprie paure nell’intento di esorcizzarle attraverso un rituale di auto-esaltazione immaginaria fondato sul rovesciamento della propria realtà privata, e fin troppo pateticamente leggibile da un punto di vista esterno nella sua reale natura e nella sua claustrofobica strumentalità.
Negli anni in cui l’Italia era davvero al centro dell’elaborazione della contemporaneità non si avvertiva alcun bisogno di richiamare continuamente le glorie culturali passate. È sufficiente verificare come ci raccontiamo oggi nei grandi eventi, da cui siamo peraltro, anche qui, letteralmente ossessionati, per capire fino a che punto si è spinto questo ciclo di compulsione-rimozione, e quanto sia necessario interromperne la progressione.

Forum dell’arte contemporanea italiana 2015 - © Loredana Longo, 2007

Forum dell’arte contemporanea italiana 2015 – © Loredana Longo, 2007

UN FORUM PER
Se questa è la situazione, può essere importante dare vita a un forum dell’arte contemporanea che non parta da un impulso istituzionale, ma al contrario rappresenti un momento di progettualità condivisa, che muove dall’analisi di problemi specifici e cerca di inserirne i risultati in un quadro complessivo di sistema, che potrebbe costituire una premessa concettuale e fattuale per una possibile politica del contemporaneo.
A Prato si cercherà di non dare spazio alle esercitazioni di retorica e ai narcisismi auto-referenziali, per dedicare tutto il tempo e tutte le energie possibili a un lavoro di intelligenza collettiva, di cui il sistema dell’arte italiano, in tutte le sue componenti e sensibilità, è capace se davvero vuole.
E qui è il punto: davvero lo vogliamo? Il piccolo gruppo di lavoro che si sta impegnando nell’organizzazione e nel coordinamento di questo forum scommette di sì, e credo di poter dire che lo faccia perché pensa che sia proprio in queste condizioni socio-culturali così difficili che possa valere la pena di mettersi in gioco per restituire al contemporaneo il suo ruolo di innovazione, la sua spinta di apertura mentale, la sua curiosità per l’altro da sé di cui l’Italia di oggi ha davvero molto bisogno.
Ce la faremo se saremo capaci di mettere da parte per una volta quei soliti retropensieri che a noi italiani piacciono tanto nel sentirci sempre un passo più avanti nel capire “quel che c’è sotto”, “quel che c’è dietro”. Qui non c’è davvero sotto o dietro niente altro che quello che appare: un invito a lavorare insieme per cambiare le cose.
Questo non è un forum “contro” niente e nessuno, è un forum “per”, nel senso della moltiplicazione – è questo il potere dell’intelligenza collettiva. L’unico potere a cui è giusto dare spazio, e voce, a Prato.

Pierluigi Sacco

Prato // dal 25 al 27 settembre 2015
Forum dell’arte contemporanea italiana 2015
TEATRO METASTASIO
Via Cairoli 59
0574 5317
[email protected]
www.forumartecontemporanea.it

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Pier Luigi Sacco

Pier Luigi Sacco

Preside della Facoltà di Arti, Mercati e Patrimoni della Cultura e professore ordinario di economia della cultura presso l’Università IULM di Milano. Professore di imprese creative presso l’USI di Lugano. Direttore di candidatura per Siena 2019 Capitale Europea della Cultura.…

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