Lo Strillone: chi paga i 140mila euro di bollette per il Teatro Valle occupato? su Il Tempo. E poi Palmira, Grande Guerra, Roberto Longhi

Il Teatro Valle occupato? Potrebbe costare 140mila euro. Non agli occupanti, non all’amministrazione pubblica, ma a due ex direttori del dipartimento Cultura di Roma Capitale. Il Tempo informa che oggi vanno “a processo davanti alla Corte dei Conti del Lazio Mario Defacqz e Maria Cristina Selloni, i due dirigenti che si sono succeduti alla direzione […]

Il Teatro Valle occupato? Potrebbe costare 140mila euro. Non agli occupanti, non all’amministrazione pubblica, ma a due ex direttori del dipartimento Cultura di Roma Capitale. Il Tempo informa che oggi vanno “a processo davanti alla Corte dei Conti del Lazio Mario Defacqz e Maria Cristina Selloni, i due dirigenti che si sono succeduti alla direzione del dipartimento Cultura di Roma durante il periodo in cui il Valle era autogestito da sedicenti attori, registi e lavoratori dello spettacolo”. Motivo? “La Procura contabile li ha citati in giudizio per vederli condannare al pagamento di circa 140mila euro. È questa infatti la stima del danno subito dall’amministrazione, che per tre anni ha pagato le bollette di luce, acqua e gas a chi aveva preso possesso della struttura, organizzando abusivamente spettacoli e laboratori teatrali”. Il paradosso? “Resta ancora di più un mistero come mai il Comune abbia acconsentito al pagamento delle bollette di luce, acqua e gas, nonostante non si fosse ancora formalizzato il passaggio di proprietà del teatro dal ministero dei Beni culturali a Roma Capitale. In sostanza, pur non essendo ancora titolare del bene, l’amministrazione ha continuato a pagare le spese di gestione. Consumi che per di più – è la beffa più grande – venivano effettuati dagli occupanti abusivi. Resta poi un interrogativo chi dovrà rispondere per i mancati introiti alla Siae e ai Vigili del Fuoco nonché i mancati incassi degli spettacoli a pagamento che gli attivisti hanno organizzato nel corso di tre anni”.

Sono le sorti di Palmira l’argomento del giorno sulla stampa. La Repubblica dà voce a un’impotente Irina Bokova, direttrice generale dell’Unesco: “Contro la pulizia culturale organizzata dal Califfato ci vuole una coalizione globale“. L’iniziativa sarà lanciata il 29 giugno prossimo: “La forza militare è indispensabile, ma non sufficiente. Siamo di fronte a una guerra globale contro siti archeologici, scuole, giornalisti. Con il premier dell’Iraq e gli studenti dell’Università di Bagdad, ho lanciato la campagna #Unite4Heritage per ricordare che la cultura è una forza che unisce. Il movimento deve allargarsi con l’adesione degli Stati in una nuova coalizione”. Grande Guerra, investimenti record a Nord Est: Il Sole 24 Ore riferisce che “il Veneto ha messo in campo 34 milioni per commemorazioni e recuperi di musei e di strutture storiche, provenienti dalle casse regionali ma anche dal Fondo per lo sviluppo e coesione. Diverse le modalità di contribuzione in Friuli Venezia Giulia e in Trentino e Alto Adige, dove si può accedere a finanziamenti europei e regionali tramite bandi specifici”. Su L’Espresso omaggio a Roberto Longhi, in occasione della mostra a lui dedicata a Parigi, al museo Jacquemart-André: “uno dei massimi storici dell’arte, lo studioso audace che ha cambiato radicalmente il modo di vedere il Rinascimento, riletto Giotto e Masaccio, riscoperto Piero della Francesca, riabilitato Caravaggio, ‘inventato’ l’Officina ferrarese”.

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Massimo Mattioli

Massimo Mattioli

É nato a Todi (Pg). Laureato in Storia dell'Arte Contemporanea all’Università di Perugia, fra il 1993 e il 1994 ha lavorato a Torino come redattore de “Il Giornale dell'Arte”. Nel 2005 ha pubblicato per Silvia Editrice il libro “Rigando dritto.…

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