Laura Carlini Fanfogna nuovo direttore del MAMbo (e dei musei bolognesi)? Ancora non c’è ufficialità. Intanto Gianfranco Maraniello saluta Bologna

“Una riflessione sul mezzo pittorico, sul fare e sul farsi materia che travalica le categorie della critica europea”, sostiene Gianfranco Maraniello all’apertura dell’ultima mostra che porterà la sua firma al MAMbo. Per lui è già pronta la poltrona trentina del Mart, e su quella bolognese – è indiscrezione di questi giorni, alla quale manca comunque […]

Una riflessione sul mezzo pittorico, sul fare e sul farsi materia che travalica le categorie della critica europea”, sostiene Gianfranco Maraniello all’apertura dell’ultima mostra che porterà la sua firma al MAMbo. Per lui è già pronta la poltrona trentina del Mart, e su quella bolognese – è indiscrezione di questi giorni, alla quale manca comunque la ratifica ufficiale – dovrebbe andare a sedersi Laura Carlini Fanfogna: sarebbe infatti la Dirigente Responsabile del Servizio Musei e Beni Culturali della Regione Emilia Romagna, e docente alla scuola di Economia e Management dell’Alma Mater, ad averla spuntata nella combattuta selezione di cui vi avevamo già parlato, che vedeva in corsa anche personaggi come Beatrice Avanzi, Andrea Bruciati, Valerio Dehò. Una scelta istituzionale indirizzata su un nome comunque dal ricco curriculum, nel quale compare anche un ruolo da curatrice al Museo Revoltella di Trieste: e che potrà contare – qualora il sindaco Merola confermasse la scelta – su un contratto di poco più di un anno, legato al mandato dello stesso sindaco. Che se dovesse ricandidarsi, e se dovesse essere confermato, potrebbe confermarla per altri 5 anni.
Durante l’opening di oggi della mostra di Li Songsong non si è parlato dell’avvicendamento: segno della grande cautela che ancora circonda la nomina. Le grandi composizioni dell’artista cinese, classe 1973, occupano con disinvoltura gli ampi spazi della Sala delle Ciminiere del museo bolognese. Non è sbagliato parlare di densità in questo caso visto che il colore-elemento è tutt’uno con il colore-sostanza, tanto che non è raro sentire ancora vivo l’odore del pigmento e scorgere qualche avvallamento della pesante superficie che cade subendo la pressione della forza di gravità. L’opera che da il titolo alla mostra, Historical Materialism, è l’esempio più consono a spiegare il rapporto di Songsong con le immagini di partenza e il trattamento riservato: in questo caso la fonte è uno scatto dal backstage di Spartacus di Kubrik durante la sistemazione delle comparse. Altre volte invece come in Big Girls, il riferimento storico è escluso dall’inquadratura pittorica, rimanendo soggiacente: le figure femminili infatti sono la figlia e la nuora di Mao Zedong in un momento di vita privata. Nella fotogallery, alcuni momenti dell’inaugurazione…

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Redazione

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