Splendori bronzei dell’Ellenismo. A Firenze

Palazzo Strozzi, Firenze – fino al 21 giugno 2015. Sono autentici tesori che emergono dalle profondità marine. Impigliati nelle reti di increduli pescatori, i bronzi antichi si sono conservati proprio grazie alla loro temporanea perdita. Oggi molti di essi sono esposti a Firenze in una mostra che lascia senza fiato.

La prima opera che si incontra è una base di statua che reca ancora i solchi su cui poggiavano, in origine, i piedi di una scultura di Lisippo, che firmò la pietra. Del celebre artista si dice che avesse realizzato 1.500 pezzi in bronzo, nessuno dei quali ci è giunto intatto. Rimangono molte sculture in marmo e pietra di epoca antica, ma la maggior parte di quelle in bronzo, che le fonti testimoniano essere state le più numerose, è perduta: anzi, “riciclata”, perché il metallo è materiale prezioso e, da sempre, serve per fare le armi e le campane. Serve per fare la guerra e per nutrire lo spirito.
Una stima valuta in poche centinaia le sculture di grandi dimensioni, intere o frammentarie, esistenti nelle collezioni di tutto il mondo. Ora a Palazzo Strozzi, con la collaborazione del J. Paul Getty Museum di Los Angeles, della National Gallery of Art of Washington e della Soprintendenza Archeologica della Toscana, ne hanno messe insieme circa cinquanta, e ognuna di esse, come afferma, giustamente fiero, uno dei curatori, “varrebbe una mostra a sé”. Ma ciò che è straordinario è vederle tutte assieme, con le patine del tempo e della storia che sono passati sulla loro pelle, affiancate in un dialogo che ne rintraccia i modelli e le sintonie ma che dà anche luce a tutte le sfaccettate tendenze dell’arte ellenistica che spesso attingeva al passato – addirittura all’epoca arcaica – per realizzare opere assolutamente contemporanee.

Atena (Minerva di Arezzo). 300-270 a.C.; bronzo, rame; cm 155 x 50 x 50. Firenze, Museo Archeologico Nazionale, inv. 248

Atena (Minerva di Arezzo). 300-270 a.C.; bronzo, rame; cm 155 x 50 x 50. Firenze, Museo Archeologico Nazionale, inv. 248

L’ellenistica è un’arte (collocabile tra il 356 e il 31 a.C.) che nasce per celebrare il sovrano, da Alessandro Magno in poi: ricerca il fasto e la grandiosità per esaltare le imprese del monarca e dei suoi più stretti rappresentanti, ma dall’altro lato – superata la ricerca di una forma ideale e classica a cui tendere – vuole dare corpo alle emozioni, all’espressività dei sentimenti non controllati, dalla rabbia alla passione. Ecco allora il titolo di questa mostra, che nel “potere” e nel “pathos” trova le due strade parallele per osservare sculture oggettivamente bellissime e ancora ricche di intarsi policromi negli occhi e nelle labbra, per percorrere le tappe delle loro scoperte, per ricostruirne – dove possibile – i contesti per i quali esse sono state realizzate o quantomeno i luoghi del loro ritrovamento, spesso casuale.

L’esposizione, infine, è l’ultima impresa firmata James M. Bradburne, che da poche settimane ha lasciato per scadenza dei termini contrattuali la direzione della Fondazione Palazzo Strozzi. Dal 2006 a oggi, insieme a uno staff eccellente, ha cambiato il modo di fare mostre a Firenze, ha introdotto una prospettiva internazionale e una didattica all’avanguardia che conquista grandi e piccini, ha saputo dar vita a esposizioni che si sono meritate primati di qualità e un’ottima affluenza di pubblico. Ci auguriamo che il solco tracciato da Bradburne possa guidare i nuovi vertici dell’istituzione fiorentina, e non solo di quella.

Marta Santacatterina

Firenze // fino al 21 giugno 2015
Potere e pathos. Bronzi del mondo ellenistico
a cura di Jens Daehner e Kenneth Lapatin
PALAZZO STROZZI
Piazza degli Strozzi
055 2645155
www.palazzostrozzi.org

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/42995/potere-e-pathos-bronzi-del-mondo-ellenistico

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Marta Santacatterina

Marta Santacatterina

Giornalista pubblicista e dottore di ricerca in Storia dell'arte, collabora con varie testate dei settori arte e food, ricoprendo anche mansioni di caporedattrice. Scrive per “Artribune” fin dalla prima uscita della rivista, nel 2011. Lavora tanto, troppo, eppure trova sempre…

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