Bombe sull’arte. La Grande Guerra a Vicenza

Gallerie d’Italia, Vicenza – fino al 23 agosto 2015. Fu un autentico macello. E solo ora, grazie ai cent’anni che si celebrano in questo 2015, si sta riportando alla luce tutto quello che ha rappresentato la Prima guerra mondiale per gli uomini, per il territorio e per l’arte.

Quando sugli ultimi di ottobre e i primi di novembre il nostro esercito si venne ritirando dal Friuli […], ufficiali e soldati venivano a frotte in pellegrinaggio dentro la Gipsoteca, sotto questi lacunari alla romana. Quel candore, quella bellezza, quell’armonia, quella serenità di statue raccolte là dentro come un consesso d’iddii, erano il primo spettacolo d’ordinata e tranquilla pace che essi incontravano dopo tant’angoscia e tanto orrore”. Così raccontava nel suo I monumenti italiani e la guerra (Milano, 1917) Ugo Ojetti, straordinario personaggio che, assieme a Gino Fogolari e tanti altri, dedicò gli anni tra il 1915 e il 1918 a mettere in salvo le più importanti opere d’arte del Friuli, del Veneto e del Trentino dall’assalto dei bombardamenti. Ma i sentimenti, la forza della bellezza che scaturiva dalla dimora dei gessi di Antonio Canova non bastò a proteggerli dalla devastazione: ai primi di dicembre del 1917 una trentina di bombe vennero sganciate su Possagno, squarciando la Gipsoteca e mandando in frantumi quella “raccolta di gessi tranquilli ed eroici”.

Antonio Canova, Najade giacente (gesso danneggiato durante i bombardamenti del 1917) - Possagno, Museo e Gipsoteca Antonio Canova - photo Giovanni Porcellato

Antonio Canova, Najade giacente (gesso danneggiato durante i bombardamenti del 1917) – Possagno, Museo e Gipsoteca Antonio Canova – photo Giovanni Porcellato

Oggi la Naiade giacente, bellissima e con il collo spezzato, priva del capo e della mano che lo sorreggeva, apre la mostra La Grande Guerra. I luoghi e l’arte ferita, e introduce i diversi percorsi – non facili, ma non tutto deve essere facile – che si intersecano e prendono il via dai panorami dal fronte disegnati da Innocente Cantinotti, ufficiale del 27° Corpo d’Armata che raffigurò anche gli edifici rovinati del Friuli e una consistente serie di ritratti dei prigionieri di guerra, con i loro volti barbuti o scavati, con i pastrani a difendersi dal gelo dei fronti alpini e con lo sguardo severo ma nonostante tutto fiero.
Dal fronte vengono anche i disegni di Aldo Carpi che hanno dato poi origine alla serie di litografie – straordinarie per qualità ed efficacia comunicativa – Sull’Adriatico, mentre Achille Beltrame negli anni del conflitto realizzava da Milano le tante illustrazioni per La Domenica del Corriere – nonché alcuni dipinti “privati” –, recandosi al fronte solo occasionalmente.

Achille Beltrame, Cima di Col Bricon, 1916 ca. - Collezione Fondazione CRTrieste

Achille Beltrame, Cima di Col Bricon, 1916 ca. – Collezione Fondazione CRTrieste

A segnare il passaggio tra la prima sezione e quella dedicata a un artista contemporaneo che ha ribattuto i sentieri degli antichi fronti, stanno le carte topografiche del Generale Montuori che documentano i movimenti dei corpi d’armata tra l’Isonzo e il Piave nei terribili giorni del novembre 1917.
Infine, un secolo dopo – un secolo di scarsa attenzione e di oblio – i luoghi della Grande Guerra, fotografati da Luca Campigotto come sono ora, protagonisti silenziosi di fotografie dall’atmosfera fredda e grave. La roccia scavata, le aperture dei rifugi, la Strada degli eroi, qualche croce e i grovigli di filo spinato ormai sono diventati parte di quei paesaggi alpini che conservano la memoria di pietra di un conflitto, per la prima volta, senza limiti.

Marta Santacatterina

Vicenza // fino al 23 agosto 2015
La Grande Guerra. I luoghi e l’arte feriti
a cura di Fernando Mazzocca e Gregorio Taccola
GALLERIE D’ITALIA – PALAZZO LEONI MONTANARI
Contrà Santa Corona 25
800 578875
[email protected]
www.gallerieditalia.com/it/palazzi/palazzo-leoni-montanari

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/43633/la-grande-guerra/

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Marta Santacatterina

Marta Santacatterina

Giornalista pubblicista e dottore di ricerca in Storia dell'arte, collabora con varie testate dei settori arte e food, ricoprendo anche mansioni di caporedattrice. Scrive per “Artribune” fin dalla prima uscita della rivista, nel 2011. Lavora tanto, troppo, eppure trova sempre…

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