Biennale di Venezia. Il padiglione dell’Australia raccontato da Fiona Hall

Nel nuovissimo spazio ai Giardini, installerà “Wrong Way Time”, un intervento dedicato a avvenimenti e temi globali, dalla politica alla finanza all'ambiente. E il mosaico della Biennale di Venezia va verso la conclusione.

Nei nuovi spazi del Padiglione dell’Australia, disegnati dallo studio Denton Corker Marshall, l’artista Fiona Hall (Adelaide, 1953) presenterà un percorso dal titolo Wrong Way Time. Un intervento installativo che si presenterà come un’enorme figura sospesa facente parte di una serie di venti. Tutte le figure saranno cucite a maglia con tessuti mimetici sfilacciati, provenienti dalle uniformi militari di vari Paesi.

Di che cosa si tratta esattamente, quando si parla di un tempo dal senso sbagliato?
La mia mostra si sviluppa attorno a un modo di dire: ci stiamo muovendo nella direzione sbagliata. È un punto vista su numerose prospettive globali…

Fiona Hall, Endings are the New Beginnings, 2014 - courtesy of the artist and Roslyn Oxley9 Gallery, Sidney - photo Clayton Glen

Fiona Hall, Endings are the New Beginnings, 2014 – courtesy of the artist and Roslyn Oxley9 Gallery, Sidney – photo Clayton Glen

Quali?
Le mie ispirazioni sono connesse alle tematiche globali che a tutti noi sono familiari, come i conflitti mondiali di questi anni, il sistema economico planetario e i problemi ambientali collegati ai cambiamenti climatici. Dato che vivo in Australia, la mia installazione si lega direttamente a problematiche globali, ma restano sempre pensieri attraversati a partire dalla mia prospettiva, dalla terra nella quale risiedo. Un parte del lavoro è stato composto e concepito nel deserto australiano. Un altro elemento proviene, invece, da una parte della Nuova Zelanda, una regione che è abitata dalle popolazioni Maori.

Il tempo è il concetto cardine di questo tuo lavoro?
Il concetto di tempo fa diretto riferimento a una sorta di elastico metaforico: quando le cose vanno bene, si muove velocemente. Quando le situazioni precipitano, il tempo si dilata. Ritengo che nel mondo attuale il tempo corra più velocemente di quanto succedesse negli anni precedenti, a causa di Internet e delle nuove tecnologie. Molte persone stanno scivolando in un tempo che sta diventando precipitosamente angosciante.
Mi piace pensare che la mia installazione sia una risposta impegnata e immaginativa a problemi decisamente seri, austeri, contemporanei.

Fiona Hall, Ulnus glabra-SCotch elm dalla serie When My Boat Comes In, 2002 - courtesy of the artist - photo Clayton Glen

Fiona Hall, Ulnus glabra-SCotch elm dalla serie When My Boat Comes In, 2002 – courtesy of the artist – photo Clayton Glen

Come pensi sarà letta la tua opera dai visitatori della Biennale?
Credo che i visitatori australiani che attraverseranno il padiglione si connetteranno più facilmente alle prospettive concettuali che farò emergere, mentre quelli provenienti da altri Paesi apprezzeranno l’unicità di un immaginario australiano.

Quest’anno l’Australia ha un padiglione tutto nuovo. Cos’hai pensato la prima volta che hai fatto il sopralluogo espositivo?
La prima volta che ho visitato i Giardini sono rimasta impressionata dal contesto storico permanente della Biennale di Venezia, evidenziato soprattutto dall’architettura di molti padiglioni. I movimenti, le correnti delle diverse arti visive stanno evolvendo costantemente, e a ogni Biennale il medesimo padiglione può essere utilizzato in modi differenti. L’Australia è fortunata per il fatto che quest’anno è stato costruito un nuovo padiglione e verrà aggiunta una nuova dimensione agli spazi.

Fiona Hall - photo Natalie Robertson

Fiona Hall – photo Natalie Robertson

Quali connessioni intravedi fra il tuo percorso e il tema principale, All the World’s Futures?
Non credo che sussista una reale coincidenza fra la mia mostra e quella di Enwezor, sebbene si possano trovare assonanze fra i due percorsi. Ispirazioni, pensieri, concetti e forme della mia installazione ritengo possano rispecchiarsi anche in molti artisti selezionati da Enwezor.

Un augurio ai visitatori del Padiglione Australia.
Mi piacerebbe che il pubblico che guarderà la mia installazione si unisse a me nell’augurio di un mondo che vada avanti, che si muova in direzioni positive.

Ginevra Bria

www.australiacouncil.gov.au/strategies-and-frameworks/venice-biennale/

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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