Andrea Cardia presenta il suo murale al Pigneto. Metri e metri di colore, per omaggiare la storia recente d’Italia, di Roma e del quartiere

La storia d’Italia, nell’ultimo cinquantennio. Riflessa nella storia di una quartiere romano, il Pigneto, e nella miriade di simboli, immagini, ricordi, talenti, che disegnano il volto del Paese e della città. “Il muro era vuoto” è un’opera impegnativa, nelle dimensioni e nell’intenzione. Perché al vuoto di quella superficie grigia e scabra, che circonda l’Istituto religioso […]

La storia d’Italia, nell’ultimo cinquantennio. Riflessa nella storia di una quartiere romano, il Pigneto, e nella miriade di simboli, immagini, ricordi, talenti, che disegnano il volto del Paese e della città. “Il muro era vuoto” è un’opera impegnativa, nelle dimensioni e nell’intenzione. Perché al vuoto di quella superficie grigia e scabra, che circonda l’Istituto religioso delle Sorelle della Misericordia, Andrea Cardia, pittore (avvezzo a lavorare in studio e  non per strada), ha voluto sostituire l’horror vacui delle tante fantasie e memorie collettive, regalando alla Capitale un altro landmark in forma di wall painting.
Siamo in via Luchino dal Verme, in zona Prenestina. Qui  Cardia è nato e cresciuto, e qui ha voluto ambientare il suo monumento colorato, srotolato lungo un anonimo muro uguale a tanti. Che da oggi diventa un muro speciale. Ideatore del progetto, realizzatore e finanziatore – con l’aiuto di una campagna di crowdfunding – Andrea ha coinvolto altri artisti nel cantiere, chiedendo loro di continuare l’opera ed ampliarla, senza dimenticare di sensibilizzare i residenti, adulti, bambini, anziani, immigrati, tutti partecipi del processo realizzativo: chi dipingendo, chi porgendo le sue storie, chi offrendo spunti, chi scambiando due chiacchiere con l’autore.

Andrea Cardia, Il muro era vuoto - Roma, 2015

Andrea Cardia, Il muro era vuoto – Roma, 2015

Scorrendo il lungo story board, pensato come un gigantesco puzzle, l’occhio inciampa tra icone immortali, piccoli miti nazionalpopolari, personaggi noti, volti di gente comune e autentiche pietre miliari degli ultimi decenni: dalla caduta del muro di Berlino alla lambretta, passando per il calcio, il cinema, Pasolini (celebratissimo da diversi murales romani), le autostrade, le antenne sui tetti e il recente exploit multietnico. È il ritratto dell’Italia, Nazione e crogiolo di dialetti, di città, di quartieri, nei suoi rapporti con le grandi vicende internazionali e nel suo essere commedia, tragedia, satira, poesia, ingegno, cronaca e letteratura. Tutto insieme, in una ballata di personaggi e di colori, affastellati lungo un mastodontico comics.
L’opera, che si presenta oggi, 19 aprile, in realtà non è ancora terminata. Altri 120 metri di muro, stavolta su via Munzio Attendolo – sempre lungo il perimetro dell’Istituto – saranno riempiti di immagini nei prossimi mesi. L’evento festoso, che presenta ufficialmente il progetto alla città, serve anche a raccogliere un po’ di fondi, per acquistare i materiali: tra street food, concertini, spettacoli e un’estemporanea di bambini che dipingeranno alcune parti, si continua il lavoro di sensibilizzazione e di coinvolgimento. Aspettando il secondo capitolo e una nuova carovana d’artisti in azione.

– Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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