Biennale di Venezia. Il padiglione dell’Olanda raccontato da Herman de Vries

Herman de Vries, sostenuto dal Mondriaan Fund, renderà lo spazio di Rietveld ai Giardini un punto di approdo per una rappresentazione itinerante della natura. L’artista del 1931 porterà i suoi lavori in Laguna, a Venezia e non solo ai Giardini.

Pittore, scultore, artista concettuale olandese, Herman de Vries (Alkmaar, 1931) dal 1954 lavora a mobiles, dipinti monocromi, collage e oggetti ottico-cinetici. È sempre stato vicino al Gruppo Zero, pubblicando ad Arnhem la rivista Integration. Da qualche mese il suo progetto per la 56. Biennale d’Arte di Venezia, curato da Cees de Boer e Colin Huizing, ha impressionato la giuria che lo ha selezionato. L’artista ottantenne rielaborerà in parte gli insegnamenti evinti dalla sua più grande retrospettiva organizzata allo Stedelijk Museum Schiedam, nell’autunno del 2014, per sviluppare un percorso atipico per la Biennale, debordante, scientifico e, come d’uso, di pensiero.
Nel padiglione disegnato da Rietveld saranno visibili non solo installazioni e lavori recenti dell’artista, ma anche una serie di interventi concepiti appositamente per la città di Venezia, analizzata come un habitat; un ecosistema dalla ricchezza insulare ancorapoco esplorata.

Ci spieghi il titolo to be all ways to be e i temi annessi che presenterai al Padiglione olandese?
Il titolo è stato scelto da diversi curatori. Si tratta di una frase poetica che ho composto nel 1974: parole scritte a mano su diversi fogli di carta sparsi, che quando venivano letti permettevano vedere le parole impresse quasi senza fine, cambiando ordine continuamente, secondo combinazioni diverse. Esattamente come avviene nel tempo in cui puoi fare esperienza del mondo, apparentemente senza fine, attraverso una molteplicità aspetti ontologici. Questo è il nostro compito sulla terra: quello di scoprire che cos’è essere diventati quel che noi siamo.

herman de vries, die steine (detail), 2009 - photo herman de vries archive

herman de vries, die steine (detail), 2009 – photo herman de vries archive

Come interagiranno le tue installazioni con il pubblico? Il lavoro sarà allestito all’interno del padiglione?
Il fattore più importante è sapere che ci sono lavori che verranno installati tanto nel Padiglione dei Giardini, quanto in città e in Laguna. Venezia è la Laguna e la Laguna è Venezia. Entrambi sono un habitat per le persone, un biotopo tra natura e cultura.

A che cosa corrisponde la tua definizione di urgenza?
Fin dall’inizio della mia vita e da principio della mia carriera artistica, quando cominciai a concepire i miei primi lavori, sessant’anni fa, la natura si è presentata come un’istanza urgente. Questa è la nostra realtà primaria. Tutte le altre dimensioni del nostro vivere sono secondarie.

E dunque come definisci la natura?
La natura presenta e rappresenta se stessa.

Quale scenario visivo conferirai al padiglione?
La natura è arte.

herman de vries, rosa damascena (detail), 1984-present - photo Christian Blei, Stuttgart

herman de vries, rosa damascena (detail), 1984-present – photo Christian Blei, Stuttgart

La storia e l’estetica architettonica del Padiglione di Rietveld attiveranno un dialogo con i tuoi lavori? Che cosa hai pensato la prima volta che hai compiuto un sopralluogo in vista dell’allestimento?
È uno spazio davvero meraviglioso e so che lì posso mostrare le cose proprio come sono nella realtà. Sì, voglio mostrare le cose come sono.

Di che cosa faremo esperienza?
Mi auguro che to be all ways to be rappresenti proprio un’esperienza. Ho esplorato la natura della Laguna veneziana. Il diario che ho tenuto durante la mia visita ad acquitrini e paludi ha coperto interamente, tanto a livello temporale quanto a livello estetico-formale, la mostra che presenterò negli spazi del Padiglione. Allo stesso tempo invito i visitatori a prendere parte a un episodio della natura e a un ambiente storico, attraverso uno spostamento in battello organizzato verso un’isola deserta: Lazzaretto Vecchio, lì dove si può vedere la natura vincere ancora e superare, nuovamente, sulla cultura.

In quale modo to be all ways to be si connetterà al tema principale di questa edizione, All the World’s Futures?
Si tratta semplicemente di mostrare le modalità secondo le quali noi interagiamo con la natura e questo diventerà il nostro futuro.

Potresti formulare un pensiero o formulare un invito che accompagni i visitatori al Padiglione olandese in Biennale?
Visitate la Laguna, guardate, ascoltate, annusate, sentite ed entrate in tutti i suoi aspetti. Poi, in ultimo, state attenti.

Ginevra Bria

www.mondriaanfonds.nl/en/venice-biennale/

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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