Il Quirinale? Diventi un museo. Ed è dibattito nazionale

Eletto il Presidente della Repubblica, dopo incredibili giri di valzer politici, non si spegne una piccola grande questione parallela. Che ne sarà del Quirinale? Il Capo dello Stato potrebbe essere sfrattato, per farci un museo? S’infuoca il dibattito e arriva anche una petizione. L’opinione pubblica e gli esperti: Mattarella compia la sua prima rivoluzione

IL QUIRINALE COME IL LOUVRE. O COME UN’EXPO PERMANENTE. PAROLA DI RUTELLI

Trasformare il Quirinale in un museo, restituire questa meraviglia alla cittadinanza e farne una meta eccellente per turisti, come accade per molti palazzi reali nel mondo. La risposta italiana al Louvre, che fu per molti secoli residenza dei Sovrani di Francia. Utopia? Per molti una concreta possibilità.
Incastonato sull’omonimo colle romano, il Palazzo venne costruito a partire dalla fine del Cinquecento, essendo residenza estiva del pontefice fino al 1870 e residenza dei re d’Italia fino al 1946. All’interno si incrociano opere di artisti come Guido Reni, Melozzo da Forlì, Pietro da Cortona, Domenico Fontana, e una sequenza mozzafiatto di sanze, logge, sale, saloni, scalinate, capelle, tarsie, affreschi, arazzi, decori, arredi sountuosi. Un tesoro abbagliante, più imponente ed esteso di Buckingham Palace e della Casa Bianca. Perchè dunque non consacrarlo come museo? All’indomani dell’elezione del Presidente della Repubblica Artribune aveva riportato all’attenzione la questione, auspicando, sull’onda della proverbiale sobrietà di Sergio Mattarella, una felice riconversione culturale di questo spazio immenso. Non più (o non solo) residenza privata del Capo dello Stato, ma scrigno di bellezze storico-artistiche e architettoniche, finalmente dischiuse al mondo.

Quirinale, la Scala del Mascarino

Quirinale, la Scala del Mascarino

L’idea, naturalmente, circola già da tempo. Sul tema è più volte intervenuto l’ex Ministro dei Beni Culturali e Sindaco di Roma Francesco Rutelli, che farebbe del Quirinale un hub strategico, sede di un’Expo permanente in cui raccontare la vicenda culturale italiana, sfruttando una porzione dell’esteso complesso istituzionale. Già nel 2013 Rutelli era intervenuto in proposito, immaginandolo come una “porta di ingresso alla cultura del nostro paese, un luogo per conoscere la storia, la lingua, l’architettura, lo spettacolo, la musica, la tecnologia e il design. Un museo lungo tremila anni, dal mille avanti Cristo al 2013, ultracontemporaneo, e che raccolga in prestito alternativamente opere da tutta Italia. Un museo statale ma che interessa la politica nazionale perché può portare centinaia di occupati e una crescita del Pil».

Le meraviglie del Quirinale

Le meraviglie del Quirinale

GIORNALISTI E ARCHEIOLOGI, UN CORO UNANIME
Andando ancora indietro, fino al 2007, Oscar Giannino tirava fuori la questione, affermando in un appassionato articolo: “Noi saremmo disposti idealmente a spianare il Quirinale tutto. Meglio vederlo sostituito da un Museo del passato che all’Italia manca, che eternato in un cronicario della politica ingessata dell’Italia attuale”. E proprio in quell’articolo, Giannino si soffermava a lungo sugli studi e le opinioni dell’illustre archeologo Andrea Carandini, già presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, impegnato in una strenua battaglia per la tutela del patrimonio. Anche lui convinto sostenitore della tesi di Rutelli, ha più volte spinto per la trasformazione del Quirinale in un mega museo della Nazione.
Un dibattito che dura da tempo e che continua a montare. Lo scorso 30 dicembre Gian Antonio Stella pubblicava sul Corriere della Sera un articolo efficacissimo, con un incipit  lapidario: “Il Quirinale è la casa degli italiani, ha detto più volte Giorgio Napolitano. È una frase molto bella. Espressa, ne siamo certi, con sincerità. Gli italiani, però, possono entrarci poco. Sarebbe un torto alle istituzioni scegliere per il capo dello Stato una sede nobile ma diversa spalancando finalmente a tutti uno dei palazzi più importanti del pianeta?”.  Articolo che evidenziava tutti i limiti di questo utilizzo “monarchico” del Palazzo: dai costi elevatissimi per la comunità, nonostante i tagli operati da Napolitano (ad oggi il budget a disposizione è di 224 milioni di euro), all’apertura al pubblico praticamente nulla, solo su appuntamento e solo qualche domenica, ogni tanto per le scolaresche.

Barack Obama, la first lady Michelle Obama, Giorgio Napolitano e la moglie Clio, al Quirinale

Barack Obama, la first lady Michelle Obama, Giorgio Napolitano e la moglie Clio, al Quirinale

Insomma, un posto che avrebbe tutti i numeri per offrire all’Italia prestigio internazionale ed economie. Con il plauso dei cittadini: “Certo”, conclude Stella, “molti funzionari, burocrati, dirigenti che si erano abituati a vivere in quella bambagia, storcerebbero il naso: ma come! la tradizione! il decoro! Gli italiani però, ci scommettiamo, vedrebbero la svolta con simpatia. E la leggerebbero, di questi tempi, come un gesto di sobrietà, di riconciliazione, di amicizia”.
A fargli eco è Aldo Grasso, lo scorso 14 gennaio. Dalle colonne del Corriere si leva un’altra voce decisa, che insiste sugli stessi temi, scrivendo nero su bianco: “Il Quirinale è troppo bello e troppo costoso perché ne goda una sola persona, sia pure il Presidente della Repubblica”. E tra i vari sostenitori della causa, Grasso cita anche Ernesto Galli della Loggia, che aveva avanzato l’ipotesi di farne  un Museo della Storia italiana. Infine, nel corso della diretta sul rito d’insediamento del neo Presidente, anche Enrico Mentana, dagli Studi di la7, ha improvvisato un passaggio: a quando una nuova vita – pubblica e culturale – per le strabilianti residenze presidenziali?

Palazzo del Quirinale, la Sala Gialla restaurata

Palazzo del Quirinale, la Sala Gialla restaurata

LA PETIZIONE POPOLARE. MATTARELLA RISPONDA AGLI ITALIANI

Querelle di portata nazionale, dunque, che può contare su autorevoli voci. Mancava giusto l’ultimo capitolo: la classica petizione popolare. Non così scontata, per un tema apparentemente di nicchia. E invece, subito dopo l’elezione del Presidente Mattarella, la raccolta di firme è arrivata. L’SOS è partito su Change.org: “Il Quirinale e i suoi giardini diventino museo della Repubblica italiana”. Ad oggi le firme sono quasi 3.000 e il testo che accompagna il documento cita i palazzi presidenziali di Praga (Hrad), Madrid (Palacio Real) e Vienna (Hofburg), capaci di attirare ogni anno milioni di visitatori.

Il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella

Il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella

Certo, a dovere organizzare tutto – allestimenti, adeguamenti, servizi – occorrerebbe un certo investimento di base, ma poi? Con questi numeri, sarebbe una vera panacea per la casse dello Stato, per le economie dell’indotto e per l’immagine dell’Italia del mondo. Un nuovo simbolo dell’italica grandeur.
La palla adesso passa a Sergio Mattarella, che di prestigio potrebbe solo guadagnarne, ad avallare questa piccola grande rivoluzione. Un gesto di rottura e di lungimiranza, che da solo misurerebbe il valore etico ed intellettuale di un Presidente innovatore. Anche questa è politica.

Helga Marsala

www.quirinale.it
La petizione su Change.org

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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