Ecco tutti i vincitori dei Golden Globe 2015. L’anteprima degli oscar premia Richard Linklater e il suo Boyhood. Corea del Nord bersaglio della satira dopo la censura a James Franco

Si è appena chiusa la 72° edizione dei Golden Globe Awards, premi assegnati nella Ballroom del Beverly Hilton Hotel di Los Angeles, trasmessi in diretta dal canale statunitense NBC. Amy Poehler e Tina Fey hanno presentato per il terzo e ultimo anno consecutivo la cerimonia. Primeggia, per numero di vincitori, Boyhood, di Richard Linklater, che […]

Si è appena chiusa la 72° edizione dei Golden Globe Awards, premi assegnati nella Ballroom del Beverly Hilton Hotel di Los Angeles, trasmessi in diretta dal canale statunitense NBC. Amy Poehler e Tina Fey hanno presentato per il terzo e ultimo anno consecutivo la cerimonia. Primeggia, per numero di vincitori, Boyhood, di Richard Linklater, che ritira tre dei cinque premi a cui era candidato (miglior dramma, miglior regia, miglior attrice non protagonista Patricia Arquette). Il film è stato presentato a febbraio 2014 al Festival di Berlino, e racconta la crescita di un ragazzo durante dodici anni. Il tempo della storia coincide con quello delle riprese (una settimana all’anno). Delle sette nomination, solo due premi a Birdman di Alejandro Inarritu: miglior protagonista in una commedia a Michael Keaton e miglior sceneggiatura. Due premi anche a The Theory of Everything: Eddie Redmayne protagonista drammatico soffia la statuetta a Benedict Cumberbatch, che la telecamera tana visibilmente infastidito, e miglior colonna sonora originale allo svedese Johann Johannsson. Con tutte le belle colonne sonore a disposizione, non è chiaro il criterio che ha portato a questa scelta.
Miglior commedia The Grand Budapest Hotel di Wes Anderson. Rispettano i pronostici le vittorie degli attori: a Julianne Moore Golden Globe come miglior attrice drammatica in Still Alice di Wash Westmoreland, ad Amy Adams come miglior attrice nella commedia Big Eyes di Tim Burton, miglior attore non protagonista a J. K. Simmons in Whiplash. Selma di Ava DuVernay porta a casa solo il premio per la migliore canzone originale a John Legend. The Imitation Game, che pure aveva ricevuto ben cinque nomination, torna a casa a mani vuote. Speriamo si rifaccia agli Oscar. Fargo è la migliore miniserie e il protagonista Billy Bob Thornton il miglior attore. The Affair la miglior serie drammatica dell’anno e Ruth Wilson la migliore protagonista nella stessa categoria. Kevin Spacey è il miglior attore protagonista di una serie drammatica (The House of Cards). Delusione per True Detective di Cary Fukunaga che non ha ricevuto nessun riconoscimento.
Premio alla carriera Cecil B. DeMille a George Clooney, che non ha dimenticato le vicende recenti di Parigi. Miglior film straniero a Leviathan di Andrei Zvyaginstev, che così prende una rivincita sul Festival di Cannes che allora l’aveva snobbato in favore del favorito Winter Sleep (Nuri Bilge Ceylan). Questa edizione si ricorderà per la treccia di Jared Leto e le scollature vertiginose. Tina Fey ed Amy Poehler non hanno risparmiato nessuno, ma il cavallo di battaglia della serata è stata sicuramente la satira verso la Corea del Nord per il caso dell’attacco hacker e il film The Interview di James Franco. Giovedì ci saranno i Critic’s Choice Awards e contemporaneamente verranno annunciate le nomination agli Oscar che si terranno il 22 febbraio, perciò restate connessi.

Federica Polidoro

 

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Federica Polidoro

Federica Polidoro

Federica Polidoro si laurea in Studi Teorici Storici e Critici sul Cinema e gli Audiovisivi all'Università Roma Tre. Ha diretto per tre anni il Roma Tre Film Festival al Teatro Palladium, selezionando opere provenienti da quattro continenti, coinvolgendo Istituti di…

Scopri di più