Miami Updates: satira social per Jerry Saltz, scatenato contro Art Basel su Instagram e Facebook. Al vetriolo le sue battute su Gagosian…

Il collezionista che esibisce il pass VIP per entrare in fiera? Per lui è rappresentato al meglio dalla figura che in un codice miniato estrae orgoglioso il membro, mostrandolo al suo ieratico interlocutore con la postura e la mimica di chi afferma il più spaccone dei “béccati questo!”. È noto per essere tipo che non […]

Il collezionista che esibisce il pass VIP per entrare in fiera? Per lui è rappresentato al meglio dalla figura che in un codice miniato estrae orgoglioso il membro, mostrandolo al suo ieratico interlocutore con la postura e la mimica di chi afferma il più spaccone dei “béccati questo!”. È noto per essere tipo che non le manda a dire Jerry Saltz, ma questa volta il temutissimo critico del New York Magazine ha superato se stesso: dando il via ad una esilarante campagna di satira ai danni dell’art world che si è dato appuntamento ad Art Basel Miami, usando come armi affilatissime quelle dei social network. Instagram in primis. Tutto comincia lunedì 1 dicembre, quando il nostro eroe pubblica sul proprio profilo l’immagine di un’antica miniatura che riporta il supplizio di un infedele cui viene imposto il battesimo, con tanto di bagno coatto nelle acque di un fiume: “eccomi mentre cerco di essere convinto dai redattori del New York Magazine ad andare alla fottuta Art Basel Miami” scrive il nostro. Che finge di non voler partecipare all’evento ma poi ovviamente ci si precipita, sparando le sue caustiche battute sui malcapitati David Zwirner, Jeff Koons, Damien Hirst, Hans Ulrich Obrist, Urs Fischer. Il taglio è super triviale, con una serie di pic associati alle amate miniature medievali che fanno ribaltarsi dalla sedia: il passaggio di Fischernella scuderia di Larry Gagosian è parificato a un doloroso clistere ai danni Gavin Brown, suo precedente gallerista; Marc Glimcher della Pace Gallery è un lupo che si rosicchia i genitali, mentre le performance di Marina Abramović si trasformano in parti truculenti o demoniache torture.
L’iconografia del buon Jerry arriva anche ai giorni nostri, non temiate: dopo due giorni di fiera eccolo immedesimarsi nel Christopher Walken de Il cacciatore. Nella scena della roulette russa, ovviamente…

– Francesco Sala

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Francesco Sala

Francesco Sala

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