Quanto sono odiosi gli indifferenti. Lo dice Giuseppe Stampone a Roma

Palazzo Poli, Roma – fino all’11 gennaio 2015. Inaugurata in occasione della X Giornata del Contemporaneo, la mostra di Stampone ha un focus chiaro e semplice, dagli echi gramsciani: bando agli indifferenti. E l’Istituto Nazionale per la Grafica della Capitale si apre ancora una volta alla creatività d’oggi.

In Odio gli indifferenti di Giuseppe Stampone (Cluses, 1972; vive a Teramo e Roma) i curatori Raffaele Gavarro e Antonella Renzitti hanno proposto un percorso che include, per la prima volta in un contesto museale, il progetto neodimensionale Solstizio, avviato dall’artista nel 2008. Il titolo della mostra, che evoca uno scritto di Antonio Gramsci del 1917, esplicita un presa di posizione: la necessità di agire in un’era che ha portato a un immobilismo fisico e spesso a una necrosi intellettuale, epoca in cui si accetta passivamente l’assetto della cultura occidentale dietro al quale si celano le dinamiche economico-culturali mondiali. È il caso delle 113 bandiere delle nazioni dei vincitori del Premio Nobel per la pace realizzate da Stampone in penna bic e smalti. Il continuum delle bandiere è intervallato da 19 monocromi blu che oscurano quelle nazioni – o meglio quelle personalità – che non hanno ricevuto il premio a causa di conflitti politici. A questo punto il premio riguarda solo e soltanto la persona o è manovrato da interessi più alti?
Nella seconda sala troviamo The Global Dictature, ritratti dei venti dittatori del mondo (riprodotti a penna bic da copertine di riviste d’epoca) che fronteggiano una grande mappa, personale considerazione geopolitica dell’artista dell’assetto mondiale attuale; sulla cartina ogni nazione è intrappolata dal reticolato delle multinazionali che tracciano percorsi sempre più ampi.

Giuseppe Stampone - Odio gli indifferenti - veduta della mostra presso Palazzo Poli, Roma 2014

Giuseppe Stampone – Odio gli indifferenti – veduta della mostra presso Palazzo Poli, Roma 2014

Stampone attinge al web per estrapolare icone forti e riconoscibili, che l’artista rompe nella loro unità semantica poiché li associa a parole ironiche che ne minano e virano il senso nella forma degli abbecedari. La mostra intende proprio stimolare punti di vista differenti, tentando di scardinare quelli già dati e auspicando il ritrovamento della capacità di agire attraverso l’attività critica del pensiero individuale; quest’ultimo è coadiuvato dalla proliferazione di idee e di punti di vista tipica dell’intelligenza collettiva della Rete.
È proprio lo scopo di Solstizio, presente in mostra attraverso installazioni video e tavole; questo progetto si sviluppa in un programma didattico dedicato ai bambini delle scuole elementari, di ogni estrazione e nazione: per prendere loro coscienza di tematiche scottanti socio-ecologiche della contemporaneità attraverso il gioco e lo stimolo della creatività. La teoria in Stampone è sempre accompagnata dalla prassi e questa metodologia conferisce una sfaccettatura etica a un’arte che non deve solo dilettare, ma anche elevarsi a pedagogia collettiva e connettiva.

Martina Lolli

Roma // fino all’11 gennaio 2015
Giuseppe Stampone – Odio gli indifferenti
a cura di Raffaele Gavarro e Antonella Renzitti
ISTITUTO NAZIONALE PER LA GRAFICA – PALAZZO POLI
Via Poli 54
06 69980242
www.grafica.beniculturali.it

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/38740/giuseppe-stampone-odio-gli-indifferenti/

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Martina Lolli

Martina Lolli

Curatrice e giornalista freelance nei settori di arte e musica. Dopo aver frequentato “La Sapienza” e l’Accademia di Brera (comunicazione e didattica per l'arte contemporanea) conclude la formazione con il corso per curatori CAMPO 14 alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.…

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