Franco Vaccari. Finalmente a Napoli

Fondazione Morra Greco, Napoli – fino al 30 novembre 2014. “Photomatic d’Italia”, lavoro cardine dell’opera di Franco Vaccari e della nuova fotografia italiana, venne realizzato in Campania. Ma a Napoli mai era stato esposto, finora. Ora si colma un gap con una grande mostra.

È un percorso verticale quello della prima mostra personale di Franco Vaccari (Modena, 1936) a Napoli, scandito sui tre diversi livelli dell’edificio della Fondazione Morra Greco, che, nell’ambito del Progetto XXI, promosso dalla Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee in collaborazione con la Regione Campania, ospita opere sia storiche che inedite dell’artista modenese.
La mostra s’iscrive all’interno di una programmazione espositiva volta a delineare i temi e gli sviluppi delle ricerche artistiche del panorama italiano e straniero e si propone di “colmare un inspiegabile ritardo”, ovvero quello relativo ai lavori di Photomatic d’Italia eseguiti proprio in Campania tra il 1973 e il 1974 e mai esposti in precedenza. Nella prima sala infatti sono state allestite le photostrip di questa serie, che restituiscono alla terra partenopea la memoria di un trascorso storicizzato ed estetizzato, e costituiscono – insieme a quelle dell’Esposizione in tempo reale n. 4 della Biennale di Venezia del 1972 – un notevole punto di snodo nelle sue riflessioni riguardo all’inconscio fotografico, ristabilendo la polarità sullo strumento e sulle sue capacità di autonomia e di autodeterminazione nel processo di formalizzazione e organizzazione delle immagini. Difatti Vaccari opera un’analisi linguistica dello strumento fotografico che giunge a effetti di impersonalità e alla riduzione dei termini autoriali, eliminando l’operatore, rifiutando di porsi al di qua dell’obiettivo e “facendosi teorico del selfie con quarant’anni di anticipo”.

Provvista di ricordi per il tempo dell'Alzheimer, 2003, Film in VHS trasferito in digitale, Courtesy l'artista e P420, Bologna

Provvista di ricordi per il tempo dell’Alzheimer, 2003, Film in VHS trasferito in digitale, Courtesy l’artista e P420, Bologna

La sala successiva è stata invece ideata come una camera oscura, un’installazione site specific (Luci, 2014) dove lo spazio espositivo divenuto esperienziale è quello interno ai meccanismi fotografici che ripropongono la lettura non solo ottica della realtà, in una visione ribaltata e differita. Al livello inferiore la proiezione de I cani lenti del 1971, mediante l’ingrandimento della scala, invita ad assumere un punto di vista ribassato, quello proprio dell’animale, e a trattenersi nella sua dimensione animalesca, puntando la moviola sul suo comportamento e sulla sua psicologia.
Al piano superiore, in maniera diversa dalle opere precedenti, lo spettatore è chiamato a partecipare alla definizione dei significati dell’opera, decodificando con il proprio smartphone i testi criptati dei QR code associati a foto in bianco e nero. La lettura di questi lavori, che compongono la serie Rumori Telepatici, avviene su un triplice livello – quello visivo/immediato, quello crittografico/enigmistico e quello verbale/posteriore – e sull’interazione tra segni intersemiotici nel loro apprendimento presso il pubblico. La mostra si chiude con la proiezione nell’ultima sala di Provvista di ricordi per il tempo dell’Alzheimer del 2003, un film di video e fotografie personali proposte come cura alla malattia e al destino di oblio che ne comporta.

Rosa Esmeralda Partucci

Napoli // fino al 30 novembre 2014
Franco Vaccari – Rumore Telepatici
FONDAZIONE MORRA GRECO
Largo Avellino 17
081 210690 / 081 5510343
[email protected]
www.fondazionemorragreco.com

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/38771/franco-vaccari-rumori-telepatici/

 

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Rosa Esmeralda Partucci

Rosa Esmeralda Partucci

È nata ad Avellino nel 1990 e ha frequentato il corso di Laurea Triennale in Archeologia e Storia dell'Arte all'Università degli Studi di Napoli Federico II. Attualmente è in procinto di discutere la tesi in storia dell'arte contemporanea. Ha scritto…

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