Yuri Ancarani, luci (spente) a San Siro. Il rito del calcio, fuori dal campo

Finalista al Premio Maxxi 2014, l’ultimo film di Yuri Ancarani è stato acquisito in collezione dal Museo. Una nuova prova per l’artista, che nei suoi film mette a punto una singolare epica del quotidiano: stavolta, davanti alla telecamere, c’è il gioco del calcio…

Il grande spettacolo dello sport, come sistema mitologico di forze e di narrazioni: antico rituale collettivo, gonfio di emotività e inghiottito dall’enfasi mediatica. Il calcio, ad esempio. Con tutto quel portato di energie corali, di economie ipertrofiche, di ossessioni liturgiche, di furor partigiano tra gli spalti e di controllo tattico sul campo.
Un irrinunciabile show per le masse, che Yuri Ancarani ha scandagliato con il suo ultimo film: San Siro (2014), ambientato nel celebre stadio milanese, rilegge il tema con esattezza e slancio poetico, affidando alla sintassi del cinema un racconto laterale. Al centro, una partita. Non l’evento del match tra le squadre, ma quello che c’è dietro, al di là del brillio dei riflettori.

Yuri Ancarani, San Siro, 2014

Yuri Ancarani, San Siro, 2014

Il gioco, stavolta, avviene fuori dal perimetro della competizione, là dove l’ingranaggio della macchina agonistica si affila, prende forma. La storia prima della storia. Addetti ai lavori, tecnici, operai, registi invisibili dello spettacolo sportivo, compiono davanti alla telecamere la litania dei preparativi: il posizionamento delle transenne sotto una pioggia battente, i controlli della sicurezza, l’allestimento del manto erboso. E poi i giocatori, novelli gladiatori, colti nella tensione emotiva del percorso che conduce al tempio. Al loro arrivo il racconto s’arresta. Il film è compiuto, a un soffio dal fischio dell’arbitro.

Ancarani, con la consueta attitudine da antropologo, prosegue lungo il solco di un’epica del quotidiano, esplorando nuovi cerimoniali, nuove retoriche di gesti. Lentamente, tra attenzione clinica ed enfasi teatrale. E taglia fuori i volti, quasi del tutto. La sola identità possibile è quella del corpo sociale coinvolto nel rito. Sul fondo c’è lo stadio, architettura immobile, monumentale, eloquente come un teatro vuoto o una cattedrale in attesa dei fedeli.
San Siro, tra le opere finaliste del Premio Maxxi 2014, insieme a quelle di Micol Assaël, Linda Fregni Nagler e Marinella Senatore, dpo la mostra è stato acquisito dal museo, grazie alla donazione degli Amici del Maxxi. Realizzato in collaborazione con SKY per il Sociale e Careof DOCVA, sarà trasmesso in versione integrale su Sky Arte, il prossimo novembre.

Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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