Palazzo Collicola: ultimi giorni per vedere cinque mostre a Spoleto

Con l’arrivo dell’autunno chiudono le mostre estive di Palazzo Collicola, inaugurate per la 57esima edizione del Festival dei Due Mondi. Chi non è riuscito ancora a vederle, si affretti: il finissage è questo weekend. E anche quest’anno Gianluca Marziani, direttore artistico del museo, ha apparecchiato una cinquina di gustosissime esposizioni che si articolano con efficacia per i diversi spazi dell’ex Museo Carandente.

Cinque le mostre allestite fino al prossimo weekend a Palazzo Collicola. A cominciare dalla strepitosa Unseen di Matteo Basilé. Un percorso drammaturgico del ritratto che, con le sue oscure densità coloristiche e concettuali di grande impatto, trova nelle atmosfere barocche dell’appartamento nobiliare l’ambientazione ideale. Degna di nota anche la nuovissima serie fotografica di Francesco Bosso, After Dark, paesaggi romantici e rigorosi d’evanescente alchimia. The pink gaze, in collaborazione con il MNAO di Roma, invece, ha presentato in group show alcune significative artiste del panorama nipponico contemporaneo. E ancora, Archeofuturo di Franca Pisani, ricerca dal sapore antropologico, mette in relazione mito e inconscio.
Ma in particolare, Imperatori di luce (riflessioni sul potere) di Ria Lussi suscitato interesse: frutto della collaborazione con Massimiliano Floridi e Gesine Doria Pamphilj, di fatto conferma la ritrovata liaison fra un’importante famiglia nobiliare italiana e l’arte, che si è concretizzata nel progetto Serie Contemporanea. Scrive Marziani, curatore della mostra: “Sul codice di un mecenatismo che ha varcato i secoli, la famiglia Dorja Pamphilj riporta l’attenzione sulla commissione come forma elaborativa di un immaginario, proseguendo la ritualità delle antiche abitudini ma con accenti contemporanei, regolati sulla misura linguistica del presente”.

Matteo Basilé al piano nobile

Matteo Basilé al piano nobile

Prescelta per la prima commissione, Lussi ha intrecciato metafora e ironia, simbolismi ed elementi filosofici, rigore e visioni, per realizzare in vetro di Murano i busti di dodici imperatori –sia romani sia bizantini- che dopo Genova e Spoleto, saranno esposti in autunno a Roma presso la Galleria Doria Pamphilj. Tappa speciale quella di Palazzo Collicola Arti Visive, dove, a introdurre i busti imperiali, c’è la Matrix Imperatorum, scultura di neon alta tre metri. Torreggia vicino a una delle due porte, che come in uno spazio teatrale immettono nel candido ambiente. Qui spicca l’imperiale schiera: Augusto, Traiano, Diocleziano, Giustiniano… Ai busti sono affiancati i disegni originali “per me preziosi”, afferma l’artista, “perché sono quelli che ho realmente utilizzato in fornace, con gli ineguagliabili maestri vetrai di Murano, dove infine è avvenuta la creazione. (La creazione è beatitudine e io come loro sono grata al cielo)”.

Ria ci racconti dall’inizio quest’esaltante esperienza?
Quando i coniugi Floridi Doria Pamphilj mi hanno proposto di lavorare sul tema del potere, creando una serie imperiale e confrontandomi con le collezioni scultoree degli antenati,il mio entusiasmo è stato grande. Provavo gratitudine per la fiducia che mi dimostravano nell’assegnarmi un compito così complesso e affascinante; ma al tempo stesso ero preoccupata per la mia responsabilità come artista. È stato il periodo più bello della mia vita ma anche il più difficile. Ho dovuto lasciare il mio mondo di figure indefinibili per concentrarmi su figure storiche.

Come hai organizzato il tuo lavoro?
Per più di un anno ho studiato, ricercato in museo, di libro in libro, interrogandomi e interrogando, intervistando e dando il tormento a tutti coloro che trovavo o che portavo sul mio cammino che andava da Roma a Bisanzio.

Matteo Basilé al piano nobiliare

Matteo Basilé al piano nobiliare

La tua formazione non comprendeva quel periodo storico?
Sono studiosa di credenze religiose, poesia, letterature orientali e sanscrito, non mi ero mai interessata fino a quel momento di storia imperiale anzi, la mia simpatia era sempre andata ad Annibale! I romani, ai miei occhi, erano sempre risultati un po’ troppo aggressivi… e presuntuosi.

Eppure, d’origine milanese, da anni hai scelto Roma come città d’elezione.
Sì è vero: Roma è la mia città ideale… e proprio questa situazione psicologica di partenza ha creato un presupposto virginale di innocenza e curiosità per il periodo da studiare, ben quattordici secoli. Le lotte per il potere che accompagnavano le vicende imperiali erano simili ad una perenne ed esasperante lotta per la sopravvivenza: un vero e proprio incubo. Nulla di più lontano dal mio sentire, usualmente tutto orientato verso più gentili sentimenti”.

Francesco Bosso - Apocalyptic, 2013

Francesco Bosso – Apocalyptic, 2013

Come sei riuscita a venirne fuori?
Ho tentato di fare silenzio dentro di me e di interpretare con sincerità incondizionata ogni singolo personaggio.

Che poi hai trasformato in creatura di vetro e luce… Puoi spiegarmi il tuo metodo d’interpretazione?
Ad esempio, Cesare è l’iniziatore, colui che ebbe l’intuizione di un impero senza fine e che non fu mai propriamente imperatore, fu la prima vittima di un sistema di potere impietoso. Spero di essere riuscita a rendere con la ferita che gli caratterizza il volto, l’incredulità e lo stupore che ho immaginato provasse di fronte a tanta irriconoscenza, nel momento del suo assassinio… Blu, generoso, divino.

Lori Adragna

Spoleto // fino al 28 settembre 2014
Francesco Bosso – White Golden Dark
Franca Pisani – Archeofuturo
Matteo Basilè – Unseen
Ria Lussi – Imperatori di Luce
PALAZZO COLLICOLA
Via Loreto Vittori 11
[email protected]
www.palazzocollicola.it

 

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Lori Adragna

Lori Adragna

Lori Adragna nata a Palermo, vive e lavora a Roma. Storico dell’arte con perfezionamento in simbologia (Arte e simboli nella psicologia junghiana). Critico e curatore indipendente, dal 1996 organizza mostre ed eventi culturali per spazi privati e pubblici tra cui:…

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