Verona, San Giò Video Festival: un gioiellino di poesia e sperimentazione. Cortometraggi internazionali in concorso, fra il Tribunale e Santa Maria in Chiavica

Niente parterre di star, niente red carpet, niente mise regali. Eppure il “San Giò Video Festival” si tiene in uno degli spazi più eleganti di Verona: all’interno di quel Cortile del Tribunale, in cui si respira un’atmosfera di medievale nobiltà ed una calma quasi irreale. Ma così il festival è stato pensato fin da principio, […]

Niente parterre di star, niente red carpet, niente mise regali. Eppure il “San Giò Video Festival” si tiene in uno degli spazi più eleganti di Verona: all’interno di quel Cortile del Tribunale, in cui si respira un’atmosfera di medievale nobiltà ed una calma quasi irreale. Ma così il festival è stato pensato fin da principio, giusto vent’anni fa, quando le prime edizioni si tenevano nella piazza di un paese vicino: quando c’era ancora “il peso della pellicola” come ricorda il direttore, Ugo Brusaporco, “quando ci si inginocchiava al dire del racconto cinematografico di Bergman e Antonioni”.
Con gli anni la vecchia cinepresa ha lasciato il posto all’era della telecamera analogica. E il San Giò è stato tra i primissimi a render conto del fenomeno “che coinvolgeva creatività, tecnologia, sperimentazione”. Dopo vent’anni non arrivano più le cassette VHS in busta ben imbottita: si fa tutto via internet. E se nella prima edizione le opere partecipanti erano sette, ora si sono moltiplicate in maniera esponenziale. Sono diventate quarantanove. E si sono aggiunti pure medio e lungometraggi, che vengono proiettati nella chiesa sconsacrata di Santa Maria in Chiavica. Sono aumentate anche le nazioni dei partecipanti, diventando ormai quasi una trentina e raccontando la Storia e le storie di terre vicine e lontanissime. Barhein, Estonia, Etiopia, Kazakistan, Israele, Vietnam, ecc.

Zima, Cristina Picchi

Zima, Cristina Picchi

Dice il co-fondatore, Carlo Rossi: “In un mondo globalizzato e sempre più diviso è incoraggiante vedere tanti artisti e diverse culture stare assieme in quella che è (forse) diventata l’ottava arte”. E sono tutti corti che durano una manciata di minuti, ma che sperimentano tecniche e soluzioni come autentici colpi di scena: animati, realizzati in real-action, privi di dialoghi, a camera fissa, frutto di grandi o piccole produzioni… Film col fascino di un Haiku, asciutti e fulminei, che ricordano la prima ora del cinema.
Tutto è cambiato da quel lontano ‘75, in cui il Festival ebbe inizio. Ma tutto è rimasto anche uguale: l’entrata gratuita, l’aria di festa, le serate che finiscono in qualche osteria. I giurati? Nessun cineasta di fama, bensì liberi pensatori, poeti, filosofi, perchè “un’immagine non resti un’immagine solamente”, ma diventi pensiero, conoscenza, esperienza. E allora si capisce perchè qui arrivino (o siano arrivati) autori come Pippo Delbono o la splendida coppia formata da Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi. E perchè un film premiato a Berlino e a Busam, come “Nagima” venga proiettato al San Giò.  Un festival senza frontiere, una sfida al mercato, un piccolo fenomeno socio-culturale, che non c’entra nulla con il resto intorno: un’attrazione da vedere, come fosse una cascata, un monumento, un’eresia, un’eccezione, un rifugio, un’oasi.

–  Luigi Meneghelli

San Giò Video Festival
23-27 luglio 2014

Via Sottoriva 9°,Verona
“San Giò in corto”: cortile del Tribunale, dalle 21
“San Giò Cine Club”: chiesetta di Santa Maria in Chiavica, dalle 16,30)

[email protected]
www.sangiofestival.it
info: 348 2296619  347 8272632

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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