AltaRoma, le contraddizioni oversize di Fabio Quaranta, ispirandosi a William Burroughs  o Joseph Beuys. E a sfilare c’è anche un amico con bastone

Ci ha messo un pizzico di sociale, Fabio Quaranta, nel suo show per AltaRoma. Ma anche un bel po’ di ispirazioni creative, figlie di un eclettismo raffinato: contaminazioni col mondo dell’arte, della musica, della letteratura. E così, la sfilata di abiti workwear PE 2015 ha giocato una buona carta, sul piano della forma e del […]

Ci ha messo un pizzico di sociale, Fabio Quaranta, nel suo show per AltaRoma. Ma anche un bel po’ di ispirazioni creative, figlie di un eclettismo raffinato: contaminazioni col mondo dell’arte, della musica, della letteratura.
E così, la sfilata di abiti workwear PE 2015 ha giocato una buona carta, sul piano della forma e del contenuto. In passerella, per cominciare, non c’erano indossatori e indossatrici navigati, con la falcata felina e le facce da copertina,  ma tutti modelli non professionisti, ragazzi e ragazze arruolati per strada: la bellezza della normalità. Tra loro anche Daniel, un amico dello stilista che ha sfilato con il suo bastone, sfoggiando in scioltezza camicia bianca, pantaloni blu e una lunga giacca scura.

Fabio Quaranta - PE 2015 - AltaRoma 2014

Fabio Quaranta – PE 2015 – AltaRoma 2014

Il tema della collezione? Le contraddizioni estetiche che hanno definito l’unicità di personaggi chiave degli ultimi cinquant’anni, in ambito culturale: da William Burroughs a Joseph Beuys, da Marcel Duchamp a Michael Gira, da Georg Harrison a Billy Childish, da The Little Annie a Douglas P, l’ispirazione arriva da personalità complesse, che avevano incarnato uno stile fatto di dicotomie, mix radicali, combinazioni libere e originali. Gli abiti disegnati da Quaranta conservano così un retaggio di classicità, sdrammatizzato da silhouette comode e ampie: tessuti pregiati e dettagli sartoriali convivono col denim e con modelli da operaio tipicamente anni ‘40/’50. Grandi tasche applicate, gilet, camicie maxi, bermuda, pantaloni corti con tanto di svolte, giacche fluide, spolverini oversize, sneaker, scarponi in cuoio: un tributo alla vestibilità e al mondo del lavoro, che rinuncia al rigore di capi tailor made, iper strutturati e radical-chic. Il tutto in versione unisex. Oltre ogni tipo di cliché.

– Helga Marsala

www.fabioquaranta.it
www.altaroma.it

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

Scopri di più