My Little House. Cristina Gardumi chez Fulvio Ravagnani

Due protagonisti: artista e proprietario di casa. E un’opera che nasce, tra quattro mura domestiche. Relazioni inattese, condivisioni. Parte da Milano un nuovo progetto curatoriale, senza fissa dimora

Una piccola casa privata. Una casa qualunque, normale, che di speciale ha le storie e gli affetti di chi la vive. Non un mega appartamento, non la dimora di un collezionista o la villa di una star. My Little House, come racconta lo stesso nome, è un posto semplice, un nido, un’occasione d’ospitalità.
Così si chiama l’ultimo progetto di Fulvio Ravagnani, curatore e fashion editor milanese, che sceglie la formula ormai diffusa della home gallery, a cui dà una connotazione temporanea, nomade, intima.

Il concept: chi accetta di giocare dona la propria casa per una settimana. Apre le porte a un artista, lo accoglie, divide spazio e tempo con lui e mette a sua disposizione le pareti, un angolo, un ambiente. Ma soprattutto le sue memorie, i piccoli trofei del quotidiano, i reperti, gli oggetti, i libri, le abitudini, le atmosfere, persino gli amici, i luoghi e le persone del quartiere. In una parola: l’identità, quella domestica e quella privata, sovrapposte e parallele.
Qui l’ospite-invasore dà vita a un’opera, un intervento su misura per la casa dell’ospite-proprietario. La restituzione del dono. E alla fine non manca il momento della condivisione con l’esterno. Non proprio un’inaugurazione, ma degli incontri da inventarsi ogni volta secondo regole improvvisate: una cena, un aperitivo, un caffè, per presentare il lavoro compiuto.

La dimensione fredda di una tradizionale galleria, la distanza che un museo solitamente frappone tra l’opera e il visitatore, sono cose che un’esperienza come questa azzera, in favore di una irripetibile normalità. E l’inizio, per Fulvio, è stato proprio a casa sua. Nasce così il primo episodio della serie, con Cristina Gardumi felice di accettare. Ed ecco cosa è accaduto in questo grazioso bilocale milanese, ricavato all’interno di un edificio popolare degli anni Trenta, vicino Piazzale Brescia.

Cristina Gardumi, Il Sogno di Cleopatra #1, china e tempera su muro, 2014. Courtesy My Little House

Cristina Gardumi, Il Sogno di Cleopatra #1, china e tempera su muro, 2014. Courtesy My Little House

I fiabeschi wall painting realizzati in salotto da Cristina sono stati documentati, insieme ai vari step dell’esperimento. Tante foto e anche tre video, curatissimi nella regia e nel montaggio, opera di Simone Fratti e Michele Canevari.
Ve li mostriamo, inaugurando anche su Artribune Television My Little House. Che torneremo a seguire, storia dopo storia, città dopo città, casa dopo casa.

Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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