Sky Arte update: dopo la preview con Obama e Hillary Clinton apre a New York il 9/11 Memorial Museum

Prima il dibattito, comprensibilmente molto sentito, attorno alle scelte per il futuro di un’area suo malgrado costretta a sopportare il peso di una ferita forse non rimarginabile. Poi le polemiche, immancabili, sulla crescita dei costi dei lavori: al centro delle critiche che, innescate dal Wall Street Journal, hanno finito per animare l’intera opinione pubblica americana. […]

Prima il dibattito, comprensibilmente molto sentito, attorno alle scelte per il futuro di un’area suo malgrado costretta a sopportare il peso di una ferita forse non rimarginabile. Poi le polemiche, immancabili, sulla crescita dei costi dei lavori: al centro delle critiche che, innescate dal Wall Street Journal, hanno finito per animare l’intera opinione pubblica americana. E poi, ancora, l’uragano Sandy: schiaffo d’acqua che seppellisce il cantiere. Infine, a progetto svelato e consegnato, le rimostranze dei parenti delle vittime: molti dei quali indispettiti per quella che hanno vissuto come una mancanza di rispetto, spettacolarizzazione di un dolore per quanto intimo già esageratamente collettivizzato, condiviso senza troppi pudori.
Non ha avuto vita facile,  a Manhattan, il 9/11 Memorial Museum, tempio sacrario dedicato alle vittime dell’attentato alle Torri Gemelle: realizzato nel cuore di Ground Zero, proprio là dove le Twin Towers agganciavano il terreno di Manhattan. Prima la cerimonia inaugurale ufficiale, alla presenza di Barack Obama e dell’ex segretario di stato Hillary Clinton; nei giorni scorsi l’apertura al pubblico: ecco concessa a chiunque la possibilità di misurarsi con uno dei momenti che hanno cambiato la Storia recente.
Il padiglione d’ingresso, disegnato dallo studio Snøhetta, introduce all’area dove si trovava la rampa di fortuna creata dai soccorritori per inoltrarsi tra le macerie: al suo posto un maelström che si tuffa nelle viscere della terra, trascinando il visitatore nella memoria di un incubo evocato dalle fotografie delle circa tremila vittime accertate. Del progetto originale firmato da Daniel Libeskind resta l’anima, la filosofia di un progetto che pure ha dovuto subire diverse modifiche nel corso degli anni. Ma che conserva nell’affaccio sulle Reflecting Pools di Michael Arad uno dei suoi momenti di più assoluta suggestione.
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