New York Updates: com’è andata Frieze New York 2014? Bene, soprattutto nel giorno dell’opening, rispondono i galleristi italiani presenti a Randall’s Island

Come è andata Frieze New York 2014? Lo abbiamo chiesto, durante una domenica un po’ sottotono quanto a visitatori (troppo sole, troppo caldo, probabilmente poca voglia per molti di raggiungere una sperduta isoletta nell’East River e chiudersi sotto a un tendone) alle gallerie italiane presenti. E i risultati della survay sono stati abbastanza positivi. “Abbiamo […]

Come è andata Frieze New York 2014? Lo abbiamo chiesto, durante una domenica un po’ sottotono quanto a visitatori (troppo sole, troppo caldo, probabilmente poca voglia per molti di raggiungere una sperduta isoletta nell’East River e chiudersi sotto a un tendone) alle gallerie italiane presenti. E i risultati della survay sono stati abbastanza positivi.
Abbiamo venduto parecchi artisti diversi, ora il pensiero va ad Art Basel chiaramente ma qui a New York siamo stati contenti perché è andata anche meglio dell’anno scorso, quando era già andata bene“, ci spiegano allo stand della Galleria Alfonso Artiaco di Napoli. Fa eco, da Roma, la Galleria Lorcan O’ Neill che a luglio inaugurerà nella capitale il suo nuovo spazio e che si barcamena in questi giorni tra New York per Frieze e Hong Kong per l’edizione orientale di Art Basel. “Abbiamo venduto tutti i lavori di Eddie Peake e nonostante la giovane età dell’artista forse anche la grande struttura dello stand andrà in una istituzione pubblica“. Premiato dunque il coraggio di Lorcan O’ Neill rispetto alle altre partecipazioni italiane, che sono apparse di qualità ma piuttosto tradizionali. Fatta eccezione per T293, con un stand molto ben curato: “abbiamo fatto affari anche se solo nei primi due giorni di fiera“.
E dicono la stessa cosa da Vistamare: “questa è una one-day-fair, si viene il giorno dell’opening e tutto o quasi si gioca lì, la location è molto lontana dalla città ed è dura per molti tornare due volte quassù. Comunque ce la siamo cavata bene pur in un mercato difficile dove contano molto le mode, le tendenze e il parere degli art advisor più che i contenuti“. E se da Massimo De Carlo gongolano e modificano lo stand per stare dietro alle vendite, da Massimo Minini si lamentano un po’ del pubblico (“troppe famiglie, nulla contro le famiglie, ma uno dei componenti deve essere quello che fa affari, altrimenti diventa turismo“) e un po’ del calendario (“troppe fiere: vengono a Frieze e pensano a Hong Kong; vanno ad Hong Kong e pensano a Basilea…”): riflessioni sempre interessanti…

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Redazione

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