Cultura ad Arezzo. Il programma 2014 raccontato da Fabio Migliorati

Una piattaforma poliedrica e qualitativa di eventi artistici, teatrali, musicali si alterneranno nella città toscana per tutto il 2014. Abbiamo incontrato Fabio Migliorati, critico d'arte e direttore delle attività espositive del Comune di Arezzo.

Due grandi manifestazioni – Aritmie e Icastica – con le quali si affrontano i concetti di demusealizzazione e di cultura produttiva, contro la sterilità e l’impoverimento di luoghi e menti. Sono questi i progetti culturali di Arezzo per il 2014?
A partire da quest’anno, l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Arezzo, guidato dal Pasquale Giuseppe Macrì, ha ideato Aritmie, almanacco d’incontri che si muoveranno fino al 1° giugno con colloqui su arte, storia, scienza, filosofia e letteratura. Tra le sezioni ricordiamo gli incontri filosofici All’ombra di Minerva, Pensieri e parole, Arezzo, i grandi. Dal 14 giugno si svolgerà invece Icastica 2014, la seconda edizione di una manifestazione culturale, di carattere internazionale, che tratterà tematiche di estetica attraverso opere d’arte visiva, spettacoli di danza e teatro, poesia, giornate studio, architettura e design. La scelta di contenuto quest’anno verterà sul concetto di rinascita, attraverso il parametro della “crisi positiva”, e tutto ciò che racchiude la consapevolezza di una soluzione, per mezzo di nuove opportunità. L’ingresso a entrambe le rassegne è gratuito.

Dopo il successo di Icastica 2013, che ha ospitato le opere di artiste come Yoko Ono, Marina Abramovic, Kiki Smith, Mona Hatoum, Tamara Ferioli, Carla Mattii, Nina Papaconstantinou e tante altre, chi saranno i protagonisti di Icastica 2014?
Icastica 2013 è stata una rassegna d’arte tutta al femminile, mentre quest’anno parteciperanno anche artisti maschi, tra cui Rashad Alakbarov, Robert Barta, Barry X Ball, Damien Hirst, Pedro Cabrita Reis, Jacob Dahlgren, Sam Falls, Antony Gormley e altre figure di rilievo internazionale.

Icastica 2013 è stata una manifestazione culturale multisede, che ha toccato punti focali della città, come musei, gallerie, palazzi, ma soprattutto strade, piazze, logge, stabili pubblici e privati. Una spinta a invadere la sterilità dei territori urbani, prendendone libero possesso, consapevole o involontario. Anche quest’anno sarà usato lo stesso concept?
Il pretesto fondamentale di questa rassegna è l’occupazione e la bonifica degli spazi “open”, contro l’improduttività delle aree urbane, attraverso un processo di demusealizzazione. Un ritorno all’esperienza civica e sociale dell’arte, di radice rinascimentale, in cui i cittadini possono condurre un’esplorazione emancipata degli spazi comuni, senza essere formalmente pilotati verso musei e gallerie pubbliche o private.

Aritmie e Icastica, il contemporaneo incanta Arezzo

Aritmie e Icastica, il contemporaneo incanta Arezzo

Arezzo è una città periferica e “provinciale”, dove il turismo è sostenuto dalla presenza di capolavori di Piero della Francesca e Cimabue. Secondo lei, quale significato ha convertirla all’estetica delle arti contemporanee?
La caratteristica di Icastica è quella di proporre il diretto raffronto tra le bellezze medievali e rinascimentali della città e le più varie forme espressive dell’arte intesa oltre ogni limite o specificità. Storia e contemporaneità come continuum estetico, scacco emozionale, per produrre un effetto circolare: il visitatore riscopre lo splendore antico dei luoghi attraverso la visita all’arte attuale.

Oltre al settore delle arti visive, vi saranno progetti correlati?
Per tutto il 2014 sarà possibile assistere a un calendario ricco di eventi di teatro, danza, musica concertistica, da camera e sinfonica: virtuosismi che accompagneranno una città come Arezzo ad assaporare quell’aria trionfante ed estatica che appartiene soltanto a grandi capitali metropolitane come New York o Parigi o Berlino. Canali paralleli che portano con sé un altro concetto forte, quello della liquidità, ovvero progetti culturali che occupano la forma del contenitore in cui si trovano, dandogli  senso e significato.

Quanto investe la città, quanto investono i privati e che genere di ritorno vi aspettate in termini di turismo ed economia?
La disponibilità economica per l’organizzazione di Icastica 2014 e di tutti gli eventi correlati si aggira attorno ai 200mila euro. I fondi di liquidità disponibili provengono quasi tutti da sponsor privati. Lo scorso anno, grazie a Icastica 2013, si è manifestato un incremento del flusso turistico pari al 16% per Arezzo, dove si è verificata un’inversione di tendenza di visitatori, ovvero l’aumento di turisti verso la sede centrale e storica della città rispetto alle zone provinciali e limitrofe; oltre a questo, si è rilevato il 30% in più di presenze nei musei. Sono dati importanti, di numeri che cresceranno anche quest’anno: effetto determinato dall’arte contemporanea, inscritta in un sistema d’investimento sostenibile in grado di supportare, reindirizzare, perfino rifondare l’economia di una città. Offrire nuove strategie di marketing turistico e culturale, contro la tendenza generale all’assopimento di menti e territori.

Aritmie e Icastica, il contemporaneo incanta Arezzo

Aritmie e Icastica, il contemporaneo incanta Arezzo

Quindi lei intende il suo ruolo come funzionale alla ripresa economica e al superamento dell’attuale periodo di crisi?
Non proprio e non solo. Io intendo la cultura come momento di progresso funzionale dell’individuo e della comunità: progresso personale e sociale che, incrementando il senso di benessere, diviene di per sé produttivo, e segno di fervore sociale cui consegue aumento di produttività. A tal fine mi adopero per procedere a un percorso di demusealizzazione dell’arte.

In cosa consiste questo processo?
Ritengo che la cifra curatoriale consista nella fruizione diretta e nell’uso civico dell’opera contemporanea. L’Ottocento ha creato un’arte salottiera, finalizzata al godimento della società borghese; il Novecento, nelle sue plurime espressioni, pur avendo superato tale finalità, non ha saputo dare spazio all’arte, collocandola nei confini del collezionismo privato e dei musei; il terzo millennio, a mio avviso, vedrà l’identificazione degli spazi destinati all’arte come luoghi, luoghi civici, siti dell’accadimento della vita di tutti e di ognuno. L’arte deve collocarsi negli stessi mondi e modi dove accade la vita, e, con l’esperire quotidiano, dove si compie la storia.

Diletta Pellegrini

www.icastica.it


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Diletta Pellegrini

Diletta Pellegrini

Sono laureata dal 2005 in Conservazione dei Beni Culturali all'Università degli Studi di Siena. Dopo aver svolto vari incarichi non attinenti al profilo culturale, mi sono trasferita a Milano, dove ho conseguito una seconda laurea specialistica nel 2013 in Arti…

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