Cinema alla francese. Tutte le meraviglie di Cannes 2014.

14-25 maggio 2014. Sono le date della 67esima edizione del Festival di Cannes, l’ultima sotto l’egida di Gilles Jacob, che si ritira dopo una collaborazione col festival durata trentasei anni e la carica di presidente detenuta per ben tredici. A lui subentrerà già dal 1° luglio Pierre Lescure, tra i fondatori di Canal Plus: un deciso cambio di gestione. Vediamo cosa offre

Per il suo anno di commiato dal Festival di Cannes, Gilles Jacob ha scelto per il manifesto l’occhiata malandrina di Mastroianni in 8 e ½ e una selezione di film che integra con eccentrici contrasti il vecchio e il nuovo. Tra i veterani spiccano senza dubbio Ken Loach e Mike Leigh, entrambi in concorso con un biopic, genere blasonato della corrente edizione. Nel primo caso si tratta del ritratto dell’attivista comunista irlandese Jimmy Hall, nel secondo Leigh ritorna, a distanza di anni dall’ultimo film in costume, a quando da ragazzo era iscritto alla scuola d’arte e decide di raccontare le vicissitudini di William Turner.
C’è poi lo spazio superstiti, rappresentato da Godard, che concorrerà con un progetto folle in 3d. Lui ha dichiarato che non rilascerà interviste. Del resto il suo film, i cui trailer sono stati sospettosamente ritirati appena resa nota la partecipazione in concorso, si intitola Adieu au langage…
La Francia è rappresentata da Olivier Dahan. Se non vi dice niente è solo perché non sapete che lui è il regista de La Vie en Rose, il film sulla vita di Edith Piaf interpretato dalla fulgida Marion Cotilliard, unica pellicola francese ad aver vinto due Oscar in una sola mano. Il film di Dahan aprirà il festival, fuori concorso, e se ne è già fatto un gran parlare: la protagonista è Nicole Kidman, che interpreta Grace di Monaco. Il Principato si è già dissociato dai contenuti. Azzardiamo a dire che difficilmente Dahan infrangerà in maniera radicale la regia istituzionale.

"Mr. Turner" di Mike Leigh

“Mr. Turner” di Mike Leigh

L’altro transalpino è Bertrand Bonello, che a Cannes ci prova spesso e forse quest’anno sarà più fortunato. Le sue pellicole girano sempre attorno ai temi dell’eros e della sessualità estrema. Porta in sala un personaggio storico che in questo momento va particolarmente “di moda” al cinema: Yves Saint Laurent. Senza dubbio è un privilegiato: l’hanno addirittura piazzato come film di prima serata del primo weekend, spazio strategico riservato di solito ai film di maggior richiamo popolare e mediatico.
Il terzo gallo, l’altro incettatore di Oscar, è Michel Hazanavicius, che giustamente deve recuperare la Palma persa con The Artist. E proverà a farlo con The Search, un remake dell’omonimo film di Fred Zinnerman (in italiano Odissea tragica), dove la parte di Mongomery Clift è interpretata dalla moglie Berenice Bejo e ambientata in epoca contemporanea. Progetto ambizioso e abbastanza opportunista. La sezione intelletuali-cinefili-francesi la occupa Olivier Assayas col suggestivo titolo Clouds of Sils Maria. La trama suggerisce qualche connessione a Eva contro Eva di Joseph Mankiewickz con Bette Davis e Anne Baxter, ma i dati a disposizione sono ancora troppo pochi per confermare. Tornano ancora i fratelli Dardenne, che non se ne vanno mai a mani vuote, con Two Days, One Night, starring Marion Cotillard e Fabrizio Rongione.
Le quote rosa sono coperte dal Giappone con Still the Water di Naomi Kawase e con l’italiana Alice Rohrwacher in lizza con Le meraviglie. Attesissimo il lungometraggio di oltre tre ore del turco Nury Bilge Ceylan, che se non avesse fatto il regista sarebbe stato tra i più grandi romanzieri della nostra epoca. La durata e il titolo che tradotto in italiano è Letargo hanno dell’inquietante. Un po’ d’esotismo arriva coll’africano Timbuktu di Abderrahmane Sissako, che nel 2002 vinse il premio Fipresci sempre a Cannes con Aspettando la felicità. Sissako è uno dei pochissimi registi sub-sahariani ad aver raggiunto notorietà internazionale. Poco e niente si sa del film argentino Wild Tales, ma il trailer è accattivante e la presenza nel cast di Ricardo Darin di solito è una garanzia. Del film di Atom Egoyan, anche lui un habitué del Festival di Cannes, si sa che è un thriller: assolutamente necessario per  dinamizzare la prospettiva scopica. Il più giovane di tutti i concorrenti è Xavier Dolan, nato sotto una stella fortunata e ispirata. Il canadese figlio d’arte riesce a sfangare una posizione di tutto rispetto tra i mostri sacri e con soli 25 inverni alle spalle arriva in trasferta con Mommy.

"Leviathan" di Zvyagintsev

“Leviathan” di Zvyagintsev

Tutti aspettano il film su Hollywood di David Cronenberg, Maps to the Star, seguito da uno stuolo di arcistar e dai relativi nugoli di fan. Tommy Lee Jones alla sua seconda volta da regista a Cannes, dopo Le tre sepolture del 2005, arriva al palazzo del cinema con The Homesman, ovvero come scortare tre pazze dal Nebraska all’Iowa. Biografia anche per l’americano Bennet Miller con il wrestler olimpico Mark Schultz. Chiuderà la kermesse, infine, il Leviatano del russo Zvyagintsev. Lui ha all’attivo un Leone d’oro vinto nel 2003 grazie a Il ritorno. Nel programma è l’ultimo in ordine cronologico, il che diminuisce le possibilità statistiche di una vittoria. Ma nulla è ancora detto e tutto è ancora da scrivere…

Federica Polidoro

www.festival-cannes.com

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Federica Polidoro

Federica Polidoro

Federica Polidoro si laurea in Studi Teorici Storici e Critici sul Cinema e gli Audiovisivi all'Università Roma Tre. Ha diretto per tre anni il Roma Tre Film Festival al Teatro Palladium, selezionando opere provenienti da quattro continenti, coinvolgendo Istituti di…

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