La Fondazione Casoli al Salone del Mobile. Intervista con Marcello Smarrelli

In occasione del Fuorisalone 2014, in via Pontaccio al civico 10 è allestita una doppia personale. Due giovani fotografi reinterpretano paesaggi, territori, culture e persone che gravitano attorno ad alcune sedi nel mondo del Gruppo Elica. Ritratti elaborati al banco ottico.

A Milano, fino al 26 aprile, la Fondazione Ermanno Casoli e l’azienda Elica presentano la mostra Middle-Earth. A journey inside Elica, con fotografie di Fabio Barile (Barletta, 1980) e Francesco Neri (Faenza, 1982), a cura di Alessandro Dandini de Sylva e Marcello Smarrelli, direttore artistico della Fondazione. L’allestimento, un sofisticato cambio di registri tra reti metalliche e intonaco, è curato dallo studio stARTT, mentre l’esposizione presenta oltre trenta scatti dei due fotografi che si sono così suddivisi i due piani dello showroom: il primo ha studiato e raccolto i volti delle persone che lavorano negli stabilimenti di Elica a Querétaro (Messico), Shengzhou (Cina) e Fabriano (Italia), mentre il secondo ha investigato il paesaggio industriale delle sedi italiane dell’azienda a Fabriano e Mergo.
Artribune ha incontrato Marcello Smarelli per approfondire le tematiche sottostanti al percorso espositivo.

Quale racconto illustrano le fotografie in mostra? Si potrebbe usare l’aggettivo ‘glocal’?
Quando sono entrato per la prima volta in Elica, mi sono reso conto che si trattava di una comunità complessa di persone – oltre 3.000 – con culture e provenienze quasi agli antipodi. In questo senso glocal’ è un termine perfetto perché l’azienda ha sedi in diverse parti del mondo, dall’Italia alla Cina, dalla Polonia al Messico fino all’India. La mostra racconta la visione di una globalità: in questo scenario Elica è una “terra di mezzo”, come evoca il titolo.

Marcello Smarrelli

Marcello Smarrelli

In quali dettagli si riscontrano queste caratteristiche nelle foto di Middle-Earth?
I fotografi che abbiamo scelto lavorano entrambi con il banco ottico: una tecnica che richiede grande perizia e controllo, quasi un “rallentamento dello sguardo” che si oppone agli andamenti produttivi dell’azienda e della creazione industriale. Quando abbiamo pensato a come realizzare un ritratto dell’azienda, abbiamo previsto un linguaggio fotografico e una metodologia espressiva che facessero da contraltare al ritmo frenetico della produttività.
I fotografi si sono concentrati rispettivamente su due dimensioni differenti: Barile sul “paesaggio industriale” e sugli oggetti, Neri sulle persone e sul ritratto. Entrambi hanno indagato tali aspetti senza retorica, restituendo un panorama autentico di Elica. Un’identità non patinata, né un’immagine iconografica altisonante e celebrativa. L’azienda per me è come un’orchestra, un luogo in cui se tutti fanno la loro parte rispettando la partitura, si crea armonia; se anche un singolo strumento entrasse nel tempo successivo, creerebbe disordine e confusione.

Per quali ragioni Elica e la Fondazione Casoli avvertono l’esigenza profonda di divulgare la cultura aziendale?
Da cittadino e da storico dell’arte ritengo che la crisi economica e delle aziende provenga da una crisi culturale. E credo che alla base ci sia una regressione della formazione. L’arte è una di quelle discipline che può veramente ripensare il modello formativo: basti ricordare l’Accademia dei Carracci o la Bauhaus. L’artista, come sosteneva Kandinsky, è al vertice di una piramide; da quella posizione può dar vita a trasformazioni che, a loro volta, cambiano il volto della società, seguendo un codice etico preciso. Percorrendo idealmente questa linea, la Fondazione Ermanno Casoli ha messo a punto una piattaforma rivolta alla formazione aziendale e manageriale chiamata E-Straordinario – ideata insieme al Direttore della FEC, Deborah Carè – grazie alla quale gli artisti entrano direttamente a contatto coi dipendenti delle aziende, nel tentativo di sviluppare un pensiero laterale e migliorare gli ambienti di lavoro.

Fabio Barile / Francesco Neri - Middle-Earth - veduta della mostra presso lo Showroom Elica, Milano 2014

Fabio Barile / Francesco Neri – Middle-Earth – veduta della mostra presso lo Showroom Elica, Milano 2014

Come si innestano produzione artistica e produzione industriale?
Un imprenditore a capo di un’azienda deve immaginare sviluppi e figurarsi scenari. Gli artisti, per definizione creatori di mondi, non possono rimanere esclusi dalla progettualità e dunque dallo sviluppo di un’idea. Così è accaduto all’interno di Elica, dove gli artisti non sono stati coinvolti soltanto in programmi di formazione aziendale per i dipendenti, ma hanno letteralmente contribuito a innovare l’immagine dell’azienda e dei suoi prodotti, in modo diretto come nel caso della Pescecappa, realizzata dall’architetto e designer Gaetano Pesce, o indiretto come con gli Aspiranti Aspiratori, progetto grazie al quale l’artista Sissi ha collaborato per un anno con il laboratorio prototipi e i designer di Elica.

Com’è caduta la scelta su starTT per la progettazione dello showroom?
Spesso mi capita di attribuire lo stesso valore tanto alle opere quanto all’allestimento. Assieme ad Alessandro Dandini de Sylva – che ha curato assieme a me la mostra, con l’assistenza di Saverio Verini – abbiamo deciso di scegliere uno studio di architettura in grado di costruire uno spazio nello spazio. Le superfici dell’allestimento, reticolari, ricordano le recinzioni che molto spesso vediamo riprodotte nelle foto. Il reticolato che abbiamo scelto, intervallato da una fascia di intonaco, simbolizza una sorta di apertura, di breccia tra il mondo esterno e l’azienda, che molto spesso è percepito come un luogo chiuso, misterioso e impenetrabile. Su questo intervallo bianco abbiamo incastonato immagini molto poetiche, che la resa del banco ottico rende più simili a dipinti piuttosto che a fotografie. È stato deciso di giocare con il mondo aziendale, rievocando il metallo della produzione e delimitando una sorta di hortus conclusus in cui la sede della produzione si trasforma in piattaforma di sviluppo.

Middle-Earth - Showroom Elica - photo Gabriele Lungarella per Elica

Middle-Earth – Showroom Elica – photo Gabriele Lungarella per Elica

Perché visitare il Salone oggi e di quale visione di questo progetto espositivo ci ricorderemo?
Con Middle-Earth non abbiamo proposto un “evento”, ma una mostra vera e propria. Abbiamo creato un catalogo, con la preziosa collaborazione del graphic designer Filippo Nostri, per accompagnare la ricerca di molti mesi, che ha preceduto la mostra, e per far durare nel tempo, ben oltre la durata del Salone, il progetto. Credo che questa mostra costituisca un patrimonio culturale per Elica, dato che le foto rimarranno nella collezione dell’azienda, che potrà esporle negli spazi dove i dipendenti lavorano quotidianamente, ma anche impiegarle per la comunicazione della propria immagine all’esterno.

Quali sono i vostri programmi futuri?
Ogni anno realizziamo il Premio Ermanno Casoli, il quale promuove il lavoro di giovani artisti che nel corso della loro carriera abbiano sviluppato (o stiano sviluppando) una ricerca in linea con i principi sostenuti dalla Fondazione: innovazione, sperimentazione, contaminazione di codici differenti, coinvolgimento attivo dello spettatore, capacità di inserirsi nello spazio pubblico, spiccata attitudine progettuale, capacità di scardinare convenzioni e comportamenti acquisiti, una concezione dell’arte come modello etico e di sviluppo dei contesti sociali. Nel 2013 abbiamo assegnato il Premio a Danilo Correale, che ha realizzato The Game, una partita di calcio a tre porte che ha coinvolto i dipendenti di tre aziende storiche del territorio senese: ColleVilca, PR Industrial e Trigano. Il film e la pubblicazioni legati a The Game saranno presentati il prossimo 6 giugno a Siena, a Santa Maria della Scala, nell’ambito degli eventi a sostegno della candidatura della città toscana a Capitale Europea della Cultura 2019. A metà giugno, inoltre, organizzeremo un workshop del programma E-STRAORDINARIO per i dipendenti di un’importante azienda a Villa Panza di Biumo, con l’artista Ettore Favini. L’intento è coinvolgere, all’interno di luoghi deputati all’arte contemporanea, dirigenti e dipendenti non abituati a frequentarli.

Fabio Barile / Francesco Neri - Middle-Earth - veduta della mostra presso lo Showroom Elica, Milano 2014

Fabio Barile / Francesco Neri – Middle-Earth – veduta della mostra presso lo Showroom Elica, Milano 2014

Potresti esprimere un augurio che accompagni il percorso ben oltre gli eventi del Salone?
L’Italia avrà una possibilità di farcela solo se saprà ricostruire quel tessuto culturale che ci ha sempre caratterizzati, recuperando le nostre più profonde radici. Documentando e esportando la nostra identità, facendola riscoprire prima di tutto a noi stessi e poi all’estero, mi auguro che si possa dare nuova vitalità ai nostri valori estetici e culturali che hanno fatto scuola nel mondo. Mi auguro che questa mostra, per la sua qualità poetica, l’attenzione all’estetica come metodo etico, a elmenti quale la tradizione e l’artigianato, possa raccontare la storia di un’azienda nata dal sogno utopico di un veterinario che amava la pittura, che oggi conta oltre 3.000 dipenti sparsi in diversi continenti.

Ginevra Bria

Milano // fino al 26 aprile 2014
Fabio Barile / Francesco Neri – Middle-Earth. A journey inside Elica
a cura di Alessandro Dandini de Sylva e Marcello Smarrelli
SHOWROOM ELICA
Via Pontaccio 10
[email protected]
www.fondazionecasoli.it

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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