DuediDuediDue. A Napoli l’armistizio fra Afterall ed Eugenio Giliberti

Dino Morra Arte Contemporanea, Napoli - fino al 28 aprile 2014. Alla galleria partenopea va in scena il confronto generazionale fra il duo Afterall ed Eugenio Giliberti. E si conclude con un armistizio, fra meli e “dispositivi visivi”.

Alla Galleria Dino Morra va in scena il confronto generazionale fra il duo Afterall (Silvia ed Enzo Esposito, Napoli, 1974 e 1977) ed Eugenio Giliberti (Napoli, 1954). La mostra/dialogo è il farsi fenomenico e immanente di un atto, quello del conversare; è il divenire transeunte di un componimento dialogico che segue canali di fruizione dell’arte del tutto originali, i cui temi e le modalità espressive di ciascun artista variano in base a un ordine non programmato ma suggerito progressivamente a partire dalle opere presentate: Data Base di Giliberti e Paesaggi Involontari di Afterall. A raccogliere i risultati e gli esiti di quanto emerge di volta in volta sono le due curatrici, Chiara Pirozzi e Alessandra Troncone, ideatrici insieme a Dino Morra del progetto e testimoni dello scambio epistolare sorto tra gli artisti ancor prima dell’apertura della mostra e sviluppatosi parallelamente ad essa.
Cosa avranno da dirsi gli artisti e le opere? Entrambi sostengono che il primo passo da cui prende avvio il confronto, utile a fondare una prima unità collettiva, è “il riconoscere ed accettare il nemico” (l’altro) poiché, come ha affermato Giliberti, le opere, che qui divergono dialetticamente, non trovano che brevi momenti di equilibrio: stipulano degli “armistizi”, non una “pace” definitiva.

Eugenio Giliberti, Data Base, 2014 - matita su carta, legno di noce

Eugenio Giliberti, Data Base, 2014 – matita su carta, legno di noce

Nell’ambito della mostra sono proposti due modi diversi di conoscere la realtà e due diverse dimensioni della realtà medesima: da una parte Eugenio fonda la propria gnoseologia attraverso un metodo insieme teorico ed empirico, inteso come applicazione dell’intelligenza alla necessità, che si esplica mediante la riproduzione grafica e schematica dell’oggetto – nella fattispecie, i meli – che costituisce il modo, proprio e intimo, di conoscere e familiarizzare con esso. La realtà cui rivolge la propria attenzione è quella personale, legata alle relazioni con l’ambiente in cui opera, Rotondi, dal quale proviene tutto il materiale di cui è composta l’opera, anche la cornice/teca in noce, ripensata in un secondo momento con una fascia aggettante.
Dall’altra parte, gli Afterall si riferiscono dapprima a una realtà individuale, testimoniata dai protagonisti dei racconti che fanno dono delle proprie esperienze, e poi a una collettiva, cui sono divulgati e veicolati le memorie personali attraverso mezzi di diffusione di massa, che trovano in mostra una particolare traduzione formale, che gli artisti definiscono “dispositivo visivo”, costituito dall’intersezione di piani trasparenti, su cui è riprodotto il video nella sua duplice connotazione di audio e immagini. L’opera segna il passaggio di testimone della memoria che da un ambito privato trapassa a quello pubblico e sociale senza che ne sia intaccata l’autenticità e la riservatezza dei contenuti.

Rosa Esmeralda Partucci

Napoli // fino al 28 aprile 2014
Afterall / Eugenio Giliberti – DuediDuediDue
a cura di Chiara Pirozzi e Alessandra Troncone
DINO MORRA
Vico Belledonne a Chiaia 6
392 9420783
[email protected] 
www.dinomorraartecontemporanea.eu

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Rosa Esmeralda Partucci

Rosa Esmeralda Partucci

È nata ad Avellino nel 1990 e ha frequentato il corso di Laurea Triennale in Archeologia e Storia dell'Arte all'Università degli Studi di Napoli Federico II. Attualmente è in procinto di discutere la tesi in storia dell'arte contemporanea. Ha scritto…

Scopri di più