Dora Maar e le altre. A Palazzo Fortuny

Palazzo Fortuny, Venezia – fino al 14 luglio 2014. Cinque mostre nel palazzo veneziano che fu l’atelier di Mariano Fortuny. Da una visione inedita e ammaliante della figura di Dora Maar alle “amazzoni della fotografia”. È arrivata la primavera anche in laguna.

Semplicemente disastroso, così il bilancio della Seconda Guerra Mondiale in termini di vittime, rovine e sogni spezzati. Protagonista, accanto a Picasso, della scena artistica e mondana degli anni Trenta, Dora Maar, artista e fotografa, alla fine del conflitto fra le perdite conterà affetti (la fuga del padre in Sudamerica e la morte della madre dopo essere stata arrestata), ideali (quelli rivoluzionari e artistici che aveva condiviso con gli amici surrealisti) e passioni (la grande e unica che ebbe per Picasso). Uno scotto altissimo che Dora pagherà con la follia, dalla quale si affrancherà negli anni a venire con la solitudine, la religione e il ritorno all’arte. Ma la mostra in corso a Palazzo Fortuny non si occupa di questa seconda parte della vita di Dora Maar, meditabonda e ombreggiata; essa è invece incentrata sulla giovinezza dell’artista, il legame con il movimento surrealista, la cerchia degli amici e la passione per Picasso. La sfumatura concessiva contenuta nel titolo rappresenta lo snodo dell’intera mostra, in cui il maestro spagnolo appare ma in posizione subalterna, come nella bellissima sequenza fotografica delle varie fasi di realizzazione di Guernica. Qui la protagonista è Dora, che noi non vediamo ma di cui percepiamo la veemente drammatica bellezza nella tragedia dell’opera in cui essa pure si riflette.

Anne-Karin Furunes, Crystal Images III, 2013, Archivio Fortuny (1895 ca.) - tela dipinta in acrilico e perforata, cm. 200 x 400

Anne-Karin Furunes, Crystal Images III, 2013, Archivio Fortuny (1895 ca.) – tela dipinta in acrilico e perforata, cm. 200 x 400

Victoria Combalìa, curatrice della mostra, con sensibilità e competenza, ma soprattutto con grande coraggio, osa presentarci una Dora Maar inedita, non quella dei reportage di moda che uscivano sulle riviste dell’epoca, ma una fotografa vicina agli esclusi, ai reietti, che persegue una sua personale ricerca espressiva, dove a prevalere non sono i canoni estetici bensì un modus operandi spontaneo, precursore di un certo spirito moderno.
Primavera a Palazzo Fortuny ci riserva altre piacevoli sorprese, che consigliamo di non perdere assolutamente. Al piano terra troviamo Le amazzoni della Fotografia, una collettiva di donne fotografe che parte dall’Ottocento per arrivare fino ai giorni nostri. Al piano superiore le opere della norvegese Anne-Karine Furunes, leggere e luminose a dispetto del loro volume, dialogano e interagiscono con le opere fotografiche di Mariano Fortuny, alle quali si ispirano. Preziose, per memoria e materia, le spille che Babara Paganin si diverte a nascondere in giro per il Palazzo suscitando nel visitatore un desiderio di caccia al tesoro per gli objets trouvés (resi quasi introuvables) inseriti nelle sue opere. Mentre le sculture in vetro trasparente di Ritsue Mishima nella loro semplice luminescenza si limitano a riflettere (e non è poco) i tesori del palazzo veneziano.

Adriana Scalise

Venezia // fino al 14 luglio 2014
Dora Maar – Nonostante Picasso
Anne-Karin Furunes – Shadows
Ritsue Mishima – Tras Forma
Barbara Paganin – Memoria Aperta
Le amazzoni della fotografia. Dalla collezione di Mario Trevisan
PALAZZO FORTUNY
San Marco 3958
041 5200995
[email protected]
http://fortuny.visitmuve.it

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Adriana Scalise

Adriana Scalise

Adriana Scalise lavora presso l'Archivio della Biennale di Venezia, laureata in Lingue Orientali (Arabo) e in Conservazione dei Beni Culturali (Storia dell'Arte) da oltre dieci anni nutre interesse nei confronti della Fotografia nelle sue varie declinazioni (storia, estetica e pratica…

Scopri di più