Disorganizzazione e promesse mancate da Ignazio Marino e Flavia Barca. Vittorio Messina chiude la sua mostra al Macro Testaccio di Roma

Gentile Sindaco, gentile Assessore, per la seconda volta, dopo la prima del 5 febbraio scorso, invio alla Vostra attenzione l’espressione del mio profondo rammarico ora purtroppo aggravato dalla constatazione di una irreversibilità non più sanabile. Di ritorno dalla recente inaugurazione della mia mostra alla Kunsthalle di Goeppingen – facente parte di un progetto di cooperazione col […]

Gentile Sindaco, gentile Assessore,

per la seconda volta, dopo la prima del 5 febbraio scorso, invio alla Vostra attenzione l’espressione del mio profondo rammarico ora purtroppo aggravato dalla constatazione di una irreversibilità non più sanabile. Di ritorno dalla recente inaugurazione della mia mostra alla Kunsthalle di Goeppingen – facente parte di un progetto di cooperazione col MACRO di Roma sostenuto dalla direzione di Bartolomeo Pietromarchi, frutto di grande impegno di energie e di risorse, devo purtroppo verificare che le promesse rassicuranti di cui ero destinatario nella lettera di risposta alla mia da parte dell’Assessore Flavia Barca, non sono state in alcun modo mantenute. Dopo quasi un anno di oblio istituzionale la situazione del Macro si è infatti ulteriormente aggravata poiché la proposta di reintegro del personale da parte delle Autorità Comunali si è rivelata inadeguata al punto da provocarne il comprensibile rifiuto. E per ciò che di fatto mi riguarda, dal 28 febbraio (a soli due giorni dall’inaugurazione) fino ad oggi, la mia mostra Postbabel e dintorni nei due padiglioni di Macro Testaccio è stata privata di ogni sostegno, in specie per ciò che riguarda l’informazione e la cura del catalogo.
A tale disagio si sono aggiunte le conseguenze derivanti da una caduta di materiali nell’opera intitolata “Il villaggio vicino”, la quale peraltro è stata prontamente rimessa in sicurezza dagli allestitori. Un accadimento certo riprovevole, ma nell’ordine delle normali probabilità, che conferma la natura particolare della creazione artistica e la speciale cura che ad essa andrebbe riservata nel momento in cui la si rende pubblica, una cura che si attua in modo imprescindibile nel rispetto dell’opera stessa e nei provvedimenti atti a tutelarne la portata culturale e la salvaguardia fisica.
Mi rincresce dover dichiarare che i provvedimenti che mi vengono suggeriti da parte dei vari responsabili non corrispondono in alcun modo a quanto ora detto, per cui sono obbligato mio malgrado a chiudere subito la mia mostra con l’unico intento di proteggerne l’integrità.

Con i più distinti e cordiali saluti.

La pubblichiamo così, integrale, la lettera di Vittorio Messina destinata al Sindaco di Roma Ignazio Marino e all’Assessore Flavia Barca (e per conoscenza al direttore ad interim – interim lungo! – del Macro Alberta Campitelli). Ennesima lettera amara, ennesimo atto d’accusa verso una amministrazione che, da mesi, sta, volente o nolente, seviziando (seviziando!) la cultura nella città di Roma. Senza neppure godere delle sevizie inferte. Seviziando per sciatteria, incapacità, incomprensione del danno che si sta apportando. Il catalogo promesso non si fa. Il personale che doveva essere reintegrato – fondamentale anche per la promozione della mostra – non rientra come era stato assicurato. Un’opera necessita di un intervento e il personale del museo propone all’artista di cambiare tutta l’installazione. Per non parlare del direttore che ancora non c’è, del bando che ancora non c’è, del totale disinteresse dell’amministrazione verso un museo sul quale la città ha creduto e investito nei dieci anni precedenti. E così Vittorio Messina, che già si era convinto per il rotto della cuffia a inaugurare la sua grande personale al Macro Testaccio di Roma, ha oggi deciso di chiuderla con quasi un mese di anticipo. “Qua crolla tutto mentre nella grande mostra che abbiamo appena inaugurato Goeppingen tutto perfetto e grande successo” ci racconta Giacomo Guidi, il gallerista di Messina. E per rinfrancarci guardiamoci la gallery della mostra dell’artista italiano nella kunsthalle della cittadina tedesca.

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