Un anno per Frida Kahlo

Una quarantina di giorni ancora all’apertura della grande mostra che le Scuderie del Quirinale dedicano all’artista messicana. E Abscondita coglie l’occasione per ristampare la sua “Biografia per immagini”.

Un volume riedito da Abscondita come primo della serie Mnemosyne a fine 2013 prepara un anno dedicato a Frida Kahlo. Nella Biografia per immagini sono presentate foto e scatti di una protagonista assoluta dell’arte del Novecento, attraverso l’obiettivo di fotografi di fama internazionale (tra cui Manuel Álvarez Bravo, Imogen Cunningham, Gisèle Freund, Martin Munkácsi, Bernard Silberstein, Edward Weston), oltre a immagini colte dal padre, da amici e dal marito Diego Rivera. È un percorso attraverso la vita drammatica, intensa, dolorosa di Frida: una donna che subisce trentadue operazioni alla colonna vertebrale e al bacino, una ragazza che perde la propria “verginità” trapassata da una lamiera trovandosi coinvolta un incidente tra un autobus e un tram.
Intelligente e politicamente impegnata (è nota la sua relazione con il leader rivoluzionario Lev Trockij, in esilio in Messico), cambia la propria data di nascita dal 1907 al 1910, anno della rivoluzione messicana. Bisessuale, incarna l’estremizzazione dell’azione catartica dell’arte: in lei l’espressione artistica diviene necessità di libertà e rivendicazione di dignità, degli oppressi (il popolo) e delle minoranze (le donne) della società dell’epoca. Si presenta al più famoso pittore messicano dell’epoca, Diego Rivera, ne diviene l’amante, la moglie per due volte, un’unione definita “tra un elefante e una colomba”. Da questo momento la sua vita è strettamente legata a Diego: Frida e Diego sono una coppia immancabile nello scenario artistico e politico dell’epoca, tra il Messico e gli Stati Uniti, fino a Parigi, dove raggiunge il successo nel 1939.

Juan Guzmán, Frida nel letto d’ospedale con specchio, Città del Messico, 1951 circa

Juan Guzmán, Frida nel letto d’ospedale con specchio, Città del Messico, 1951 circa

Fin dagli esordi, con i riflessi della Nuova oggettività e del Realismo americano degli Anni Venti-Trenta, alla compenetrazione con il “muralismo” messicano, all’anticipazione del “realismo magico” che traspira dalle sue opere, Frida Kahlo è capace di dar corpo alla codificazione dell’artista come voce più profonda delle origini precolombiane del popolo messicano, al suo immaginario e ai suoi colori e simboli di identità nazionale e popolare. La straordinaria attività e l’intensa vita dell’artista, segnate dall’impegno politico e dalle sofferenze fisiche nonché dalle vicende sentimentali con Diego e con molti altri amanti (uomini e donne), sono scandite dalle immagini di questo volume: sono aspetti biografici che nascondono, spesso nell’artificiosità dello scatto del dagherrotipo, la spontaneità di un personaggio capace di diffondere messaggi di profonda passione creativa unita a una potente energia vitale.
Nelle foto raccolte nel libro Frida è colta in pose di famiglia dal padre don Guillermo, ebreo di origine ungaro-tedesca emigrato in Messico, fotografo capace di darle un’immagine di “modernità”, ritratta (durante gli Anni Venti) non poche volte vestita da uomo. Molte le immagini di Frida al fianco di Diego: durante una manifestazione, mentre dipingono, nello studio o in primo piano (come rispettivamente in uno scatto di Silberstein e in un ritratto di Munkacsi, entrambi del 1934). Nel 1930 del soggiorno a San Francisco, dove Diego lavora a murales, rimangono un ritratto di Weston e una serie di scatti di Cunnigham, dove Frida appare in pose serie, con le spalle coperte dal tipico scialle delle contadine combattenti nella rivoluzione messicana. Muray, su amico e amante, tra fine Anni Trenta e inizio Quaranta la ritrae mentre dipinge (come nella sequenza con il quadro Le due Frida del 1939), con fogge tradizionali e con simboli indigeni (come nel ritratto con in mano una statuetta olmeca), a New York (nel 1946) con la sorella Cristina, come anche Silberstein, in una posa in cui Frida indossa l’abito tradizionale tehuana di fronte alla sua collezione di terrecotte popolari messicane (1940). Toccante Frida dipinge nella sua stanza d’ospedale o mentre nel letto dipinge con lo specchio di Juan Guzmán (del 1951), mentre Giséle Freund la ritrae in pose di ambienti domestici, nel giardino della Casa Azul, con gli amati cani, o nella camera da letto. Álvarez Bravo coglie infine gli ultimi tempi di vita: dopo l’amputazione della gamba destra (1953), poi sul letto di morte (1954) e l’immagine dei “due cani fuori dalla camera di Frida dopo la sua morte”.

Bernard Silberstein, Frida dipinge il proprio autoritratto mentre Diego la osserva, Coyoacán, 1940 circa

Bernard Silberstein, Frida dipinge il proprio autoritratto mentre Diego la osserva, Coyoacán, 1940 circa

Completa l’edizione un’introduzione di Margaret Hooks dedicata a “la grande occultatrice”, che svela i sentimenti nascosti dietro le fotografie e i profili dei fotografi di Frida; quindi, come documenti, son pubblicate numerose lettere di Frida scritte durante le diverse fasi della sua vita, e come testimonianze è riportato il ritratto di Diego (scritto da Frida) e le pagine di Diego dedicate a Frida, tratte dalla sua autobiografia. L’edizione è un’ottima lettura preliminare alla mostra che il 20 marzo si inaugurerà alle Scuderie del Quirinale proprio su Frida Kahlo e il tema dell’autorappresentazione, che porterà a Roma i migliori tra i suoi autoritratti.

Andrea Carteny

Frida Kahlo. Biografia per immagini
Abscondita, Milano 20132
Pag. 165, € 33
ISBN 9788884161994

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Andrea Carteny

Andrea Carteny

Professore di Storia dell’Eurasia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia della Sapienza Università di Roma, è ricercatore universitario di Storia dell'Europa Orientale, abilitato come Professore associato in Storia Moderna. Ha insegnato Storia e Cultura delle minoranze nazionali in Europa…

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