Martin Creed? L’arte è divertente!

Hayward Gallery, Londra – fino al 27 aprile 2014. Martin Creed invade la galleria londinese con una mostra fatta con neon, dipinti, installazioni, migliaia di palloncini. E automobili che si mettono in moto da sole.

Martin Creed (Wakefield, 1968), nonostante gli ormai 45 anni suonati, si diverte ancora a spiazzare il suo pubblico. Più di una volta, visitando la mostra allestita alla Hayward Gallery, il visitatore si scopre bersaglio ironico delle opere dell’artista. La sfida è ludica e intellettuale allo stesso tempo, giocata sul ruolo e sul significato dell’arte. L’osservatore ha due scelte: rifiutare e denigrare, o accettare e stare al gioco. Se accetta, la mostra diventa il luogo del divertimento e della meraviglia; come nelle intenzioni dell’artista, un teatro in slow-motion in cui lo spettatore è libero di addentrarsi.
Il prologo è la prima, enorme, sala, dove un divano ostruisce l’ingresso del pubblico e un neon lungo dodici metri, Mothers, monumento alla maternità, ruota ad altissima velocità rischiando di decapitare i visitatori più alti nel mezzo di un concerto sincopato di metronomi impazziti.
Il tutto, ovviamente, sotto lo sguardo divertito dell’artista, che osserva dall’autoritratto appeso alla parete, a darci il benvenuto e a chiederci divertito: What’s the point of it? (Che senso ha tutto ciò?).

Martin Creed, Work No. 1092, 2011 - photo Linda Nylind

Martin Creed, Work No. 1092, 2011 – photo Linda Nylind

La mostra, prima retrospettiva dedicata a Martin Creed, comprende più di 160 opere, e fuoriesce dai consueti spazi espositivi per invadere ascensori, corridoi, terrazze, e toilette. Comprende oggetti comuni ordinati nel tentativo organizzare il caos quotidiano: pile di sedie, tavoli, Lego, cactus, scatoloni di cartone e travi d’acciaio. Ripetizione e serialità che si ritrovano anche nella produzione grafica, nelle stampe di broccoli appesi a occupare un’immensa parete e negli strati di colore accostati a forma di ziggurat.
Tra enormi muri dipinti, installazioni fatte con il nastro adesivo e scritte al neon, Creed inserisce oggetti qualunque che prendono vita magicamente: un pianoforte a coda che si apre e comincia a muoversi, una porta che sbatte senza vento, tende che mostrano e nascondono la vista, una Ford Focus che improvvisamente accende motore e radio, attiva tergicristalli e clacson, spalanca gli sportelli, per poi ritornare a essere una semplice, rassicurante berlina.
Non mancano estremi concettuali e di provocazione: un foglio accartocciato in vetrina, una minuscola pallina di Blu-Tack schiacciata contro la parete, video che filmano funzioni corporali, vomito ed erezioni.
L’universo di Creed comprende tutto questo: serialità, ritmo, colore, teatro, oggetti quotidiani, funzioni basse. Tuttavia, quello che all’artista riesce meglio è stupire e divertire: con le luci di una sala che si spengono e accendono ogni 30 secondi (Work No. 127 The lights going on and off) e con vigilanti che suonano un pianoforte premendo un tasto alla volta (Work No. 736 Piano accompaniment).

Martin Creed - What’s the point of it? - veduta della mostra presso la Hayward Gallery, Londra 2014 - photo Linda Nylind

Martin Creed – What’s the point of it? – veduta della mostra presso la Hayward Gallery, Londra 2014 – photo Linda Nylind

Il vero pezzo forte della mostra è però una stanza a parte, riempita con quasi settemila palloncini bianchi che imprigionano esattamente metà dell’aria contenuta nello spazio stesso: Work No. 200 Half the air in a given space è un paradiso da luna park dove visitatori di tutte le età si nascondono e si fanno spazio tra pallocini colpendosi a vicenda e giocando tra sconosciuti, uno spazio irreale dove l’arte è pura gioia e divertimento.

Roberta Minnucci

Londra // fino al 27 aprile 2014
Martin Creed – What’s the point of it?
HAYWARD GALLERY
Belvedere Road
+44 (0)20 79604200

[email protected]
www.southbankcentre.co.uk

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Roberta Minnucci

Roberta Minnucci

Si laurea in Lettere all’Università di Bologna con una tesi in Fenomenologia dell’arte contemporanea. Durante gli studi trascorre un anno all’estero all’Université Le Mirail di Toulouse (Francia) e a Bologna svolge un tirocinio nella Fondazione Federico Zeri ed un altro…

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