Generazione anni Novanta: Stefano Arienti ospite dei Martedì Critici, al Museo Pecci di Milano. Trasfigurazioni del banale, sul filo dell’immaginazione

Un’altra importante figura del panorama artistico italiano è ospite dei Martedì Critici, al Museo Pecci di Milano. Stefano Arienti appartiene a quella generazione emersa nel cuore dell’ultima tranche del secolo scorso: un passaggio importante, saturo delle energie straordinarie e contraddittorie che avevano animato il secondo Novecento, e insieme aperto alle istanze e le inquietudini del […]

Un’altra importante figura del panorama artistico italiano è ospite dei Martedì Critici, al Museo Pecci di Milano. Stefano Arienti appartiene a quella generazione emersa nel cuore dell’ultima tranche del secolo scorso: un passaggio importante, saturo delle energie straordinarie e contraddittorie che avevano animato il secondo Novecento, e insieme aperto alle istanze e le inquietudini del nuovo secolo alle porte. Anni fragili e confusi, in transito verso la crisi, la globalizzazione, il crollo di sistemi consolidati e l’affannosa ricerca di estetiche nuove.
Laureato in Scienze Agrarie, Arienti comincia a praticare arte per caso, senza davvero scommettere sull’idea di una carriera, di una vita dedicata alla ricerca visiva. Almeno fino a un certo punto. È datata 1985 la sua prima collettiva da Brown Boveri, fabbrica allora abbandonata, nel quartiere Isola di Milano, luogo di scambio tra molti giovani artisti del tempo.
Da allora fu un crescendo di intuizioni, curiosità, progetti, frequentando con sempre maggior costanza l’ambiente dell’arte italiana. Fino a comprendere che la direzione era quella giusta, l’unica possibile. Arienti mette in fila una serie di residenze all’estero, viaggiando spesso tra Europa, Stati Uniti e India, e collezionando mostre personali e collettive in musei e gallerie di prestigio.
Una ricerca, la sua, che parte dal banale, per suggerire direzioni inattese, spostamenti minimi ma radicali, capovolgimenti, illuminazioni, manipolazioni, sul filo dell’immaginazione e incontro al disorientamento. Al centro materiali prelevati dal quotidiano e tradotti in nuove forme: sacchetti di plastica, stoffe, pagine di libri, fumetti, carta, tappeti, poster, vengono sottoposti a processi delicati di trasfigurazione, tra ritagli, piegature, intrecci, tradimenti, accostamenti. Elementi comuni e immagini della cultura popolare si tramutano in nuove strutture visive: la funzione originaria viene perduta, lasciando che il potenziale di un oggetto o di una superficie venga fuori, liberandosi e risignificando il reale.

– Helga Marsala

I Martedì Critici – Stefano Arienti
a cura di Alberto Dambruoso e Stefano Pezzato
11 febbraio 2014

Museo Pecci – Ripa di Porta Ticinese 113, Milano
ore 19.30
Ingresso: libero
www.imartedicritici.com
www.centropecci.it

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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