Dario Franceschini: ecco come gestirò il Ministero dei Beni Culturali

Primo atto ufficiale di Dario Franceschini, neo Ministro per dei i Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Ovvero un testo breve e chiaro in forma di saluto ai “professionisti della cultura”. Un intervento che qui pubblichiamo in forma integrale. Vedremo nei prossimi mesi se, come auspicabile, queste linee guida saranno rispettate.

Sin dal primo istante in cui ho varcato la soglia del Collegio Romano ho percepito la grande responsabilità assunta con il giuramento prestato al Presidente della Repubblica. Il patrimonio materiale e immateriale della nazione, frutto delle numerose civiltà che nel corso dei millenni sono fiorite e si sono sviluppate sul nostro territorio, è al tempo stesso il fondamento del nostro essere italiani e una grande opportunità per la crescita economica, civile e democratica del Paese.
Voi tutti custodite un bene che la Repubblica tutela e promuove in forza dell’articolo 9 della Costituzione proprio grazie alle grandi professionalità del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Sono consapevole di quanto voi tecnici, architetti, ingegneri, storici dell’arte, restauratori, archeologi, bibliotecari, archivisti, funzionari scientifici e amministrativi, personale di assistenza e vigilanza nei luoghi della cultura adempite al vostro lavoro con passione, dedizione e competenza, insieme a tutti i dirigenti del Ministero. Ho grande stima e considerazione del vostro operato e sono pronto a prestare ascolto alle istanze e alle esigenze che provengono dal territorio, a battermi per risolvere i piccoli e grandi problemi che possono essere d’ostacolo nel vostro lavoro, a pensare insieme a voi alle iniziative utili a rendere sempre più autenticamente partecipi i cittadini del nostro splendido patrimonio.

La sede MiBACT in via del Collegio Romano

La sede MiBACT in via del Collegio Romano

Con voi desidero anche impegnarmi per rilanciare con orgoglio un programma di grande respiro. Musei, monumenti, aree archeologiche non sono solo il fulcro di importanti flussi turistici che dall’estero sempre di più sostengono un settore che, nonostante le difficoltà interne, conta il 10,3% del PIL. Sono anche potentissimi attrattori di investimenti stranieri, che trovano nella bellezza del nostro Paese un valido motivo per insediarvi attività e stabilimenti. Per questo ritengo fondamentale mettere la cultura e il turismo al centro delle politiche di governo. È utile e vitale tornare a considerare la cultura un potente volano per lo sviluppo economico e sociale. Come per tutte le economie avanzate, anche per l’Italia è decisivo investire sull’istruzione, sulla formazione e sulla ricerca. Ma nel nostro Paese la cultura si esprime anche in ambiti che costituiscono invece una specificità e una potenziale eccellenza italiana. Design, architettura, arte, musica contribuiscono a definire l’identità e l’immagine dell’Italia. Una bellezza da sempre riconosciuta, ambita e ricercata. Una naturale simpatia che col tempo abbiamo imparato essere universale e che investe al contempo tutti i settori della produzione e della nostra tradizione culturale. È su queste eccellenze che il nostro Paese può e deve puntare se vuole costruirsi un futuro migliore. E sarò felice se riuscirò a farlo insieme all’aiuto di ciascuno di voi.

Dario Franceschini

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