Tris di mostre (architettoniche) al Maxxi

Tre nuove mostre per il Maxxi Architettura. Un bombardamento su più fronti per attirare tutti i tipi di pubblico a cui il museo si rivolge. Per quattro mesi - fino al 6 aprile - le gallerie 1, 2a e la Sala Studio Centro Archivi saranno occupate da tre esposizioni molto diverse tra loro.

La mostra più estesa, ma non per questo completa, è incentrata sulla fuga degli architetti all’estero, mentre la più tradizionale, soprattutto nell’allestimento, è quella dedicata al progettista romano Alessandro Anselmi. Passando per quella più singolare delle tre, dalle ridotte dimensioni, che illustra i lavoro degli architetti olandesi Unstudio.
La prima, Erasmus Effect, prende spunto dal programma europeo di scambio universitario nato nel 1987 e prova a raccontare le storie degli architetti italiani all’estero. Un fenomeno che dilaga da oltre vent’anni e che il museo romano decide di raccontare ora. Con un allestimento molto riuscito dei Lot-Ek – duo napoletano trapiantato a New York – la mostra, curata da Pippo Ciorra, mette insieme le esperienze più diverse. Da un lato la prima generazione, i pionieri che aprendo i propri studi all’estero hanno trovato la fama. Sono Lina Bo Bardi, Renzo Piano, Massimiliano Fuksas e Benedetta Tagliabue, ad esempio. E dall’altro la generazione più recente, quella che ha effettivamente vissuto grazie all’Erasmus un anno all’estero e lì ha deciso di stabilizzarsi. È il caso di studi più giovani come Morq (Australia), 3Gatti (Cina) e Lan (Francia).

UNstudio, Galleria Centercity

UNstudio, Galleria Centercity

La seconda mostra è la quarta del ciclo Nature, che sperimenta diversi modi di raccontare l’architettura attraverso allestimenti e opere di alcuni progettisti reputati tra i più rilevanti della scena internazionale. Dopo Francesco Venezia, West8 e Alberto Campo Baeza ora è la volta dello studio olandese, capitanato da Ben van Berkel, UNstudio. Il titolo della mostra, a cura di Alessandro d’Onofrio, è Materia in movimento, ben espresso anche dall’allestimento in cui tramite giochi di sovrapposizioni e deformazioni i progetti di punta dello studio invadono la galleria 2a permettendo ai visitatori di entrarci dentro e perdere l’orientamento. Tra le opere troviamo il Mercedes-Benz Museum a Stoccarda, la galleria Centercity in Corea del Sud e il Burnham Pavilion a Chicago.

Alessandro Anselmi, Cimitero di Parabita, 1977

Alessandro Anselmi, Cimitero di Parabita, 1977

La terza esposizione è un omaggio all’architetto romano Alessandro Anselmi (scomparso a gennaio di quest’anno), che nel 2012 aveva donato alla collezione del Maxxi Architettura gran parte del suo lavoro. Curata da Valentino Anselmi e Valerio Palmieri, la mostra è un excursus dei lavori fatti dagli anni Sessanta fino al 2002. Disegni, plastici, quadri e visioni urbane descrivono il mondo a tratti onirico e poetico del progettista romano.

Zaira Magliozzi

Roma // fino al 6 aprile 2014
Erasmus Effect. Architetti italiani all’Estero

Nature 04 / UNstudio – Materia in movimento_Motion Matters
Alessandro Anselmi – Figure e frammenti
MAXXI
Via Guido Reni 4a
06 3201954
[email protected]
www.fondazionemaxxi.it

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Zaira Magliozzi

Zaira Magliozzi

Architetto, architecture editor e critico. Dalla sua nascita, fino a Marzo 2015, è stata responsabile della sezione Architettura di Artribune. Managing editor del magazine di design e architettura Livingroome. Corrispondente italiana per la rivista europea di architettura A10. Dal 2006…

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