It@rt: indossare un’opera

In questa intervista, Daniele Querci presenta It@rt, le t-shirt d'artista - nel centenario della t-shirt - ecosostenibili. Non solo, sostengono pure il Wwf contro la deforestazione in Amazzonia, grazie all'immagine di Emilio Isgrò. Ad Arte Fiera a Bologna le incontrate allo stand di Artribune.

Ci racconti la storia di It@rt? Obiettivi, mission, aneddoti…
It@rt è nata dalla volontà di realizzare un mio desiderio: esprimere qualcosa di artistico che contemplasse l’arte, naturalmente, e un’esperienza 25ennale nel campo dell’abbigliamento. E inoltre creare qualcosa che potesse, nelle sue componenti, rivalutare il made in Italy. La mia esperienza svolta con l’attività di buying-office ha colto negli Anni Ottanta-Novanta il boom del made in Italy, periodo nel quale bastava contattare qualsiasi cliente straniero per fargli visionare le collezioni di fornitori italiani. Oggi purtroppo non è più così: quel grande valore aggiunto che era il fashion italiano insieme al made in Italy si è perso. Ecco perché ho pensato di dare un valore aggiunto a un capo di abbigliamento trasferendo con la stampa un’opera d’arte e facendo certificare la stessa con un’autentica firmata a mano dallo stesso artista (o dagli eredi). Con questo documento il capo può essere tranquillamente indossato in quanto, essendo un’opera d’arte, non passerà mai di moda e il certificato farà rimanere il valore nel tempo. La frase di Oscar Wilde, “O si è un’opera d’arte o la si indossa“, esprime perfettamente il concetto del mio progetto.

Come avviene la selezione degli artisti che partecipano al progetto e disegnano le t-shirt?
It@rt compie in questo periodo un anno di attività. La selezione è stata fatta in un primo momento partendo da artisti toscani (essendo la nostra attività a Prato). Successivamente ho scelto di aprire il progetto a livello nazionale. Ho scelto, per la storia dell’arte, il grande futurista Depero, che per me è stato colui che più ha contribuito a cambiare l’arte, rendendola accessibile al di là del suo contesto: è stato il primo, infatti, a utilizzarla per la pubblicità industriale, definendo le proprie opere “Quadri pubblicitari – non cartelli“. Poi ho voluto entrare nella fotografia, poiché questa ha una caratteristica per me unica, ovvero quella di “fermare l’istante”. Ho chiesto ai fotografi di darmi quei lavori che ritenevano adatti al progetto e a tutti ho suggerito di esprimere un messaggio scritto che identificasse anche il loro carattere. Così alcuni di loro hanno aderito con una frase. Mi piace ricordare quella più famosa, utilizzata da Art Basel come leitmotiv per due anni: “L’arte rende visibile l’invisibile“, ideata dal grande maestro Franco Fontana.

It@rt

It@rt

In occasione di Arte Fiera Bologna avete presentato presso lo stand di Artribune un progetto di arte e responsabilità sociale. Ce lo racconti?
In questo momento penso, visti anche gli ultimi eventi climatici (le alluvioni nelle Filippine, nella nostra amata Sardegna, nel Nordeuropa), che la questione ecologica e la difesa della natura siano temi molto importanti, per cui ho deciso di aderire al progetto Amazzonia che in primavera verrà promosso dal  Wwf. Con l’occasione, a Bologna, verranno presentate anche  le t-shirt esclusive disegnate e firmate da Emilio Isgrò: acquistarle significa portarsi a casa un multiplo d’artista da indossare, 100% cotone e solo materiali naturali. Ma acquistarle significa anche fare qualcosa di più: ho infatti deciso di devolvere parte del ricavato dalla vendita (che avviene solamente online) delle t-shirt al Wwf e in particolare all’impegno che l’associazione svolge in Amazzonia contro la deforestazione e per uno sviluppo sostenibile. Un piccolo contributoche il mondo dell’arte ha voluto dare al Wwf e alla tutela del grande polmone verde del pianeta. Inoltre, chi acquisterà le t-shirt dedicate all’Amazzonia sarà Socio WWF per un anno nella modalità “Paperfree”, interamente digitale e a impatto zero, evitando la produzione di materiali cartacei.

Un progetto che ti piacerebbe realizzare in futuro?
Nel corso del 2013 abbiamo già lavorato molto. E quest’anno dovrò perfezionare e consolidare quanto costruito fino ad oggi, cercando anche i giusti posizionamenti di mercato, dando una priorità al campo dell’abbigliamento, dove vorrei collocare la complementarietà del messaggio artistico proponendo le 130 t-shirt che lo scorso anno abbiamo offerto proprio nell’anno del centenario della nascita della t-shirt. Tutte queste opere saranno vendute fino a esaurimento con un marchio stampato nell’etichetta che ricorderà l’evento 1913-2013 Cento anni di t-shirt: un ulteriore valore aggiunto. Inoltre lavorerò sul progetto della pubblicità industriale di Depero e sul grande evento dei cinquant’anni della Poesia Visiva. Infine ho intenzione di avviare altri progetti di collaborazione con alcune istituzioni, non ultimo un’iniziativa in studio con la Facoltà di Architettura e Design dell’Università di Firenze. Vorrei che la mia opera/t-shirt potesse penetrare a vari livelli nella vita quotidiana delle persone, stimolando e ricordando una riflessione, ovvero che nel nostro Dna c’è uno straordinario percorso artistico che ci portiamo dall’antichità. Vorrei che il made in Italy identificasse una cultura e uno stile di vita, non solo una tendenza di moda.

Santa Nastro

www.itart.it

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Santa Nastro

Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

Scopri di più