L’arte contemporanea? È un parcheggio

Museo Archeologico Statale, Ascoli Piceno – fino al 19 novembre 2013. Arte contemporanea e archeologia hanno molto in comune. Entrambe vanno spiegate. Questo è uno degli assunti dai quali parte il progetto della mostra “Archeologia Contemporanea 2”, seconda tappa di un’iniziativa promossa dall'Associazione Arte Contemporanea Picena insieme al Museo Archeologico.

Quest’anno sono Giuseppe Stampone ed Eugenio Tibaldi gli artisti chiamati a dialogare con i percorsi tra i reperti romani e piceni del Museo Archeologico. Non si tratta però di una sterile relazione tra oggetti, quanto di una profonda immersione nel territorio, nata da una residenza di circa quattro mesi in città. Ognuno con la sua sensibilità, gli artisti hanno selezionato dal quadro generale un frammento con il quale ricostruire, attraverso la propria percezione delle cose, una storia locale e, allo stesso tempo, universale. È ciò che succede quando Giuseppe Stampone (Cluses, 1972) inquadra le tombe dei partigiani incorniciate da una architettura sfacciatamente fascista (Architettura fascista) o quando ritrae in A come Ascoli, l’identità collettiva di un paese attraverso i volti dei suoi abitanti, che rappresentano una comunità nel suo presente e nel racconto futuro. Stampone diventa l’aedo di una tradizione – non più solo orale – da tramandare ai posteri. Le piccole narrazioni si fanno Grande Storia. O cartoline, come le Welcome to Ascoli che Stampone progetta cavando dalla realtà luoghi della memoria o anti-iconici. L’estrazione del presente, grazie alla quale spazio interno e spazio esterno vengono cortocircuitati inserendo segnaletiche stradali a grandezza naturale e strisce di parcheggio tra cocci e tracce, danno indicazioni inaspettate. La via da seguire presuppone una scelta complessa a seconda del tema, dal Watergate a Wikileaks, da Belfast alle Falkland e così via.

Eugenio Tibaldi, Untitled 01, 2013 - photo © Pierluigi Giorgi

Eugenio Tibaldi, Untitled 01, 2013 – photo © Pierluigi Giorgi

Sempre sulla memoria, in un percorso che scava nell’archeologia questa volta industriale è il progetto espositivo meditato da Eugenio Tibaldi (Alba, 1977; vive a Napoli). A partire da due aziende del territorio, la ex Carbon e la Cartiera Mondadori, l’artista racconta, attraverso il procedimento della sottrazione, il tema dell’assenza. La chiusura di queste due fabbriche, il progressivo svuotamento, il silenzio che ne abita le stanze rappresenta la fine di un’epoca. Di benessere, di floridità o di qualsiasi altra cosa, non conta. Ciò che ha importanza è la trasformazione e la translitterazione che avviene (ancora) nella storia del mondo nel momento in cui incorre in passaggi sostanziali che ne trasformano completamente le esigenze e le sorti. È ciò che meglio viene chiarito in una delle opere dove il Santo Patrono della città, in un quadro del ‘500 regge – invece che il centro storico – intramoenia le fabbriche ascolane, o in history of ascoli, che sommerge la cripta del Duomo di colate carbone, o ancora negli arazzi che trasformano gli ormai inutili impianti industriali in una trama tutta astratta. Aspettando la prossima mutazione.

Santa Nastro

Ascoli Piceno // fino al 19 novembre 2013
Archeologia Contemporanea 2 – Giuseppe Stampone / Eugenio Tibaldi
a cura di Stefano Raimondi
MUSEO ARCHEOLOGICO STATALE
Piazza Arringo 28
0736 253562
www.archeologiacontemporanea.it

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Santa Nastro

Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

Scopri di più