Albers e lo sguardo sublime

Fondazione Stelline, Milano - fino al 6 gennaio 2014. Josef Albers introduce forme, linee e colori alle Stelline. Una mostra composta da 78 lavori, tra dipinti, serigrafie e disegni architettonici. Un percorso che, a cominciare dal piano interrato, definisce in breve le sperimentazioni del maestro, dedicandogli poca intimità.

Condensare in un’unica mostra l’attività sperimentale di Josef Albers (Bottrop, 1888 – New Haven, 1976) risulta un’operazione impossibile da compiere, a meno di non attuare drastiche riduzioni, tagli imprescindibili rispetto al percorso di un autentico, completo innovatore visuale. Sublime optics, iter monografico allestito nella galleria della Fondazione Stelline, a cura del giovane Nick Murphy (Project Director della Josef & Anni Albers Foundation) subisce, in parte, l’ombra della brevità, pur concedendo, al piano terra, momenti pittorici autentici che si calano per intero nella pratica dell’artista e grafico tedesco.
La mostra raccoglie 78 lavori, realizzati a partire dall’inizio della carriera di Albers fino a qualche giorno prima della scomparsa. Dal primo disegno attribuitogli fino all’ultimo Omaggio al Quadrato, datato 1976. Ma tra velature ricorsive e stesure del colore al limite della precisione compulsiva, i dipinti esplicitano solamente la traccia finale della ricerca estetico-spirituale di Albers, così come sostiene il curatore. “Questa mostra”, osserva Murphy “comincia dal piano interrato, attraverso serigrafie e disegni che introducono al lavoro di Albers come maestro sintetizzatore delle linea, della forma e solo infine del colore. ‘Sublime optics’, passando attraverso le illusioni ottiche delle proiezioni ortogonali, illustra i cortocircuiti creati dagli esperimenti cromatici. Vere e proprie lenti composte per fare vedere la dimensione del sublime ovunque esista la luce e i suoi inganni”.

Josef Albers - Sublime optics - veduta della mostra presso la Fondazione Stelline, Milano 2013

Josef Albers – Sublime optics – veduta della mostra presso la Fondazione Stelline, Milano 2013

L’arcipelago monografico dedicato ad Albers è concepito, dunque, non come un sentiero cronologico, ma piuttosto come un racconto con due letture parallele; differenti livelli della percezione e della pratica compositiva, dimensioni sottolineate da rette intersecanti, volumi e campiture. A partire dal piano interrato, si consiglia di osservare, per primi, gli inaspettati photo collage di Albers, racchiusi all’interno di tre teche a loro volta contenute dall’unica project room della Fondazione. Una breve collezione di appunti assemblati attraverso foto dell’architettura sacra europea e messicana. Dai crocifissi romanici alle effigi delle Vergini, le fotografie in bianco e nero sono disposte in base al rapporto di volumi e forme, poi utilizzate, di rilesso, nei dipinti e nei collage materici in vetro. Al piano terra, infine, come una sorta di ascesa mistica, fra coni di luce naturale e luce artificiale, diventa imperativo soffermarsi, con gli occhi semichiusi, sul primigenio Homage to the Square del 1967,  sull’intensissimo Related I (Red), oltre che sull’icona di questa esposizione: Variant / Adobe, Pink Orange Surrounded by 4 Grays (1947 – 1952).

Ginevra Bria

Milano // fino al 6 gennaio 2014
Josef Albers – Sublime optics
FONDAZIONE STELLINE
Corso Magenta 61
02 45462411
[email protected]

www.stelline.it

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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