In verticale con Morton Feldman. I suoi scritti, per Adelphi

Escono per i tipi dell’Adelphi gli scritti di Morton Feldman, compositore americano vicinissimo agli Irascibili. La recensione del libro, aspettando il 22esimo Festival di Milano Musica. Dedicato proprio a lui.

Dopo il primo studio monografico pubblicato in Italia sull’estetica musicale di Morton Feldman (New York, 1926 – Buffalo, 1987), uscito nel 2009 per Ricordi-LIM/Le Sfere a opera del musicologo Marco Lenzi, le edizioni Adelphi danno alle stampe Pensieri verticali, un volume che raccoglie gli scritti del compositore americano compresi fra il 1958 e il 1986 e che coprono, dunque, un vasto tratto dell’attività del musicista statunitense.
Partendo dalla lezione di John Cage, decisiva per la formazione e la crescita compositiva di Feldman (come del resto determinante fu per lui l’incontro con Edgard Varèse), ma distinguendosi sempre da ogni altro musicista occidentale, il suo comporre si rivelò del tutto autonomo, trovando nei riferimenti alla pittura la sua distintiva particolarità, specie in quella dell’Espressionismo Astratto di Philip Guston e Mark Rothko. Fu così che, attraverso l’annullamento della notazione musicale abituale, Feldman giunse al grafismo, proponendo una scrittura totalmente indeterminata, portata al di là di ogni altra prevedibile forma musicale.

John Cage e Morton Feldman

John Cage e Morton Feldman

Accompagnano questa prima edizione italiana dei suoi scritti, a cura di B.H. Friedman, un saggio di Mario Bortolotto e una postfazione del critico d’arte Frank O’Hara, da cui il lettore potrà intuire come l’irruzione di Feldman sulla scia culturale newyorchese abbia rappresentato, fin dal suo ingresso, la vera novità radicale del periodo qui documentato, non solo dal punto di vista musicale. Sorprende al tempo stesso la scintillante vivacità della sua penna, la cui verve polemica (non mancano al suo arco frecce avvelenate verso la Neue Musik di Darmstadt) e l’incurante ironia traspaiono in maniera quanto mai lucida da queste testimonianze.
Sfogliare le pagine di questo libro sarà allora un po’ come ritrovarsi al Cedar in compagnia di personaggi come Pollock, Rauschenberg o de Kooning, il bar dell’8th Street dove Feldman trascorreva le sue notti di discussioni accanite e fermarsi ad ascoltare la sua voce sollevarsi come una meditazione sulle essenze del musicale. Riflessioni che una volta sentite, difficilmente si potranno dimenticare.

Paolo Tarsi

Morton Feldman – Pensieri verticali
a cura di B.H. Friedman, trad. it. di Adriana Bottini
Adelphi, Milano 2013
Pagg. 305, € 30
ISBN 9788845927607
www.adelphi.it

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Paolo Tarsi

Paolo Tarsi

Musicologo e compositore, dal 2010 fa parte del collettivo Argo con cui prende parte alla pubblicazione di una serie di romanzi collettivi. Suoi studi sono apparsi su riviste specialistiche e rivolgono particolare attenzione alla musica del secondo Novecento, ai rapporti…

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