Gad Lerner, Oliver Stone, Pussy Riot e le prime esclusive di Lars Von Trier e Steve McQueen: si prospetta un autunno caldo per laeffe. Il canale tv lanciato da Feltrinelli presenta a Milano il palinsesto della nuova stagione

“La tv generalista ha troppo spesso deformato un’immagine di pubblico grossolana e viscerale: sono convinto che oggi lo spazio per un’altra televisione si sia rafforzato”: ad affilare le armi è Gad Lerner, nume tutelare della nuova stagione di laeffe. Il canale tv in chiaro lanciato da Feltrinelli nel maggio scorso, forte della sinergia con La7 e il Gruppo […]

“La tv generalista ha troppo spesso deformato un’immagine di pubblico grossolana e viscerale: sono convinto che oggi lo spazio per un’altra televisione si sia rafforzato”: ad affilare le armi è Gad Lerner, nume tutelare della nuova stagione di laeffe. Il canale tv in chiaro lanciato da Feltrinelli nel maggio scorso, forte della sinergia con La7 e il Gruppo L’Espresso, presenta a Milano i piani per l’annata che va a cominciare. Partendo proprio da Lerner, che sganciatosi dagli impegni con La7 si getta nella nuova avventura, assumendo il ruolo di faro per quella che suona come una decisa presa di posizione in favore dell’informazione. Nel tentativo di essere decisi ma non partigiani, diretti ma non scioccanti, pop ma non populisti: votati a un infotainment che prova ad essere realmente tale. Direttore? Consulente? Nessuna etichetta particolare per l’ex conduttore de L’Infedele, figura ibrida che si raccorda con il team che confeziona le due finestre informative quotidiane, collabora a identificare la linea dei reportage, e naturalmente ci mette la faccia. Introducendo a mezzo pillola più documentari nel corso della stagione e conducendo da gennaio un nuovo programma di attualità.

A significare il senso di laeffe per la tv bastano un paio dei titoli in arrivo nelle prossime settimane: è informazione Pussy Riot – A Punk Prayer, docu-film in transito al Sundance Festival; ed è informazione USA – Un’altra storia americana, serie ideata e raccontata in esclusiva da Oliver Stone. Ma sono informazione anche i serial se si chiamano Xanadu Uomini di fede, pungente equilibrio tra diavolo e acqua santa: da un lato la vicenda di una famiglia che vive di pornografia e si scontra con la rivoluzione portata nel settore da Internet; dall’altro la vita di cinque seminaristi nella Francia di oggi, animati da estrazioni sociali, pulsioni e aspettative di vita tra loro diametralmente opposte. Ed è informazione, infine, ciò che passa il convento alla voce cinema, con prime assolute – in chiaro per l’Italia – più che allettanti. Il menù prevede Melancholia di Lars Von TrierAmerican Life di Sam MendesAnother Year di Michael Leigh ma soprattutto Shame eHunger di Steve McQueen. Mica pizza e fichi.

Il progetto è ambizioso, la programmazione sicuramente ottima. Un po’ evasive le risposte – c’è ancora qualcuno che fa domande, prima dell’assalto al buffet – quando si fanno i conti della serva: quanto ha investito Feltrinelli in questo spettacolare giochino? Quale risposta arriva dal pubblico? Interrogativi che restano sospesi, dribblati con molto savoir-faire: accontentiamoci per ora di ciò che si vede e si vedrà. È già tanta roba.    

– Francesco Sala


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Francesco Sala

Francesco Sala

Francesco Sala è nato un mesetto dopo la vittoria dei mondiali. Quelli fichi contro la Germania: non quelli ai rigori contro la Francia. Lo ha fatto (nascere) a Voghera, il che lo rende compaesano di Alberto Arbasino, del papà di…

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