CinemaXXI, la sezione più interessante del Festival del Film di Roma

Presentata oggi 23 ottobre la sezione “CinemaXXI” del “Festival Internazionale del Film” di Roma. Dopo qualche timore per gli annunci dei giorni scorsi, il parterre che vedremo dall’8 al 17 novembre si è rivelato di alto profilo. Qui vi raccontiamo i dettagli.

Diciamo pure che Marco Müller ci ha fatto tremare i polsi qualche giorno fa, presentando il suo festival/festa in grado di strizzare l’occhio al grande pubblico e di averne un po’ per tutti i gusti. Nel frattempo, la voce di una possibile compressione della sezione CinemaXXI da parte della Fondazione Cinema per Roma circolava già da un po’, facendo temere, per il 2013, una manifestazione contraddistinta dal “compromesso”. Non che alla selezione ufficiale manchino titoli e autori di interesse, dal premio alla carriera Aleksej Jurevič German all’immancabile Takashi Miike, passando per Spike Jonze. Ma la curiosità di conoscere i contenuti del nuovo CinemaXXI (in scena dall’8 al 17 novembre) era tanta. E ancora una volta Müller, il suo comitato di selezione e il “cercatore di perle” Paolo Moretti non hanno deluso, portando al centro della sezione dedicata al cinema fuori formato e fuori genere, nomi che scongiurano qualsiasi timore di impoverimento del segmento dalla connotazione più “artistica” e contemporanea del festival.
Tra i nomi presentati in conferenza stampa ritroviamo alcune vecchie conoscenze e, in maniera quasi inaspettata, anche una rincuorante e massiccia presenza di autori italiani. A cominciare da Luca Trevisani, artista visivo tra i più eclettici della nostra scena, che con il suo primo film Glaucocamaleo si affianca a Riccardo Giacconi con Chi ha lottato con l’angelo resta fosforescente, al bolzanino Ronny Trocker con Gli Immacolati e a Michelangelo Pistoletto che, assieme a Marco Martins, firma il suo lungometraggio di esordio Twenty-One-Twelve: The day the World Didn’t End, una riflessione sullo stato di crisi e sul ruolo dell’arte come catalizzatore delle trasformazioni all’interno della società.

Luca Trevisani, Glaucocamaleo

Luca Trevisani, Glaucocamaleo

In pista anche alcuni collettivi: MyBossWas (già collaboratori dei fratelli De Serio, tra gli altri) con Riverbero, girato all’interno della camera riverberante dell’Istituto Nazionale di ricerca metrologica (lo spazio in cui si misura l’assorbimento acustico), mentre ZimmerFrei torna a investigare il tema della “città” e delle sue trasformazioni nel nuovo lavoro Hometown | Mutonia. E ovviamente una certezza, Yuri Ancarani, che si presenta stavolta con un’opera antologica: Ricordi per moderni. In sessanta minuti l’artista mette insieme una serie di tredici video realizzati fra il 2000 e il 2009, realizzando un percorso sui cambiamenti che hanno segnato la Riviera romagnola negli ultimi decenni, partendo dalle pagine “musicali” di Pier Vittorio Tondelli.
Molti nomi da seguire con particolare interesse anche al di fuori dei confini nazionali: Anouk De Clerq che, dopo essere stata a Rotterdam, porta a Roma Thing, nuovo capitolo incentrato sulla creazione digitale di universi possibili attraverso sciami di pixel bianchi, rumori e una forte percezione della tridimensionalità. Oppure Antoine D’Agata, fotografo dell’agenzia Magnum che presenta il diario autobiografico di un uomo senza legami intitolato Atlas, lavoro destinato a far discutere che attinge direttamente dal suo repertorio fotografico. Torna anche Lois Patiño, giovane film-maker gallego che un anno fa presentava Montaña en sombra e che solo qualche mese fa conquistava Locarno aggiudicandosi il premio per il miglior regista emergente con Costa da morte. A Roma rientra con un nuovo lavoro tutto incentrato sul fuoco intitolato La imagen arde. 
L’auditorium del MAXXI si trasformerà in uno spazio installativo temporaneo grazie all’accostamento con l’originale lavoro di Jean Claude Ruggirello, Fade, concept sui tramonti interamente realizzato con internet found footage, il cui comune denominatore è la linea dell’orizzonte. Non vi basta? C’è la media-artist Jesse McLean che in Just Like Us osserva le celebrities in magazzini e parcheggi e Theatrum Orbis Terrarum, il primo atlante moderno firmato Salomè Lamas, la regista del documentario No man’s land (Terra de Ninguém). Della stessa provenienza, Gabriel Abrantes, già incontrato negli “Orizzonti” mülleriani e tra i più talentuosi artisti portoghesi in ambito audiovisivo assieme alla Lamas. Da lui si attende uno dei lavori  potenzialmente più interessanti della sezione: Ennui Ennui, commedia breve che mette in scena il conflitto afgano come una comica del muto.  

Roee Rosen, The Buried Alive Videos

Roee Rosen, The Buried Alive Videos

Ancora Sun Xun dalla Cina in versione 3D con Magician Party and Dead Crowe, il nuovo film di Nicolas Pereda El Palacio e, dulcis in fundo, il grande Roee Rosen, che con Out (Tse) conquistò la 67 edizione della Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti. Anche con il suo nuovo film The Buried Alive Group Videos, Rosen promette di provocare lo spettatore, stavolta con una suggestiva raccolta di videotape prodotta da un immaginario collettivo di ex-sovietici.
Possiamo stare tranquilli insomma. Anche quest’anno cinema e arte, lunghi, corti e mediometraggi si incontreranno nell’azzeccata cornice del Museo Nazionale della Arti del XXI secolo, ancora all’insegna della massima libertà di espressione e sempre tesi alla ricerca di nuovi modi di raccontare. Oggi conquistiamo quindi una certezza: comunque vada il festival, c’è sempre CinemaXXI.

Beatrice Fiorentino

www.romacinemafest.it

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Beatrice Fiorentino

Beatrice Fiorentino

Giornalista freelance e critico cinematografico, scrive per la pagina di Cultura e Spettacoli del quotidiano Il Piccolo e per diverse testate online. Dal 2008 collabora con l'Università del Litorale di Capodistria, dove insegna Linguaggio cinematografico e audiovisivo. Dal 2015 cura…

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