Sinergie tra pubblico e privato. A Roma il ponte pedonale della Garbatella diventa The Bridge Gallery. Street art e recupero urbano, col sostegno delle associazioni

Riqualificare a costo zero. Questo lo slogan, che è un po’ l’ossessione comune di amministrazioni, urbanisti e  progettisti, nell’epoca complicata della crisi. Niente soldi e molti guai: città da risanare, centri storici da recuperare, vecchi cantieri da sbloccare e quelli nuovi da avviare, con le economie sempre incerte, in forse. E se questa storia del […]

Riqualificare a costo zero. Questo lo slogan, che è un po’ l’ossessione comune di amministrazioni, urbanisti e  progettisti, nell’epoca complicata della crisi. Niente soldi e molti guai: città da risanare, centri storici da recuperare, vecchi cantieri da sbloccare e quelli nuovi da avviare, con le economie sempre incerte, in forse.
E se questa storia del “costo zero” a volte è uno specchietto per le allodole, dietro cui si celano inefficienza e approssimazione, in qualche caso invece la chiave c’è e funziona. Come per questo esperimento di Roma Capitale – Municipio VIII (ex XI), battezzato The Bridge Gallery. Siamo nel quartiere Garbatella, all’altezza della fermata della metro: qui, il sovrappasso di via degli Argonauti – piazza Vallauri, un punto cieco esposto al degrado e dimenticato, cambierà pelle e colore, accogliendo gli interventi di street artist di fama internazionale. The Bridge Gallery sarà un ponte pedonale riconvertito e rivalutato dalle immagini, tratto urbano che tornerà a segnare un territorio, connotandolo e restituendiogli “luce”. Una luce metaforica, ma non solo; perché anche l’area intorno sarà riqualificata grazie a un impianto d’illuminazione, a un riammodernamento e a un sistema di video sorveglianza.
In origine la spesa per tutta l’operazione si aggirava intorno agli 82mila euro, manutenzione esclusa. E poi? Poi semplicemente s’è aguzzato l’ingegno, per far fronte alle ristrettezze comunali. A occuparsi  di tutto saranno Superegg, agenzia di comunicazione che lavora con vari brand in tutto il mondo, e l’associazione Esercenti Libetta Village, nata nel 2002 per iniziativa di proprietari e gestori dei locali di Via Libetta e dintorni. In cambio, i due soggetti hanno ottenuto di poter utilizzare il portale di ingresso dell’ex Fiera di Roma, su Viale Colombo, “per promuovere iniziative commerciali specificatamente dedicate, sempre attraverso lo strumento della promozione artistica”. Un esempio di sinergia tra pubblico e privato, che sfrutta spazi delle amministrazioni e investimenti di micro imprese o realtà associative, al fine di ottenere vantaggi duplici: da un lato la cura e il recupero di spazi urbani, dall’altro l’attivazione di economie locali.
Una strada che fa fatica a imporsi, in Italia, ma che da qualche parte comincia a dare i suoi frutti. Dall’esempio recente della caserma dei Vigili de fuoco in disuso, affidata dalla provincia di Ferrara a un network di associazioni e aziende creative, a questa nuova avventura che punta i riflettori sul complesso tessuto capitolino. Tutto, sempre, nel segno della relazione tra lavoro, arte, progettazione urbana e cultura.

– Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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