Racconta la sua Grecia alla Biennale di Venezia: Stefanos Tsivopoulos è tra i nomi di punta del nuovo programma di residenze al MACRO. Svelati i nomi dei sette artisti che faranno compagnia all’indiano Sahej Rahal, portato in dote da ZegnArt

Questo giro la tenzone è stata più dura del solito. Centocinquanta le candidature arrivate al MACRO per concorrere a uno dei sette posti messi in palio all’interno del programma Artisti in residenza, un terzo in più rispetto a quanto accaduto solo per l’edizione dello scorso anno. Quattro mesi di lavoro sostenuti con la disponibilità di […]

Questo giro la tenzone è stata più dura del solito. Centocinquanta le candidature arrivate al MACRO per concorrere a uno dei sette posti messi in palio all’interno del programma Artisti in residenza, un terzo in più rispetto a quanto accaduto solo per l’edizione dello scorso anno. Quattro mesi di lavoro sostenuti con la disponibilità di uno spazio di 120 metri quadri ciascuno e foraggiati grazie a borse di studio, assegni di alloggio e gettoni di produzione; più due mesi in mostra al museo: il malloppo è invitante, la selezione dunque doverosamente accurata e minuziosa.
La tensione del the winner is è presto stemperata dal fatto che si sa già il nome dell’ottavo partecipante al progetto, outsider selezionato all’interno del programma di sostegno all’arte contemporanea promosso dalla Ermenegildo Zegna. Quest’anno toccava all’India essere nazione ospite di Public, è dunque il giovanissimo Sahej Rahal (classe 1988) a prendere la via di Roma, dove soggiornerà e creerà nel corso della prima tranche del programma, dal prossimo mese di agosto fino a novembre. Con lui l’israeliana Hilla Ben Ari (1972); il trentenne comasco Riccardo Beretta, tra le scoperte di Giacinto Di Pietrantonio e già nell’orbita della piattaforma di Lucie Fontaine; e Jacopo Miliani (Firenze, 1979) vincitore un anno fa del premio EX3 Toscana Contemporanea. La seconda infornata di artisti, al lavoro tra febbraio e maggio 2014, contempla invece il croato Nemanja Cvijanovič (1972), cresciuto artisticamente a Venezia e ospite dell’ultima Manifesta; Stefanos Tsivopoulos, nato a Praga quarant’anni fa e residente tra Amsterdam e Atene, titolare del Padiglione Grecia in queste settimane in Biennale; la pavese classe ’79 Anna Franceschini e, da Torino, il ventiquattrenne Guglielmo Castelli, avvistato un paio di anni fa tra i finalisti del Premio Cairo.
L’onere della scelta ai padroni di casa Bartolomeo Pietromarchi e Maria Alicata, a Maurizio Nannucci ed Éric de Chassey.

– Francesco Sala

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