Nicholas Barker, Tokyo Dreams. Un viaggio con le palpebre chiuse

Spiare chi dorme, sul vagone di un treno, scrutandone fragilità, dettagli, gesti, tra la fatica e l'abbandono. Il viaggio di un regista britannico attraverso i sonni e i sogni di viaggiatori stanchi, sulla metropolitana di Tokyo. Un piccolo film che conquista, premiato a Los Angeles

Un viaggio ad occhi chiusi, sulla metropolitana di Tokyo. E una videocamera che punta, ossessivamente, su quelle palpebre abbandonate. Provando a catturare tutta la fragilità e la stanchezza di un’umanità in transito: pendolari, lavoratori, studenti, cittadini che tornano e che vanno. Il regista britannico Nicholas Barker trascorre due settimane intere a bordo, filmando per 12 ore al giorno uomini e donne adagiati sui sedili. Di tutte le età ed estrazioni sociali, in giacca e cravatta o in abiti casual, con le cuffie nelle orecchie, la ventiquattrore sulle gambe o il giornale tra le mani, con la mascherina antismog sulla faccia o le buste dello shopping a fianco. Un popolo, che dorme.

Nicholas Barker, Tokyo Dreams

Nicholas Barker, Tokyo Dreams

Le teste vacillano, gli occhi si fanno pesanti, qualcuno lotta contro il sonno, ma poi precipita, si appisola ed è subito buio. Barker li spia, sedotto da quella condizione di resa, soffermandosi sui volti e sugli oggetti abbandonati accanto: nel sonno si è nudi, senza controllo, esposti. E in un luogo pubblico questa condizione diventa stridente, violenta, inusuale. Gli altri – gli estranei – vegliano, ti osservano, potrebbero persino farti del male. O potrebbero, semplicemente, studiarti: immaginare chi sei, dove vai, a cosa pensi, da dove arriva una cicatrice, una certa espressione triste, un dettaglio strano, un segno fuori posto. Gioco perverso e invisibile che il regista esaspera, diventando egli stesso, con la sua telecamera, l’occhio che ruba i sogni, i pensieri e le debolezze di tanti socnosciuti addormentati. Unico rumore quello del treno in corsa, impastato col brusio sommerso dell’ambiente. E chissà se alla fine qualcuno non farà in tempo a svegliarsi, perdendo la sua fermata…
Un film pregevole, ispiratissimo, che conquista la vittoria nel 2013 al Sunset Film Festival di Los Angeles.

Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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