Giovanni Allevi e l’arte contemporanea. Se in fatto di musica stravede per Jovanotti, sulla scultura il compositore non ha dubbi: Rabarama è un genio del nostro tempo. Nuove critiche in arrivo?

E allora è proprio che a farsi un poco sfottere ci gode, il buon Giovanni Allevi. Non si sono ancora placate polemiche, risatine e sbeffeggiamenti su facebook e blog, esplosi dopo la sua uscita su Beethoven e Jovanotti, che adesso il giovane compositore romantico si mette pure a frequentare il mondo dell’arte contemporanea. E non […]

E allora è proprio che a farsi un poco sfottere ci gode, il buon Giovanni Allevi. Non si sono ancora placate polemiche, risatine e sbeffeggiamenti su facebook e blog, esplosi dopo la sua uscita su Beethoven e Jovanotti, che adesso il giovane compositore romantico si mette pure a frequentare il mondo dell’arte contemporanea. E non sono proprio faville. Così, se del grande Ludwig aveva detto – ingenuamente? – che gli mancava il ritmo giusto, al contrario dell’amato Cherubini, stavolta non si tratta di una gaffe. Semmai di un giudizio critico, particolarmente entusiasta, a commento di una serata ad alta quota, sui monti della Versilia. Qui Allevi ha tenuto uno dei suoi concerti, insieme all’Orchestra Sinfonica Italiana, presentando il suo progetto “Sunrise”. E fin qui tutto normale. Ad impreziosire l’esibizione c’era sul palco una gigantesca scultura di un artista che lui, subito dopo, avrebbe definito come “un genio che sta perfettamente interpretando il nostro tempo”, aggiungendo: “trovo una affinità elettiva con la sua ricerca estetica, che arriva dritta al cuore della gente senza bisogno di intermediari”. Di chi parliamo? Jeff Koons? Anish Kapoor?  Maurizio Cattelan? Michelangelo Pistoletto? Berlinde De Bruyckere? Eh no. La grande passione di Allevi si chiama Rabarama.

Rabarama, Trans-mutazione - foto Hikari Kesho

Rabarama, Trans-mutazione – foto Hikari Kesho

E’ lei, per il musicista, l’interprete geniale di questo incipit di millennio. E certo i gusti sono gusti, sacrosanto. Ma una cosa ce la possiamo immaginare: Allevi, con questa nuova dichiarazione d’amore, può già cominciare a pararsi dalla sassaiola degli addetti ai lavori dell’arte, che la bella Rabarama, notoriamente, non la amano granché. Considerata non proprio un’eccellenza del panorama artistico internazionale (ma nemmeno nazionale), Rabarama ha il suo seguito, il suo circuito comemrciale, ma – lo ricorderanno in molti – quando provarono a piazzare le sue statue in prestigiosi spazi pubblici di Firenze, successe il pandemonio. Tutti a chiedersi come si facesse ad allestire nella capitale del Rinascimento quei titani policromi decorati come puzzle. In effetti, come si fa? Eppure si fece.
E però, c’è poco da discutere: per Allevi sempre genio è. Come lui lo è per lei: “Amo ascoltare la musica di Giovanni quando lavoro perché riesce ad aprire una porta nel buio dei miei pensieri donandomi un caleidoscopio di emozioni. Di nota in nota mi permette di scoprire una dimensione divina: la luce, quell’energia che è scintilla creativa”. Un idillio, che quegli intellettuali presuntuosi e radical-chic dell’art world italiano, al riccioluto Allevi potrebbero non perdonare. Porti pazienza e se ne infischi. Anche se una cosa gliela dobbiamo dire: il suo mito di sempre, Jovanotti, se la intende assai di più con Cattelan (con cui ha diverse volte collaborato) che non con Rabarama. Come dire? Il “giro giusto” è proprio un altro, Giovanni. Ma tranquillo, a Lorenzo non glielo raccontiamo…

-Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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