Marzia Migliora e Luigi Coppola si mettono la cultura in testa. Chiama collettiva alla cittadinanza: partecipare a una performance al Teatro Valle di Roma, con tanto di cappello

Arte e politica insieme, un po’ per gioco e un po’ per protesta. Si chiama Io In Testa la performance di Luigi Coppola e Marzia Migliora, realizzata per il Teatro Valle Occupato, Nomas Foundation e Nuovo Cinema Palazzo di Roma, aperta alla cittadinanza tramite apposita open call. Il tema? Centralità (invocata) e marginalità (subita) della cultura: dinanzi a uno status […]

Arte e politica insieme, un po’ per gioco e un po’ per protesta. Si chiama Io In Testa la performance di Luigi Coppola e Marzia Migliora, realizzata per il Teatro Valle Occupato, Nomas Foundation e Nuovo Cinema Palazzo di Roma, aperta alla cittadinanza tramite apposita open call. Il tema? Centralità (invocata) e marginalità (subita) della cultura: dinanzi a uno status quo che lascia poco spazio all’ottimismo, quantomeno nell’immediato futuro, la questione resta quella – ripetuta fino alla nausea – dell’importanza di investire nell’arte e nella conoscenza, ai fini di un sano sviluppo sociale ed economico del Paese. Mettersi in testa la cultura, dunque, in termini di caparbietà, di impegno, di priorità, di riappropriazione, di volontà.
L’azione collettiva, concepita anche in forma di laboratorio, parte dal Teatro Valle sabato 25 maggio alle 18, proprio nei giorni che precedono le elezioni comunali di Roma. Oggetto simbolo del progetto è un copricapo di cartapesta, costruito da ogni partecipante durante il workshop: l’utilizzo dei giornali, materia prima del  manufatto, rappresenta per gli artisti un legame con l’idea di quotidianità, qualcosa da indossare per dichiarare la propria appartenenza a un tempo e un luogo attuali. Il cantiere, durante cui interverranno diversi ospiti, chiamati ad animare il dibattito, prende l’avvio proprio dall’esperienza di spazi come il Valle o il Nuovo Cinema Palazzo, che stanno raccontando un capitolo speciale – dagli esiti più o meno criticabili, più o meno risolti – della scena italiana degli ultimi anni: l’idea di occupazione applicata a luoghi della cultura e declinata secondo logiche produttive, di riflessione e di impegno creativo, cercando nuove strategie di gestione del famoso “bene comune”.

– Helga Marsala

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

Scopri di più