Simon Starling e la commissione della Tate Britain

Ha inaugurato martedì scorso l’edizione 2013 della Tate Britain Commission. L’opera appositamente creata per gli spazi del museo britannico è quest’anno firmata da Simon Starling. Una riflessione… museologica tutta da vivere.

Creare un’opera ispirata alla collezione: questo è il compito che viene assegnato ogni anno a un artista contemporaneo per la Tate Commission. Per il 2013 la scelta è caduta su Simon Starling (Epson, 1967; vive a Copenhagen), che ha inaugurato l’installazione video site specific per le Duveen Galleries alla Tate Britain, alla presenza della direttrice Penelope Curtis e di Cheyenne Westphal , capo di Contemporary Art Europe di Sotheby’s, sponsor dell’evento.
Le Duveen Galleries sono imponenti gallerie neoclassiche aperte nel 1937 per esporre le sculture della collezione che oggi si ritrovano maestosamente vuote, punto di passaggio tra le sale dell’antico e quelle del contemporaneo nel tempio dell’arte britannica. Per Starling sono spazi dove le nozioni di tempo e spazio vengono temporaneamente sospese, in grado di evocare idee, suoni e ricordi.
Per la sua commissione, l’artista ha cercato di rendere palpabile questa sensazione e ha affidato il suo sguardo a una telecamera robotizzata sospesa nel vuoto, che con movimenti ritmici e meccanici sale e scende vertiginosamente, incontrando nel suo cammino opere ed eventi che hanno fatto la storia della Tate. Il titolo Phantom Ride si collega a un genere popolare nei primi anni della storia del cinema, quando la telecamera veniva fissata su un veicolo in movimento permettendo agli spettatori immobili in sala di entrare a far parte del viaggio. La telecamera sembrava muoversi da sé, senza nessun intervento umano a regolarla. Starling riprende lo stesso principio, rendendo invisibile il suo intervento e intervenendo su quello della macchina in fase di montaggio, e lasciando al rumore dei movimenti meccanici di espansione, ascesa e discesa il compito di fare da colonna sonora.

Il visitatore si trova a osservare l’esplorazione e la storia delle gallerie in cui egli stesso si trova, in uno spazio vissuto fisicamente e osservato nel suo sdoppiamento onirico. In questi vertiginosi percorsi immaginari scorrono i momenti che hanno segnato la storia delle Duveen Galleries, dalle macerie dei bombardamenti del 1940 alle opere che le hanno abitate, alcune riprese dal vivo, altre ricreate al computer. Ci sono il Triple Elvis di Andy Warhol, The Charnel House di Picasso, una scultura medievale di San Giorgio, Number 23 di Jackson Pollock e altre opere che evocano traumi e violenze, come in una storia personale: le armi di Ian Hamilton Finlay, gli aerei da guerra (Jaguar 2010) di Fiona Banner, il topo armato di Michael Sandle (A Twentieth Century Memorial 1971-8).
Gli spazi tornano in vita attraverso le opere che hanno accolto in una realtà parallela, dove i contorni si fanno sfumati ed evanescenti, e dove l’osservatore è chiamato a partecipare con i propri ricordi legati a quelle stesse opere, momenti di storia collettiva e personale.

Roberta Minnucci

Londra // fino al 20 ottobre 2013
Simon Starling – Phantom Ride
TATE BRITAIN
Millbank
+44 (0) 20 78878888
[email protected]
www.tate.org.uk

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Roberta Minnucci

Roberta Minnucci

Si laurea in Lettere all’Università di Bologna con una tesi in Fenomenologia dell’arte contemporanea. Durante gli studi trascorre un anno all’estero all’Université Le Mirail di Toulouse (Francia) e a Bologna svolge un tirocinio nella Fondazione Federico Zeri ed un altro…

Scopri di più