A Londra le imposte si pagano… in opere d’arte! Gli eredi di Lucian Freud sganciano alla National Gallery un Corot e tre sculture di Degas, in cambio dell’esenzione dalla milionaria tassa di successione

Il cliché è quello del vecchio zio che, morendo, lascia una straordinaria e smisurata eredità. Se il vegliardo in questione è Lucian Freud, va da sé che il donativo contempli oltre a danari e proprietà assortite anche qualche quadretto e un paio di statuine: tra questi un Corot, nella fattispecie L’Italienne dipinta nell’ultima stagione artistica […]

Il cliché è quello del vecchio zio che, morendo, lascia una straordinaria e smisurata eredità. Se il vegliardo in questione è Lucian Freud, va da sé che il donativo contempli oltre a danari e proprietà assortite anche qualche quadretto e un paio di statuine: tra questi un Corot, nella fattispecie L’Italienne dipinta nell’ultima stagione artistica del maestro; e tre bronzi di Degas, tanto per gradire. Roba buona, roba di marca: roba su cui pende, va da sé, una cospicua tassa di successione. L’erario britannico stima la faccenda, nel complesso, la bellezza di due milioni e 340mila sterline: esborso che gli eredi dribblano agilmente sganciando allo Stato i quattro capolavori. Perché a Londra le tasse, al momento solo quelle di successione, si pagano anche così: in arte. Un piccolo sacrificio per poter mettere le mani sull’intero malloppo, unico ricordo tangibile del caro estinto: la mossa è permessa dall’Acceptance in Lieu (per gli amici AIL), giochino fiscale vecchio di un secolo, che negli ultimi dieci anni ha portato nei depositi e nelle sale dei musei britannici uno strepitoso volume di opere di pregio. Il valore delle acquisizioni si aggira, dal 2000 ad oggi, attorno ai 30milioni di sterline ogni anno; la Venere di Tiziano oggi a Edimburgo, così come il disegno di Michelangelo arrivato ormai trent’anni fa nelle collezioni del Courtauld Institute sono stati incamerati seguendo questa strada. E con loro la lista di capolavori si fa davvero lunga, fino ad arrivare all’ultimo arrivo in ordine di tempo. Il Corot del fu Freud, appunto, stimato sui 5milioni di sterline – e quindi svalutato nel suo ingresso alla National Gallery di Londra – un pezzo che l’ultimo proprietario aveva nemmeno troppo nascostamente “promesso” alla nazione che aveva dato rifugio alla sua famiglia, in fuga dagli orrori del nazismo.

– Francesco Sala

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