Il punto su Art Genève. La fiera ginevrina guarda ad Art Basel e prova a fare il salto: nuova direzione e pacchetto impeccabile. Ma i contenuti? Deboli. Nonostante Gagosian

Art Genève cambia pelle. Dopo anni di incoerenza e di convivenza forzata con il celebre Salone del Libro, la fiera ginevrina – appena inaugurata – cerca di ottenere uno statuto indipendente. Simon Lamunière, ex curatore di Art/Unlimited ad Art Basel, ne ha preso la presidenza lo scorso anno. Ed ecco il problema di fondo: come […]

Art Genève cambia pelle. Dopo anni di incoerenza e di convivenza forzata con il celebre Salone del Libro, la fiera ginevrina – appena inaugurata – cerca di ottenere uno statuto indipendente. Simon Lamunière, ex curatore di Art/Unlimited ad Art Basel, ne ha preso la presidenza lo scorso anno. Ed ecco il problema di fondo: come convincere le grandi gallerie a spostarsi in una provincia come Ginevra? Di sicuro garantendo una continuità, cosa che non è mai stata il forte di questo salone, a tratti fiera di provincia, a tratti fiera internazionale ma senza rigore.
Ora il rigore c’è, ma aspettiamo la continuità. Cercando di capire se le gallerie più importanti pazienteranno e risponderanno all’appello. Pare chiaro che il tentativo sia quello di emulare la fiera basilese, persino nelle scelte grafiche, dal carattere tipografico all’impatto dei cartelloni, dal layout del catalogo fino al badge per gli ospiti VIP. Un’emulazione che resta in superficie e che, purtroppo, ancora una volta delude. L’allestimento? Di grande qualità, senz’altro. Con un pubblico scelto tra l’élite locale dell’arte e gli studenti delle belle arti. Due fattori che, in realtà, distinguono poco questo evento dal “Quartier des bains”, ormai celebre appuntamento con i vernissage delle gallerie del quartiere.

Artgeneve, Ginevra

Artgeneve, Ginevra

Quel che verrebbe da chiedere allora, alla nuova gestione di Art Genève, è di osare qualche passo in più. Ovvero, impegnarsi non solo e non tanto per coinvolgere spazi non troppo incisivi per il territorio, approdati sin città per convenienze “altre” (Gagosian, per esempio, presente da poco a Ginevra, ma con scelte spesso di second’ordine rispetto agli artisti rappresentati); oppure per adescare gallerie internazionali, che aderiscono solo per amicizia (come nel caso Mehdi Chuakri, gallerista berlinese, grandissimo amico di John Armleder, figura storica e centrale della scena contemporanea di Ginevra, talent scout d’eccellenza).
E verrebbe altresì da chiedere, ad Art Genève, una manovra brillante per tentare di distinguersi dalle fiere svizzere parallele, sul piano soprattutto della qualità degli espositori. Ottimi, in tal senso, esempi come quello della ginevrina Skopia, che presenta lavori di altissimo livello di Robert Ireland, Thomas Huber e Pierre Schwerzmann, o come TMproject, giovanissima galleria locale, che con coraggio e competenza propone Gilles Porret e Tatsiuia Matsushita.
Art Genève, dunque, punta ad Art Basel, ma senza averne la potenza commerciale e i vantaggi del porto franco doganale direttamente in sede. E Gagosian? Un nome che fa clamore ma che diventa inessenziale, dal momento che sceglie di esserci con uno stand debole e con opere di seconda categoria. Una super galleria che pare l’ombra di se stessa, quando di ombre, Art Genève, non ne avrebbe certo bisogno. Di un po’ più di luce, invece, sì.

– Jean-Marie Reynier

www.artgeneve13.ch
31 gennaio/3 febbraio 2013

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