Hassan Khan. L’arte di suoni, e non solo

Un artista eclettico per una produzione dalle mille sfaccettature. Dal porto di Venezia a quello di Istanbul, le melodie egiziane elettroniche di Hassan Khan. Con concerti che accompagnano mostre personali e collettive.

La carriera di Hassan Khan inizia al Cairo, in qualità di musicista. Negli Anni Novanta sconfina nell’arte contemporanea, proponendo la musica come tecnica artistica.
L’artista ha esposto con un solo show negli spazi della fondazione SALT a Istanbul, in una personale che presenta il suo vario e articolato lavoro artistico. Tra le ampie sale si scovano le sue opere multi-mediali: dalla performance all’installazione, dalla scultura alla pittura, fino alla musica. L’approccio è complesso e concettuale, e l’effetto è un’esposizione frammentaria e de-composta, con il rischio di perdersi nei meandri dell’immaginazione dell’artista. Ma come una magnifica combinazione di idee e riflessioni, la mostra richiede, e concede, tempo allo spettatore. Forse impone, oltre che un’elasticità di pensiero e un’educazione all’arte contemporanea, anche uno studio specifico sull’attività e sulla filosofia dell’artista.

È così che un’iniziativa come quella della Fondazione François Pinault, con la curatela di Caroline Bourgeois, risulta una scelta azzeccata e accattivante. In occasione della mostra Le voci delle immagini a Palazzo Grassi a Venezia, il 26 novembre a Punta della Dogana si è tenuta una conferenza di Hassan Khan, in conversazione con Andrea Lissoni e con la stessa Bourgeois.
Le opere dell’artista danno ampio margine d’interpretazione, quindi il dialogo con intellettuali e interessati non può che aiutare e impreziosire la comprensione di quella vasta, ostica e pungente arte cairota. Le parole dell’artista, “start everytime, as what I see is an unknown daydream”, interpretate come metafora del turbinio esplosivo della sua produzione, giustificano lo spettatore a trovarsi indifeso e acerbo di fronte a una delle sue opere.
Ma se tra le mura delle sue esposizioni possono crearsi punti di vista discordanti, nella musica il pubblico si raccoglie in un’unica condivisione, in un’armonica catarsi. Scoprire le sue produzioni musicali significa entrare a piedi pari in una metafora sociale e politica dei tempi nostri.

SALT Istanbul personale Hassan Khan Hassan Khan. L'arte di suoni, e non solo

Hassan Khan – veduta della mostra presso il SALT, Istanbul 2012

Così anche il concerto Superstructure tenutosi alle Fondamenta Nuove il 27 novembre ha riscosso grande successo tra le composizioni e le interpretazioni di Hassan Khan, in bilico fra tradizione egiziana e innovazione sperimentale.
Anche la personale dell’artista a Istanbul si concluderà a breve con un concerto che, rivisitando i suoni portati a Venezia in Superstructure II, propone Khan in una movimentata performance. Il lancio del concerto, che si terrà il 3 gennaio in uno dei locali più innovativi della città, chiamato fra l’altro Ghetto, non può che proporsi in una densa e seducente presentazione: “This time the mood ranges from a delicate breakdown of mesmeric shimmering string arrangements, nocturnal piano minuets, and finely wrought electronica, to the brutal beats of stacked gamelan riffs and hardcore new-wave synth-Shaabi. The concert’s coda ‘Taraban’ is Khan’s own minimal reinterpretation of an early 20th century Egyptian classic”.

Giulia Grotto

www.palazzograssi.it
saltonline.org

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Giulia Grotto

Giulia Grotto

Giulia Grotto è nata nel 1989 in provincia di Vicenza. Laureatasi in Arti Visive e dello Spettacolo allo IUAV di Venezia con una tesi sull'arte contemporanea turca, ancora deve intraprendere una vera carriera professionale. Con svariati interessi e molta curiosità…

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