E se Umberto Croppi diventasse sindaco di Roma?

Verrà presentata lunedì 17 dicembre - alle 11 al Teatro Cometa - la candidatura di Umberto Croppi a sindaco di Roma. Un ex assessore alla cultura che tenta di diventare un “primo cittadino alla cultura”. Con il sostegno di molti personaggi del mondo dell’arte. Abbiamo scambiato qualche veduta a caldo.

Una candidatura, la tua, che fin dai primi vagiti punta, fra le altre cose, a fare la conta fra tutto il vario e ampio “mondo della cultura” della città di Roma. Tra una cosa e l’altra (e considerati amici e parenti, che sono voti) non dovrebbero essere pochissime le persone pensando agli ambiti dell’arte, del cinema, del teatro, dell’architettura, della grafica e dell’artigianato di qualità
Al di là della percezione che se ne ha, la cultura è per Roma la principale leva per l’economia e l’occupazione. Non mi riferisco tanto ai beni culturali, che sono un fortissimo attrattore turistico, ma proprio alla produzione culturale, che va dall’arte all’artigianato fino all’industria (nel cinema lavorano a Roma circa 250mila persone). Questo però non è un calcolo elettorale, il mio impegno per la cultura l’ho dimostrato sul campo, ben oltre i confini della mia delega.


In un periodo di crisi economica, morale e sociale della capitale d’Italia, molti candidati sindaci potrebbero considerare il comparto cultura come un lusso da non potersi permettere. O potrebbero pronunciare una frase orribile che per
ò a Roma va tanto di moda: I problemi sono altri (viene sempre ripetuta quando si fa notare la situazione fuori controllo del degrado urbano, ad esempio). In realtà i problemi non sono affatto altri, o semmai sono anche altri. Cosa ne pensi?
I problemi o, al contrario, le priorità per Roma sono quelle legate alla necessità di restituirle standard da capitale europea. Il decoro, la qualità urbana e dei servizi sono gli aspetti più evidenti, la cultura ne è, per così dire, l’ossatura: è l’unica vera, grande risorsa di cui disponiamo, risorsa economica ma anche morale. Tutto il resto è compreso o discende da questo.


Gli anni dell’amministrazione Alemanno sono stati una sciagura per la citt
à, ma l’unico settore che non è tracollato è stato quello della cultura. Quali sono le cose da salvare e da portare avanti?
Bisogna consolidare le grandi istituzioni (sia comunali che statali) e inserire in un piano organico e coerenti di gestione e promozione; favorire attività spontanee, la creatività diffusa, non attraverso finanziamenti, che sono sempre discrezionali e – spesso – clientelari, ma fornendo infrastrutture, spazi, promozione e alleviando i carichi burocratici. Ripensare l’intero sistema dei servizi anche in funzione della fruizione dei luoghi della cultura e svolgere azioni di coinvolgimento popolare. Infine internazionalizzare la produzione e la conoscenza della nostra offerta. Roma come laboratorio delle arti, come è sempre stata nella storia.


Quali sono le personalit
à del mondo dell’arte che già ti hanno ufficializzato la loro vicinanza?
Sono molte, non vorrei esagerare dicendo che l’intera comunità della cultura mi esprime simpatia e incoraggiamento, ma al di là del sostegno elettorale sento corto una vicinanza che si è consolidata sul campo. Comunque nel primo nucleo di comitato che si è costituito intorno alla mia candidatura ci sono dei testimonial importanti: Paola Ugolini e Laura Cherubini (giornaliste, critiche, curatrici) e Franco Nucci (presidente della Fondazione Volume! e grande animatore di eventi artistici).


Oltre a una lista civica con il tuo nome, quali altre realt
à pensi possano appoggiarti? I Radicali o i Verdi assieme ai quali hai recentemente condotto una battaglia referendaria? Proverai a convincere il MoVimento5Stelle ad avallare la tua candidatura? Chi altri?
Non so se ci sarà una lista col mio nome, sicuramente alcune liste civiche, espressione di quei movimenti che stanno riavvicinando alla politica a persone che ne erano state tenute fuori. Per quanto riguarda il sostegno di partiti, questo potrà venire, senza preclusioni, in uno spirito nuovo che garantisca autonomia e sulla base degli impegni programmatici che io ho condiviso con quanti mi hanno sollecitato in questa impresa. Naturalmente gli otto quesiti referendari di Roma si muove costituiscono la base certificata del mio programma.


Tra il candidato del PD e della Sinistra da una parte, Gianni Alemanno dall’altra, Alfio Marchini al centro e l’uomo (o la donna) di Beppe Grillo come incognita, qual 
è la strategia per trovare uno spazio?
Più del 60% dei romani cercano un candidato che non sia espressione delle nomenclature e, soprattutto, degli schieramenti che hanno governato Roma. Il profilo che viene indicato è quello di una persona indipendente, che si sia affermata nella professione ma che abbia anche esperienza politica: credo che tra i nomi in campo il mio sia l’unico che corrisponda a questi requisiti. Lo dico senza alcuna presunzione. Se si manifestasse una candidatura più autorevole, non esiterei a cedere il passo.


Con Zingaretti ti accomuna la sensibilit
à verso i temi della cultura e dell’innovazione. Tanto che qualche anno fa venne ipotizzato un vostro ticket per la guida della città. Oggi Zingaretti si è spostato sulla competizione della Regione Lazio. Tra lui e Francesco Storace – per ora è l’unico candidato alternativo – per chi daresti indicazione di voto ai tuoi?
Io ritengo di poter dare il mio voto a Zingaretti, a meno che non emerga una candidatura forte e indipendente che rappresenti meglio i cittadini esclusi. Perché, vedi, in realtà il famoso ticket non mi è mai stato proposto, in quanto il PD è vittima delle stesse chiusure e delle logiche di interessi che hanno condizionato Alemanno. Io sono convinto che Zingaretti sarebbe stato un buon sindaco e sarà un ottimo presidente, ma bisogna aiutarlo a mantenere un’autonomia. Io intendo dar voce a chi questa condizione la ritiene essenziale.


Massimiliano Tonelli

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Massimiliano Tonelli

Massimiliano Tonelli

È laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Siena. Dal 1999 al 2011 è stato direttore della piattaforma editoriale cartacea e web Exibart. Direttore editoriale del Gambero Rosso dal 2012 al 2021. Ha moderato e preso parte come relatore a…

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