Luci e ombre su Sotheby’s Milano, primo step. Tra alcuni inaspettati invenduti, tengono bene Morandi, Paolini, Dorazio, Castellani e Bonalumi

Buoni risultati per i lotti venduti, non tanto in percentuali assolute, 27 su 53, quanto per alcune specifiche performances. Sono l’Arte Povera di Paolini e le estroflessioni di Castellani e Bonalumi ad illuminare la prima parte dell’asta di Arte Moderna e Contemporanea officiata da Sotheby’s la sera del 27 a Milano. Non ha trovato un […]

Buoni risultati per i lotti venduti, non tanto in percentuali assolute, 27 su 53, quanto per alcune specifiche performances. Sono l’Arte Povera di Paolini e le estroflessioni di Castellani e Bonalumi ad illuminare la prima parte dell’asta di Arte Moderna e Contemporanea officiata da Sotheby’s la sera del 27 a Milano.
Non ha trovato un compratore Enrico Prampolini, primo lotto in catalogo con Rarefazione Siderale, mentre Dudreville, Magnelli e de Chirico, i primi 4 lotti, hanno tutti soddisfatto le stime. Peccato per Tozzi e Sironi, entrambi bellissimi ma difficili per tipologia e prezzo, mentre il piccolo Morandi, Fiori, ha schiacciato la stima massima arrivando a 420.750 euro. Invenduti invece i lotti successivi di de Chirico: un paesaggio veneziano e Le muse inquietanti del 1962. Insuccesso anche per le opere formato mignon di Burri e Fontana: di quest’ultimo, invenduto anche il glitterato Concetto Spaziale. Buonissimo risultato per la Combustione CP5 di Burri, di dimensioni 50x35cm ma di gran qualità, premiata nel prezzo di 276.750. Anche Spider, un sacco dello stesso artista, ha sorpassato la stima massima arrivando a 300.750. Bene il Reticolo di Dorazio, battuto a 84.250, come anche Capogrossi, con Superficie 151, aggiudicata a 90.750, e un Santomaso da intenditori, Canto Andaluso, battuto a 114.750.
Non hanno trovato compratori le sculture di Melotti e Paladino, come anche l’Achrome  di Manzoni con pallini di polistirolo, e Oliva e Argento di Soto. Giulio Paolini ha invece raddoppiato le stime arrivando a 210.750 con l’opera Alceo, cover lot del catalogo, composta da tre tele triangolari sovrapposte in ordine sfalsato che “si rincorrono nel vano tentativo di trovare un’ideale corrispondenza” (Maddalena Disch). Buoni risultati per Colombo: Spazio Elastico – due doppi rettangoli del 1974 battuto a 46.350, e Struttura Pulsante a 58.350. Bonalumi conferma la bulimia dei suoi collezionisti, con una estroflessione del 1976 battuta a 72.750 – partendo da una stima massima di 40mila – e una rosa per la stessa cifra. Anche Castellani porta a casa la sua cifra, 144.750, per una Superficie Bianca del 1985. Il lavoro di Domenico Gnoli, Souris Blancs dans leurs Cages del 1967, trova un compratore a 204.750, giusto sopra la stima massima. Un po’ troppo sostenute nelle stime, non trovano un compratore le opere di Mario Schifano, eccetto Particolare di paesaggio italiano del 1963, battuto a 114.750.
Nel panorama straniero, i due Nude painting di Tom Wesselmann portano a casa ottimi risultati, come anche il minuscolo Gerhard Richter dalle dimensioni di 10×14 cm, olio su stampa fotografica del 1989, che da una stima di 30-40mila euro arriva a 51.750, e Robert Mangold con Untitled del 1973, stimato 35-45mila, portato a casa a 54,750. A domani con i risultati complessivi della vendita milanese, dopo la sessione pomeridiana di Arte Moderna e Contemporanea.

– Martina Gambillara

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Martina Gambillara

Martina Gambillara

Martina Gambillara (Padova, 1984), laureata in Economia e Gestione dell'Arte, si è interessata fin dai primi anni dell'università al rapporto tra arte e mercato, culminato nella tesi Specialistica in cui ha indagato il fenomeno della speculazione nel mercato dell'arte cinese…

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